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"Non consideriamo diritti edificatori le destinazioni residue dei vecchi PRG"
7 Giugno 2010
Lettere e Interventi
Giuseppe Campos Venuti

Gentili redattori di Eddyburg, ringrazio per aver riportato il testo de l'Unità. Se aveste letto il libro, sapreste però che la legge regionale E.R. ed io non consideriamo assolutamente "diritti edificatori" le destinazioni "residue" dei vecchi PRG. Che infatti suggerisco di "sospendere" in base alla legge regionale, nei nuovi PSC programmatici e non prescrittivi. "Diritti edificatori" sono solo quelli sanciti dai vecchi PP e per di più "convenzionati"; questi si, incancellabili salvo indennizzo. La difficoltà di cancellare almeno in parte le "previsioni residue", è soltanto politica; perchè - comprensibilmente - i Comuni faticano a cancellare le previsioni che il vecchio PRG ha formalmente approvato e lasciato in vigore, magari per 20 o 40 anni (Roma), suggerendo così che proprio quelle previsioni il PRG voleva si realizzassero. Però la legge regionale dell'Emilia Romagna, togliendo prescrittività al piano generale, risolve il problema, sospendendo di fatto le previsioni residue, che non sono già state cancellate da provvedimenti urbanistici sovraordinati ( es. Piano Paesistico, Parchi regionali, ecc.). Infatti nel PSC di Reggio, che poco attentamente è stato attaccato, gli indirizzi di PSC hanno ridotto fortemente il precedente trend edilizio, ma l'uso dei residui non è affatto confermato, lasciando al POC di selezionare il prescrittivo quinquennale, che sarà molto più basso del residuo; e che comunque dovrà attuarsi con parametri urbanistici e ambientali stabiliti a priori dal PSC, quindi senza contrattazioni. La legge regionale può anche scegliere di inserire nel POC un ambito su tre o quattro, con un concorso che parte dai parametri minimi citati. Comunque a Reggio il tentativo fatto è quello di suggerire col PSC indirizzi in larga prevalenza di riqualificazione di aree già costruite; gli indirizzi su aree inedificate riguardano in prevalenza la zona intorno alla nuova stazione mediopadana, che giustamente innescherà un minimo di nuove funzioni. Forse per informare correttamente i molti lettori di Eddyburg, potreste aggiungere questa postilla a quella inavvertitamente formulata. Saluti da

Ringraziamo Campos Venuti per la sua precisazione. Così sappiamo che per lui oggi i “diritti edificatori” molto sono solo quelli dei piani attuativi convenzionati. É una posizione certamente più vicina alla nostra di quella che è stata predicata e applicata, anche da Campos Venuti, nel caso del PRG di Roma. Lì i “diritti edificatori” (forse è la prima volta che questa espressione è stata adoperata) sono stati invocati per rinunciare a tagliare le vastissime aree definite zone d’espansione dal vecchio PRG: un piano unanimemente ritenuto sovradimensionato. Si tratta di “residui” consistenti: 14mila ettari di Agro romano.

Campos Venuti, nella sua precisazione, si riferisce solo all’Emilia Romagna, dove certamente le cose vanno meglio che nella Roma di Rutelli e Veltroni (e Alemanno). Temiamo però che tra le rose di un passato glorioso siano cresciute molte spine. Come testimonia molte informazioni, ad esempio, sull’ingiustificato consumo di suolo. Né ci tranquillizza il fatto che Campos Venuti consideri “un minimo di nuove funzioni” i 400 ettari aggiunti col piano strutturale a Reggio Emilia.

Su questo e su altri punti, sollevati dalla precisazione di Campos Venuti e dal suo libro, torneremo con l’ ampiezza che meritano sia gli argomenti che il nostro interlocutore.

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