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Antonio di Gennaro
Noi l’Expo ce l’abbiamo già
11 Aprile 2008
Campania felix
La logica dell’evento eccezionale che consente di scardinare oigni regola dilaga. Un intervento per eddyburg dalla Campania

Certo ognuno ha i guai suoi, ma a quanti si dicono giustamente preoccupati per la vittoria dei giorni scorsi di Milano, vorremmo ricordare che in Campania con la prossima (e ultima, per grazia di Dio) tornata di aiuti comunitari, pioveranno entro il 2013 oltre 14 miliardi di euro, una bella sommetta, sufficiente a metter su un almeno un paio di Expo, o una nuova ricostruzione in Irpinia.

Si tratta di una partita importante, e infatti Bassolino ha ultimamente dichiarato che il principale motivo delle sue mancate dimissioni è proprio la necessità di completare la programmazione dei fondi strutturali.

Cosa intenda fare la Regione di tutti questi soldi è scritto nel documento strategico, redatto prima dell’ultima crisi dei rifiuti, tutto basato su un rosario di slogan tra il suggestivo e il tautologico (“La Campania si fa bella”, “Il mare bagna la Campania”), che nei giorni tristi che stiamo vivendo suonano in verità un po’ sinistri.

Poche righe sono dedicate al contrasto della criminalità (che secondo il Sole24Ore controlla il 32% del Pil regionale), mentre la crisi dei rifiuti viene sbrigativamente spiegata con l’opposizione delle popolazioni locali agli inceneritori.

Ad ogni modo, la novità principale, rispetto al precedente periodo 2000-2006, è la concentrazione del 60% delle risorse su una trentina di grandi progetti, per evitare finanziamenti a pioggia. Nulla di male naturalmente, se i progetti rappresentassero risposte appropriate alle molteplici crisi strutturali che attanagliano la regione.

Invece, forse proprio in ossequio all’emergenza in corso, il criterio di compilazione della lista è quello che gli analisti di politiche pubbliche chiamano scherzosamente garbage can (bidone della spazzatura), sarebbe a dire che tutto fa brodo, purché si faccia in fretta.

Con il risultato che i fondi per uscire dall’emergenza rifiuti sono stati inseriti sotto dettatura della Commissione europea, mentre quelli per bonificare i lacerti di Campania felix martoriati dai rifiuti tossici sono stati affannosamente recuperati in extremis, dopo che Coldiretti ha gettato sul tavolo una petizione con 100.000 firme.

Naturalmente, ogni riferimento al Piano territoriale regionale ed alla programmazione settoriale è accuratamente evitato, anzi la pianificazione vigente viene considerata il più fastidioso ostacolo allo sviluppo, come le rocce vaganti che Odisseo deve scansare nella sua perigliosa navigazione.

Alla fine, in un tragico errore di prospettiva, l’unico obiettivo esplicitamente indicato da Bassolino è quello della capacità di spesa, in barba a regole vincoli procedure, perché altrimenti si perdono i fondi, e qui il ricordo non può non andare al CAF e all’aria frizzante che tirava negli anni ‘80, prima dello scoppio di Mani pulite.

Esattamente il contrario di quanto sommessamente dichiarato dal ministro Bersani, secondo il quale, in assenza di obiettivi chiari, è meglio lasciar perdere e darsi una calmata, così almeno si evitano ulteriori danni.

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