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Italo Insolera
Nascondere la bellezza
7 Ottobre 2010
Articoli del 2010
L’irrefrenabile bisogno di sollecitare i consumi concorre a trasformare ogni bene in merce. Si poteva risparmiare la bellezza? Evidentemente no. La Repubblica, 7 ottobre 2010

Credo che siamo tutti d´accordo sul fatto che la pubblicità, dopo aver esagerato nel XX secolo, sta invadendo tutti gli spazi nel XXI; non solo con i mega-poster sui monumenti, ma anche per esempio nella Tv e nei giornali. Alla Tv qualsiasi trasmissione è interrotta più volte dalla stessa pubblicità ripetuta all´infinito; prendo un giornale a caso della scorsa settimana e conto 20 piene pagine di pubblicità su 50 totali.

Il Ministero dei Beni culturali, le Soprintendenze e i Provveditorati fanno parte di questo XXI secolo e si inalberano se qualcuno (magari non italiano, vedi l´appello di Norman Foster e alcuni direttori di musei internazionali su la Repubblica, 4 ottobre scorso) arrivando come turista o come studioso a Venezia, a Roma, a Firenze ecc. riesce a vedere dei monumenti più famosi al mondo solo quei frammenti lasciati liberi dai mega-poster. La cosa non piace e gridano e scrivono "Viva i monumenti": ciò dovrebbe fare molto piacere a tutti gli italiani (ministri e direttori di musei compresi e forse per primi).

Ma siamo nel XXI secolo e lo Stato e i Comuni e quant´altri non hanno soldi e hanno bisogno di sponsor e questi in cambio chiedono di nascondere il monumento di cui finanziano restauri o altre opere dietro alla loro mega-pubblicità (ma che bisogno ne ha a Venezia sul Palazzo Ducale, la bibita più venduta al mondo da quasi un secolo?).

Ci sono dei casi paradossali: a Roma la chiesa di S. Maria di Loreto (XVI secolo tra piazza Venezia e la colonna di Traiano) aveva il suo fianco coperto da una esedra arborea: tagliati i grandi pini per il cantiere di una metropolitana, si è visto finalmente il suo fianco (Jacopo Del Duca, 1573-1576). Ma è stato subito coperto completamente da un gigantesco mega-poster. Dato che anche Palazzo Venezia era nascosto dietro una impalcatura con disegnato il prospetto dell´edificio con sopra due mega-poster (pubblicità Campionati di calcio 2010!) per molti mesi i romani e i turisti furono completamente privati dell´ambiente consueto in uno dei centri più frequentati e più noti.

È ancora completamente coperta la facciata di S. Andrea della Valle (Maderno, Fontana, Rainaldi, metà Seicento) e il suo mega-poster si vede fin dal fondo di corso del Rinascimento: fa la pubblicità ad una grande società pubblica per cui paradossalmente e con qualche complicazione, il suo bilancio di sponsor viaggia accanto a quello dello Stato, cioè dello sponsorizzato.

Non è solo lo Stato italiano a nascondere i suoi monumenti e la sua storia: lo scandalo forse maggiore spetta al Vaticano. La testata e alcuni tratti del porticato di sinistra di piazza S. Pietro sono da tempo coperti totalmente: sui teli di plastica che coprono l´impalcatura è ridisegnata la sagoma dell´opera di Bernini, interrotta da vari mega-schermi su cui viene proiettata molta roba (non solo pubblicitaria). La cultura, la storia e tutte le loro presenze sono la ragione fondamentale per cui Venezia, Roma, Firenze ecc. sono città essenziali per i cittadini, per l´Italia, per l´Europa e non solo. Trovino lo Stato, i Comuni ecc. i mezzi per cessare di essere succubi della pubblicità. (Magari dando seguito alle iniziative promosse dalla Fondazione Veronesi in preparazione del convegno mondiale di Science for Peace, Milano 19-20 novembre, per ridurre le spese militari: la nostra Costituzione e la Carta dell´Onu dicono chiaramente no alla guerra e quindi sì alla Pace).

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