Il progetto di riqualificazione delle cascine verrà presentato con il masterplan di Expo l´8 settembre. Un piano di massima preparato dal Comune e dal Politecnico che prevede il rilancio dell´agricoltura di prossimità all´interno del Parco Sud, ma anche l´ipotesi di trasformare le cascine abbandonate e degradate che non si possono salvare in strutture per il turismo e in spazi per il terzo settore. E per rilanciare l´agricoltura cittadina nasce anche un comitato di cui fanno parte, oltre al Politecnico, Coldiretti, Sloow Food, Esterni, Vita e il consorzio Sir.
Cascine Expo: potrebbe chiamarsi così il progetto di riqualificazione delle cascine di Milano e dell´hinterland che verrà presentato l´8 settembre insieme al masterplan dell´esposizione universale 2015. Un progetto di massima, messo a punto dal Comune insieme al Politecnico, che rivede completamente il sistema dei casolari, in parte funzionanti in parte abbandonate, che risiede soprattutto all´interno del Parco Sud. E sostenuto dal neonato comitato che riunisce, oltre all´università, anche la Coldiretti, Slow Food, Esterni, l´associazione Vita e il consorzio Sir, istituitosi prima dell´estate per promuovere il progetto e cercare l´adesione di chi attualmente opera nelle cascine.
«La riqualificazione delle cascine di Milano e dell´hinterland potrebbe essere una delle eredità che l´Expo lascia alla città dopo il 2015 - spiega l´assessore all´Urbanistica Carlo Masseroli - L´Esposizione può essere un´opportunità importante per ricucire una grossa ferita della nostra città mettendo insieme tradizione e innovazione». Da mesi Masseroli lavora insieme ai colleghi di giunta Giovanni Terzi, responsabile dell´Agricoltura, e Gianni Verga, del Demanio, a un piano di rilancio di uno dei beni più nascosti del territorio, procedendo prima con una mappatura dell´esistente poi con incontri con chi già opera sul territorio. Un´indagine che sta iniziando a delineare il futuro delle cascine. Il progetto punta soprattutto sul rilancio dell´agricoltura di prossimità, ma prevede, là dove non si possono salvare gli antichi edifici, anche la trasformazione delle strutture degradate e abbandonate in bed & breakfast e agriturismi, oltre a spazi per il terzo settore che potrebbero essere dati in concessione al volontariato.
Contrario alla realizzazione di strutture per il turismo Maurizio Baruffi, capogruppo dei Verdi a Palazzo Marino. «La sfida è il rilancio dell´agricoltura, rendendola economicamente appetibile, magari anche per un giovane - commenta il consigliere - Il Comune dovrebbe fare uno sforzo per sostenere chi vuole investire in questo settore, non certo puntare sull´aumento delle volumetrie. Quindi ben vengano progetti di ristrutturazione, ma non se l´idea è quella di utilizzare parte dei terreni verdi per nuove edificazioni o strutture ricettive e alberghiere».