la Nuova Venezia, 16 maggio 2018. Venezia è una città abituata ai carnevali e alle maschere. Il Mose è carnevale per i molti che ci mangiano e quaresima per i contribuenti che pagano; all'Arsenale, sono in mostra le maschere
Venezia. Il Mose c'è, adesso bisogna farlo funzionare. E «mitigare» il suo impatto sull'ambiente alle bocche di porto. Opere di compensazione paesaggistica volute dalla legge e dalle norme europee. Mai realizzate o realizzate soltanto in parte, con i progetti per l'inserimento architettonico affidati all'Iuav a partire dal 2005, per un costo di un milione di euro. Da allora è passata un'era geologica. Il Consorzio Venezia Nuova di Mazzacurati non esiste più. È arrivato lo scandalo Mose con gli arresti e la scoperta delle tangenti e degli sprechi. Sono arrivati commissari straordinari nominati dal presidente dell'Anticorruzione Raffaele Cantone. Che provano a cambiare rotta.
Per oggi hanno convocato all'Arsenale insieme al Provveditore alle Opere pubbliche del Triveneto (ex Magistrato alle Acque) Roberto Linetti una iniziativa pubblica per discutere delle «proposte di inserimento paesaggistico e ambientale delle opere alle bocche di porto». L'hashtag dell'iniziativa si chiama «Megliotardichemai», a significare il grave ritardo con cui la grande opera arriva alla procedura del «Dibattito pubblico» da decenni utilizzata negli altri Paesi europei come la Francia. All'Arsenale saranno presentati i progetti dell' Iuav. «Seguiranno incontri tematici aperti a tutti per ricevere proposte, consigli, commenti», dice il commissario del Consorzio Giuseppe Fiengo.
Il fine è sicuramente nobile, ma la polemica è già scoppiata. «I signori del sistema Mose continuano a prenderci in giro», scrive l'associazione Ambiente Venezia, «va in scena un surreale confronto pubblico sui progetti di mascheramento delle opere. Un progetto che forse non sarà mai terminato e non funzionerà mai. Noi chiediamo da tempo inascoltati un confronto pubblico sul funzionamento del Mose e sulle sue anomalìe. Sui difetti del Mose denunciati dalla Valutazione di Impatto ambientale del 1998, sulle criticità denunciate dalla società Principia, chiamata dal Comune nel 2009, che non hanno mai avuto risposta».«Invece di mascherare l'opera inutile e dannosa», continuano, «si potrebbe erigere nelle tre bocche di porto una lapide con i nomi di tutti politici, tecnici e imprenditori che hanno approvato il massimo esempio di malaffare e corruzione, che ha sperperato o fondi della Legge Speciale».
In base a una convenzione firmata fra Iuav e il Consorzio di Mazzacurati, nel 2004, erano stati approvati e finanziati con i soldi dello Stato progetti e incarichi per gli architetti Carlo Magnani - ex rettore - Alberto Ferlenga, attuale rettore, Aldo Aymonino e Alberto Cecchetto. Nulla è stato fino a oggi realizzato, ma le parcelle sono state pagate. La più consistente, quella del giugno del 2012 per la progettazione definitiva dell'inserimento architettonico delle strutture del Mose. 610 mila euro. Il primo progetto per «l'inserimento architettonico delle opere mobili» porta la data del settembre 2004. La cifra pagata è di 350 mila euro più Iva. Pochi mesi dopo il progetto per «l'inserimento nel territorio del litorale dei cantieri». I colossi in calcestruzzo sulla spiaggia contestati dagli ambientalisti. 300 mila euro più Iva. Nel marzo 2006, 30 mila euro per la «direzione artistica» dei cantieri di Treporti-San Nicolò e Chioggia. Nel novembre del 2007, nuova convenzione Consorzio-Iuav per l'inserimento paesaggistico della spalla Sud di Chioggia, l'esame di inserimento del Lido, la «rielaborazione» di Malamocco. 240 mila euro più Iva. Nel 2012 i 510 mila euro per la progettazione definitiva, infine nel marzo 2014, a soli tre mesi dagli arresti per lo scandalo Mose, altro 313 mila per i progetti esecutivi, redatti insieme alla società Thetis.
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