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Milano Parco Sud: ancora un assalto
19 Gennaio 2009
Milano
In due articoli da la Repubblica ed. Milano, 19 gennaio 2009, le nuove manomissioni della greenbelt: bretella per Malpensa, decentramento del Tribunale, e tanti metri cubi a pioggia (f.b.)

Asfalto e cemento nei parchi: la rivolta degli agricoltori

di Ilaria Carra

Non solo il Fai, i sindaci e gli ambientalisti. Adesso a difesa del Parco Sud scendono in campo gli agricoltori. Cia e Coldiretti contestano non solo la superstrada che collegherà Malpensa alla tangenziale Est ma soprattutto il via libera alle nuove costruzioni all´interno del territorio. «Il Parco Sud non è il serbatoio dell’edificazione ma un patrimonio da valorizzare. Ci vogliono vincoli più chiari e un’attenzione maggiore». E il Fai fa un appello ai politici. «Il verde e il Parco Sud sono una fonte importantissima per la città, non scherzate perché se date il via libera al cemento poi indietro non si torna più».

Un fronte compatto come mai prima, che rivendica il ruolo fondamentale che gioca l’economia della terra e che al consumo di suolo si oppone con fermezza. Alle barricate alzate dagli ambientalisti guidati dal Fai, con consumatori e qualche sindaco, come quello di Cassinetta di Lugagnano, a difesa del verde e in particolare del Parco agricolo Sud scendono in campo anche gli agricoltori. Duri oppositori non solo della bretella (approvata dal Cipe ma orfana di 140 milioni di finanziamenti) che per collegare a Malpensa la tangenziale Est taglierà a metà oltre che il Sud anche il Parco del Ticino. Ma anche della variante normativa al piano territoriale del Parco Sud, che già con il via libera del Parco e dei 62 Comuni permette ai sindaci di costruire sull’1,5% del territorio comunale che rientra nel parco, per un massimo di 15 ettari. Aprendo così all’edificabilità altri 470 ettari, oltre ai 400 già previsti dai Piani di cintura urbana da poco definiti. Certo, devono essere interventi di interesse pubblico. Però la sostanza è una: se la deliberà verrà approvata anche da Provincia e Regione a una parte di verde si sostituirà del cemento. E i contadini non ci stanno.

«Il Parco Sud non è il serbatoio dell’edificazione - precisa Paola Santeramo, presidente milanese della Cia che rappresenta gli agricoltori - è un’area di produzione di eccellenze, un patrimonio da valorizzare anche in chiave Expo». Se per la Coldiretti «servono vincoli più chiari e un occhio di riguardo maggiore», spiega il presidente Carlo Franciosi, i contadini del parco criticano l’estensione, a tutti i Comuni, della possibilità di costruire, indistintamente: «Così si incentiva a costruire anche chi non ne ha bisogno», afferma Dario Olivero che rappresenta gli agricoltori al consiglio del Parco. Che poi, sulla bretella precisa: «Ci sono già due collegamenti per Malpensa, solo le ferrovie possono dare una svolta agli accessi». Dal Fai un monito al mondo politico: «Attenzione a intervenire su aree di valore inestimabile per la città - è l’invito del direttore generale Marco Magnifico - perché poi, indietro, non si torna più».

Tribunale, il maxitrasloco finisce nel verde e il nuovo San Vittore costerà un miliardo

di Davide Carlucci

Rispetto a quelli che serviranno sono poca cosa. Ma sono i primi soldi stanziati per la Cittadella della giustizia: 1 milione e 150mila euro. Serviranno per lo studio di fattibilità del mastodontico progetto di trasferimento degli uffici giudiziari e di San Vittore a Porto di mare

In quell’area a sud della città, la Cittadella occuperà un milione e duecentomila metri quadrati. Una parte saranno all’interno del Parco agricolo Sud: perché siano utilizzabili, però, bisogna che sia rimosso il vincolo ambientale, e questa è una partita ancora tutta aperta.

A stanziare i fondi per i nuovi uffici giudiziari sono stati i ministeri delle Infrastrutture e della Giustizia (500mila euro in tutto), la Regione e il Comune (300mila a testa), la Provincia (50mila). Per cominciare a capire come (e se) sarà possibile realizzare l’opera e soprattutto quanto costerà. Tantissimo, ipotizzano sin da ora i tecnici che se ne stanno occupando: almeno un miliardo di euro (ma forse qualcosa di più). E allora c’è un’altra domanda alla quale l’analisi dei costi dovrà dare risposta, nel giro di sei mesi: come recuperare tutta questa montagna di denaro di cui le casse pubbliche non dispongono?

La soluzione al quesito arriverà da Infrastrutture Lombarde spa, la società individuata dalla Regione (che sta coordinando i vari enti interessati) come destinataria dei fondi per questa fase preliminare di analisi. Una società che, per ironia della sorte, in questo momento è al centro dell’attenzione dei magistrati che dall’attuale Palazzo di giustizia si dovranno trasferire nel nuovo: il sostituto procuratore di Potenza John Woodcock, infatti, ha trasmesso a Milano un fascicolo nel quale si ipotizzano una serie di reati, tra i quali la corruzione, a carico dei dirigenti della società per la realizzazione del nuovo Pirellone. Gli avvocati dei manager in questi giorni si sono precipitati dal pm Frank Di Maio per chiarire la loro posizione (e non è escluso che presto la loro posizione possa essere valutata come penalmente irrilevante).

Nel frattempo, però, sono loro a doversi occupare di aspetti decisivi come la «valorizzazione» del patrimonio giudiziario milanese. Ovvero, della vendita di alcuni immobili per far cassa. Se si tolgono però il Palazzo di giustizia, il tribunale dei minorenni e l’ex Beccaria, vincolati dalla Soprintendenza, non rimane molto. Anche San Vittore, per il quale s’ipotizza una destinazione commerciale, non è totalmente disponibile: la parte più antica del carcere va preservata. Per il tribunale - che sarà riportato alla sua struttura originaria degli anni Trenta, eliminando i piani costruiti in anni recenti - s’ipotizza la destinazione «museale». Ma anche immaginarlo come sede della Beic, la Biblioteca europea d’informazione e cultura - o come una specie di Centre Pompidou in stile Ventennio che ospiti anche gallerie d’arte e librerie - rischia di rivelarsi un esercizio di fantasia debole sul piano economico.

Il percorso verso la realizzazione della nuova Cittadella della giustizia, insomma, è pieno di ostacoli. Durante una delle prime riunioni organizzate nella commissione manutenzione della corte d’Appello, per esempio, si è sollevato il problema della presenza sul posto di una vecchia discarica abbandonata e di fontanili nel sottosuolo. «La discarica non dovrebbe essere un problema - replica Mario Benaglia, il vicedirettore generale della Regione che sta curando per conto del governatore Roberto Formigoni i dettagli tecnici dell’operazione - perché lì sopra non dovrebbero sorgere palazzi ma un prato. E comunque si tratta di un’area molto limitata». Altre incognite riguardano la reale entità degli spazi. L’ipotesi di dimensionamento preparata un anno fa dal ministero non è considerata abbastanza attendibile dai magistrati - non terrebbe conto delle nuove esigenze di organico - ed è contestata dai sindacati dei dipendenti: «Solo 400mila metri quadrati su 1,2 milioni sono destinati alla nuova struttura giudiziaria, il resto è indotto commerciale - dice per esempio Umberto Valloreja, della Cisl - se si considera che solo il Palazzo di giustizia occupa 105mila metri quadrati e che bisognerà ospitare anche altri uffici come il giudice di pace e il tribunale dei minorenni e il nuovo carcere, la Cittadella nascerebbe già pericolosamente insufficiente».

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