Pgt, l’affondo dei signori del mattone
di Teresa Monestiroli
È partito l’attacco dei costruttori al Piano di governo del territorio del Comune. Sommerse fra le oltre 4.700 osservazioni che sono state presentate in novembre al documento urbanistico, ci sono anche quelle depositate da due tra i maggiori immobiliaristi della città: Salvatore Ligresti e i Cabassi. Entrambi proprietari di aree strategiche nella Milano del futuro, i costruttori battono cassa e chiedono a Palazzo Marino - come rivela l’agenzia Radiocor - piccole, ma sostanziali modifiche al Pgt. In una parola: volumetrie per costruire, nel caso di Ligresti, in terreni che con il Pgt entrerebbero nel Parco Sud, in quello dei Cabassi nell’area Expo.
In un gruppo di osservazioni presentate dalle holding della famiglia dell’ingegnere Immobiliare Costruzioni (Imco) e Altair viene contestato uno dei punti cardine del nuovo Piano di Masseroli: il trasferimento dei diritti volumetrici di Ligresti (con indice 0,50) dalle aree Ticinello, Macconago, Vaiano Valle sud e Bellarmino a quelle dell’ex Macello dietro Porta Vittoria. Stando al Pgt, quindi, l’Imco perderà la proprietà di questi terreni - che una volta passati al Comune verranno annessi al parco e quindi non saranno più edificabili - per acquistare, attraverso il meccanismo della perequazione, volumetrie altrove. L’operazione non piace a Ligresti. La sua contestazione riguarda sia la «serie di vincoli» da rispettare (una strada storica e la previsione di alcuni collegamenti a verde) che caratterizza l’ex Macello, sia «l’evidente problema di densità edilizia dell’area» (qui verranno costruiti anche nuovi edifici della Sogemi). Quindi chiede di riportare i suoi diritti volumetrici nella zona di Macconago, cioè vicino ai terreni (sempre di sua proprietà) dove sorgerà il Cerba. La risposta dell’assessore all’Urbanistica è secca: «Quelle aree fanno parte del Parco Sud e, in quanto tali, saranno governate dai Piani di cintura urbana della Provincia. L’osservazione verrà respinta e rinviata alla discussione sui piani».
Ma le critiche di Ligresti non si fermano qui. L’ingegnere chiede anche di applicare le nuove regole del Pgt ai terreni del Cerba che, essendo un servizio pubblico per la città, dovrebbe produrre volumetrie da trasferire altrove. Anche in questo caso la risposta degli uffici è dura: «Non è possibile applicare in maniera retroattiva le regole del Pgt. Il Cerba dipende da un accordo di programma antecedente e quello verrà rispettato». Infine, sempre tra le recriminazioni dell’Imco, c’è quella di avere una maggior destinazione residenziale (quindi più redditizia) in via Stephenson, l’area periferica con un indice di densificazione molto elevato (2,7) che Masseroli vuole trasformare nella Défense milanese. La risposta dell’assessore è: «Il Pgt segue il principio della flessibilità e quindi non dà alcuna destinazione d’uso alle aree. In via Stephenson il nostro orientamento è che diventi zona del terziario, ma non imponiamo nulla».
Ma non è solo Ligresti a voler costruire di più di quanto previsto nel Pgt. Anche Matteo Cabassi ha presentato una richiesta di modifica al Piano per avere un indice di edificabilità sulle aree Expo pari a 1 metro quadrato per metro quadrato, invece di 0,50. «Anche questa osservazione verrà rifiutata - risponde Masseroli - perché il consiglio comunale ha stabilito che sulle aree Expo il riferimento è l’accordo fatto dalla società e non il Pgt».
Il Cerba e i terreni nel Parco Sud
L’ingegnere vuole allungare la città
di Alessia Gallione
La città nella città che da sempre sogna di costruire inizia dove finisce via Ripamonti. È questa Ligrestopoli. Distese e distese di terre ai confini e all´interno del Parco Sud, che l´immobiliarista ha accumulato nei decenni con la pazienza di un Mazzarò. Ai suoi ospiti di riguardo, si racconta che ami mostrarle lui stesso accompagnandoli in speciali pellegrinaggi. Su molte non può costruire. Non potrebbe. E anche dove - fuori dal perimetro del verde tutelato - ha acquisito diritti volumetrici ai tempi del Piano casa degli anni Ottanta, il Pgt adesso gli chiede di spostare altrove i volumi. Ma Salvatore Ligresti, all´affare del Parco Sud, non ha mai rinunciato. Anzi. E proprio ora che il documento urbanistico è arrivato al traguardo finale, vuole passare all´incasso. E vuole farlo sfruttando la grande opportunità del Cerba, il polo di ricerca e cura che sorgerà su 620mila metri quadrati posseduti da una sua società.
È lì, sull´area di Macconago attaccata al Centro, che Ligresti vuole realizzare un nuovo quartiere da almeno 60mila metri quadrati. Senza accettare di far atterrare sull´ex Macello i suoi futuri palazzi. Perché è lì che Milano si allargherà, portandosi dietro una via Ripamonti raddoppiata, il tram 24 che partirà dal Duomo, magari una metropolitana leggera se il Comune manterrà le promesse dopo aver cancellato la linea "6": un pezzo di periferia (stralciato dal Parco Sud), destinato a diventare strategico. Perché quando il Centro sarà pronto - con le sue cliniche, laboratori, strutture ricettive e residenziali per i parenti dei pazienti e i medici, i bar, i ristoranti, il parco attrezzato da 320mila metri quadrati, muoverà insieme allo Ieo 20mila persone al giorno - diventerà appetibile tirar su in zona nuove case. Una gallina dalle uova d´oro. A delineare la visione sono le stesse società di Ligresti: «Edificare sulle aree vicine al Cerba potrebbe contribuire a dare un assetto conclusivo a questo lembo di città e si collocherebbe lungo una direttrice di trasporto pubblico per la quale il progetto Cerba ha già previsto il relativo rafforzamento».
La giunta ha appena adottato il piano del Centro per la ricerca biomedica avanzata e, a febbraio, si prepara ad approvarlo. I cantieri, che potrebbero partire in primavera, si avvicinano. Allora, le terre su cui sorgerà la cittadella scientifica e che oggi sono in pegno alle banche come garanzia per il rifinanziamento della principale cassaforte dei Ligresti, dovranno passare di proprietà. Saranno del fondo immobiliare etico che si occuperà di raccogliere i fondi necessari (1 miliardo e 226 milioni) per costruirla. Come, dovrà essere stabilito. Ma la Imco dell´ingegnere potrebbe o vendere subito la superficie o entrare con quel capitale (ancora da quantificare, ma sicuramente di valore) nello stesso fondo, incassando nel tempo gli utili.
Si torna sempre lì, al Parco Sud. Proprio da Macconago, e da un Piano integrato di intervento rimasto per anni nei cassetti degli uffici del Comune, era partita l´ultima offensiva di Ligresti sull´urbanistica. Per tre progetti (nella lista anche via Natta e Bruzzano) che non decollavano, ufficialmente, il costruttore aveva chiesto alla Provincia di Guido Podestà il commissariamento di Palazzo Marino. Tutto rientrato in extremis. Per via Macconago, che prevede case su oltre 20mila metri quadrati, la giunta è pronta a votare all´inizio del 2011. Ma all´immobiliarista non basta. Chiede altri volumi per allargare quel quartiere con vista Cerba e Parco. Ma ad avere l´ultima parola sul destino della zona sarà Guido Podestà. È il presidente della Provincia che si è aggiudicato il primo round dello scontro con il Comune per decidere la competenza: sui 40 milioni di metri quadrati di verde milanesi del Parco, compreso Macconago, saranno i suoi Piani di cintura a dover valutare le "proposte" del Comune e dire cosa fare.