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Milano: dieci domande sull'urbanistica ai candidati delle Primarie
17 Gennaio 2016
Milano
Alcuni spunti emersi dalle discussioni di studiosi professionisti cittadini, su un tema strategico che probabilmente è rimasto piuttosto sottotono rispetto alla sua importanza nell'ultima amministrazione, vuoi per consapevoli scelte tattiche, vuoi per sottovalutazione

Alcuni spunti emersi dalle discussioni di studiosi professionisti cittadini, su un tema strategico che probabilmente è rimasto piuttosto sottotono rispetto alla sua importanza nell'ultima amministrazione, vuoi per consapevoli scelte tattiche, vuoi per sottovalutazione


Il giorno 16 gennaio 2016, l’Associazione Architectural & Urban Forum (*) ha inviato una lista di 10 domande ai candidati alle primarie del centrosinistra per il sindaco di Milano (Francesca Balzani, Antonio Iannetta, Pierfrancesco Majorino, Giuseppe Sala), per meglio conoscere i rispettivi programmi, con riferimento a temi urbanistici e territoriali cruciali per la città.

1. Modello di crescita della città
Negli ultimi 5 anni, la popolazione residente nel comune di Milano si è sostanzialmente mantenuta costante intorno a 1,3 milioni di abitanti, ben inferiore al picco di abitanti di oltre 1,7 milioni degli anni Settanta. Nonostante questi dati, durante le ultime due giunte si è costruito molto, dotando la città di una grande quantità di nuove volumetrie, anche grazie all’attrazione di capitali stranieri (Stati Uniti, Qatar, ecc.), molte delle quali sono rimaste inutilizzate a causa di una domanda non certo pressante in questi ultimi anni di crisi. Parallelamente a questo trend, un grande numero di migranti, spesso con modestissime possibilità, si sta dirigendo in Italia e in Europa, anche a causa di vicende tragiche in paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente. Rispetto a questo quadro, se eletto sindaco che idea di sviluppo urbano ha in mente per impostare le politiche urbanistiche della città? Quale sarà la condotta della giunta in merito all’attrazione e all’ospitalità di nuovi abitanti? E all’attrazione di capitali stranieri? Quale orientamento in tema di edilizia residenziale pubblica? Con quali ricadute sulle comunità già attualmente insediate? Verso quale Milano tenderemo? Che progetto di città ha in mente?
2. Città metropolitana
I confini comunali non coincidono con l’area urbanizzata del milanese, ben più vasta e comprendente oltre 4 milioni di abitanti. Con riferimento alla ex Provincia di Milano, i dati relativi alla popolazione sono peraltro in linea con quanto verificatosi entro i confini comunali. Se eletto sindaco, come cercherà di interessare gli altri comuni facenti parte della Città metropolitana rispetto alle politiche urbanistiche milanesi? Come cercherà di superare dal punto di vista amministrativo e tecnico l’annoso problema di divisione delle competenze e di coordinamento delle autonomie locali? Data la rilevanza del problema e la complessità dei rapporti, non ritiene indispensabile che vi sia un assessore dedicato? Intenderà cambiare in questa prospettiva il PGT, oltre ovviamente a coordinarlo e promuovere coordinamento (su che linee di forza?) con le altre circoscrizioni, magari costruendo un modello di riferimento almeno dal punto di vista del metodo?

3. Visione infrastrutturale
La città è servita da tre aeroporti, la cui integrazione dal punto di vista gestionale è stata oggetto di recenti studi affidati all’Università di Bergamo. La nostra associazione aveva proposto nel 2010 una metropolitana Triangle-Line che, in sopraelevazione sulla tangenziale Est e sul tratto urbano dell’autostrada Venezia-Torino, collegasse Linate con Sesto San Giovanni (aree Falck e direzione Orio al Serio) e Rho-Pero (area Expo e direzione Malpensa) senza gravitare sul centro cittadino. Nel frattempo la linea 4 della metropolitana è in costruzione, la linea 5 è stata inaugurata e i lavori proseguono. Come considera il trasporto metropolitano interrato e come il Comune dovrebbe essere coinvolto nella costruzione di nuove linee? Se eletto sindaco, che intenzioni ha rispetto alla Circle-Line più volte proposta sull’anello del ferro milanese? Quali altri eventuali linee si impegna a promuovere? In che modo intenderà mettere in sinergia i tre aeroporti, sia dal punto di vista amministrativo sia dal punto di vista dell’accessibilità? Come queste scelte si coordinano con il sistema ferroviario e con la mobilità privata su gomma? Che intenzioni ha in tema di secondo passante ferroviario? Cosa pensa del proliferare di tratti autostradali costruiti o in costruzione nell’intorno milanese (Brebemi, Pedemontana, Tangenziale Esterna di Milano)?

4. Mobilità
Se eletto sindaco, confermerà l’attuale perimetro dell’Area C? Si impegnerà per allargarla? Quali azioni intraprenderà per potenziare il sistema di vie ciclabili e l’uso della bicicletta? Cosa pensa del car sharing e come crede che il Comune debba esserne coinvolto?

5. Inquinamento atmosferico
Legambiente riporta che le grandi fonti di inquinamento atmosferico sono il traffico veicolare, il settore industriale in particolare per la produzione di energia e il riscaldamento. Se eletto sindaco, quali azioni intraprenderà per limitare le emissioni con particolare riferimento a: traffico automobilistico, produzione di energia, riscaldamento? Come pensa di contribuire a queste limitazioni tramite l’urbanistica e con quali specifiche scelte?

6. Piano delle acque
Recenti fatti hanno dimostrato la fragilità dell’idrografia milanese. Se eletto sindaco, quali interventi strutturali attuerà per salvaguardare la popolazione da esondazioni? E con specifico riferimento al fiume Seveso? E al fiume Lambro? Cosa ne pensa della riapertura dei navigli, che ogni tanto torna alla ribalta, forse un po’ anacronisticamente? Per quanto riguarda la depurazione delle acque reflue urbane, come considera l’attuale sistema in essere e quali potenziamenti ritiene necessari? Come si interfaccerà con gli altri enti locali sovracomunali? E in particolare, quale ruolo pensa al riguardo per la città metropolitana?

7. Piano del riuso
L’enorme numero di appartamenti sfitti e immobili abbandonati impone una presa di posizione da parte del Comune in materia del riuso. Se eletto sindaco, come strutturerebbe un innovativo “Piano del riuso”? Come attuerebbe un censimento di unità e immobili sfitti, pubblici e privati? Come ha intenzione di utilizzare questo enorme patrimonio per le necessità abitative di classi deboli e di migranti? Per le necessità di posti di lavoro a buon mercato per giovani, precari e disoccupati? Per dotare la città di spazi per la cultura, associazionismo, formazione, culto?
Consideriamo un caso specifico: uno degli edifici emblematici dell’architettura milanese del ‘900, l’Istituto Marchiondi-Spagliardi progettato da Vittoriano Viganò, versa in pessime condizioni di conservazione e i suoi spazi sono per la maggior parte abbandonati. Se eletto sindaco, si impegna a mantenere la proprietà comunale dell’edificio? Che destinazione prevede per esso? Che tipo di gestione e con quali soggetti sarebbe auspicabile?

8. Trasformazione delle aree urbane
L’attuale giunta non ha portato a termine la definizione dei criteri di trasformazione degli scali ferroviari milanesi, oltre un milione di mq. Se eletto sindaco, quale indice territoriale ritiene adeguato per queste aree (proposta attuale giunta 0,65 mq/mq, precedenti giunte 1 mq/mq)? Sfrutterebbe la perequazione per trasferire parte del volume? Quanti mq di spazi pubblici per abitante? Di questi, quanti reperiti in loco? Di questi, quanti mq di servizi di quartiere? Non ritiene il sindaco che la questione degli scali ferroviari (oggi degradata a mero incidente di percorso in Consiglio) non sia una questione di livello nazionale, essendo Milano il vero nodo di accessibilità all’intero Paese?
Per quanto riguarda le aree militari, se eletto sindaco che tipo di accordo promuoverà? In quale sinergia con la trasformazione degli scali ferroviari? Che indirizzo intende elaborare per l’area dell’Ippodromo del Trotto? Per il Giardino dei Giusti? Per la nuova grande Moschea, anche in rapporto con luoghi di culto più piccoli? Per un eventuale vero grande Palazzo dello Sport? Per il Polo ospedaliero? Per un parco scientifico tecnologico, promuovente l’interazione tra ricerca e produzione? Per l’area dell’Ortomercato, sia nel caso di consolidamento che di trasferimento?
Nelle trasformazioni urbane, a grande e piccola scala, se eletto sindaco come promuoverà il progetto di architettura e il progetto urbano, con quali procedure concorsuali, sia in campo pubblico sia in campo privato? Con quali semplificazioni burocratiche e amministrative in tema di procedure di permesso di costruire, rapporto con vincoli soprintendenza, ecc.?
Rispetto a queste tematiche, se eletto sindaco che impulso darà al “Fondo si sviluppo urbano” ipotizzato dall’attuale giunta?

9. Destino delle aree Expo
Se eletto sindaco, che vocazione vorrà conferire all’area? Come considera l’intervento del governo e la scelta dell’IIT come soggetto coordinatore del nascituro polo scientifico? Che percentuali di residenza, uffici, servizi, produzione, altre funzione ritiene sia corretto prevedere? Come pensa di liquidare Fondazione Fiera, che conferì i terreni di sua proprietà in seguito alla variante che li ha resi edificabili in una prospettiva di speculazione fondiaria? Sosterrà i maggiori costi di bonifica verificatisi o intenderà rivalersi sui venditori dei terreni, come da normalissima prassi di compravendita? Quale ruolo ritiene questa area debba avere nell’ambito del sistema infrastrutturale milanese?

10. Piano dello spazio pubblico
Se eletto sindaco, come contrasterà l’attuale dilagante trend di privatizzazione dello spazio aperto (a solo titolo di esempio basta considerare gli spazi dell’intervento Porta Nuova/Garibaldi: la piazza Aulenti, l’intervento di Agnes Denes, ecc.)? Ritiene che gli spazi pubblici siano una domanda emergente, e un mezzo per facilitare la coesione sociale? Come pensa di coinvolgere le energie sviluppate, spesso inespresse o tenute perfino ai margini del dibattito, di gruppi di cittadini, comitati, associazioni, professionisti?

(*) Questo "decalogo" predisposto in bozza ed espressione dell'Associazione Architectural & Urban Forum, è stato condiviso e/o modificato in parte con osservazioni e contributi successivi di Lorenzo Degli Esposti; Rolando Mastrodonato; Sergio Brenna; Luca Ruali; Luca Beltrami Gadola; Ado Franchini; Fabrizio Bottini; Andrea Cammarata; Andrea Masu; Federico Reyneri; Pietro Macchi Cassia; Marco Biraghi; Marco Brizzi; Marco Chiappa; Maurizio de Caro; Maurizio Petronio
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