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Milano, anticipi di Piano
20 Gennaio 2012
Milano
A ottimo punto il lavoro di esame delle osservazioni dei cittadini, si delineano tendenze e obiettivi. La Repubblica Milano, 20 gennaio 2012 (f.b.)

Meno palazzi e abitanti il nuovo Pgt di Pisapia dimezza le costruzioni

di Oriana Liso

Oltre 5mila osservazioni esaminate una per una, per decidere quali accogliere del tutto o in parte e quali respingere: un lavoro che ora confluisce nella delibera che disegna il nuovo Piano di governo del territorio, il Pgt, profondamente modificato rispetto a quello approvato durante il mandato del sindaco Moratti. Modifiche nette: il nuovo strumento urbanistico dimezza i metri cubi di cemento di nuove costruzioni, grazie alla sensibile riduzione degli indici di edificabilità e, soprattutto, alla cancellazione della possibilità di utilizzare il Parco Sud come virtuale terreno di scambio per nuove volumetrie. Una rivoluzione, insomma, che ora dovrà affrontare l’iter di approvazione: lunedì arriverà in giunta il documento di modifica del Pgt, per poi passare in commissione Urbanistica e - a metà febbraio, se saranno rispettate le previsioni - in Consiglio comunale per la discussione definitiva, che si prospetta già accesa e che dovrebbe portare all’approvazione definitiva entro fine anno.

Un primo dato: le osservazioni di enti, associazioni e cittadini accolte nella precedente versione del piano arrivavano all’8 per cento delle 4.765 totali (diventate poi 5.400 in virtù di una diversa catalogazione di alcune). Il gruppo di lavoro messo assieme dall’assessore all’Urbanistica Ada Lucia de Cesaris, invece, ne ha recepite oltre il 40 per cento, tra osservazioni generali e riferite a specifici ambiti di trasformazione del territorio. È proprio attraverso l’accoglimento di molte di queste osservazioni che si arriva al secondo dato, concretissimo: la superficie massima consentita di nuove costruzioni nei nuovi quartieri è più che dimezzata, rispetto alle vecchie previsioni, passando da quasi 5 milioni e 800mila metri quadri a 2 milioni e 800mila: di questi, oltre 2 milioni e 400mila metri quadri "scompaiono" proprio grazie all’eliminazione del concetto di perequazione con il Parco Sud tanto caro all’ex assessore Carlo Masseroli. Diminuiscono anche gli "Atu", gli ambiti di trasformazione urbana, ovvero quelle aree dismesse o sottoutilizzate all’interno della città che già esiste, altre zone (come gli ex scali ferroviari) seguono un diverso destino con l’accordo di programma con Fs e, ancora, altri ambiti (Expo, Cascina Merlata) vengono "sottratti" e inseriti in un regime transitorio a parte. Risultato: calano anche sensibilmente - nel piano che presenterà De Cesaris - i nuovi abitanti teorici degli "Atu" e di quattro ambiti di trasformazione periurbana: da quasi 100mila a poco meno di 31mila.

Ogni ipotesi di modifica, comunque, dovrà passare dal Consiglio comunale. Commenta il papà del vecchio Pgt, Masseroli: «Bisogna fare in fretta, l’assenza di regole attuali è la situazione peggiore. Ma chiedo: quale sarà il metodo di lavoro? Le modifiche potrebbero essere così radicali da obbligare a ripartire da zero. E, se stiamo alle promesse di questa giunta, le osservazioni andranno discusse tutte in aula». Dà fiducia al lavoro dell’assessore e degli urbanisti del Pim Legambiente Lombardia. Il presidente Damiano Di Simine si aspetta che «le modifiche derivanti dall’esame delle osservazioni apportino rilevanti miglioramenti al Pgt: ora la palla passa alle forze politiche, chiamate ad esprimersi in tempi ragionevoli».

L’appello anticrisi di Rosati alla giunta "Usate la riforma per aiutare il lavoro"

di Luca De Vito

Il pgt come strumento per rilanciare il mercato del lavoro in città. Uno dei temi caldi, tra quelli che verranno presentati oggi nell’incontro tra i sindacati e l’assessore al bilancio Bruno Tabacci, riguarda il Piano di governo del territorio e la possibilità di utilizzarlo come volano per la ripresa dell’occupazione. «Con il Pgt - ha spiegato Onorio Rosati, segretario della Camera del lavoro - si devono creare le condizioni per cui alcune aree vengano destinate a insediamenti produttivi del manifatturiero». Territorio cittadino che, attraverso opportuni incentivi, possa trasformarsi in spazi appetibili per la produzione industriale. «Se non riparte il settore artigianale - ha aggiunto Rosati - non riparte nulla e non riusciamo a dare una risposta occupazionale né ai lavoratori dell’industria, né degli altri settori».

Il segretario Cgil punta il dito anche contro la speculazione sui terreni e chiede al Comune di pensare a un sistema di disincentivi per quegli imprenditori che, per poter sfruttare il valore elevato delle aree, «arrivano a delocalizzare la produzione».

Nel bouquet di richieste che i sindacati faranno oggi a Tabacci, non c’è solo l’attenzione sul Pgt. Ci sono anche l’apertura di un tavolo istituzionale sulla situazione economica e il rifinanziamento del fondo anticrisi. Per la Cgil sono due temi da affrontare con urgenza, anche alla luce degli ultimi dati sul mercato del lavoro in città e provincia. Oltre ai 25mila lavoratori a rischio licenziamento, ci sono infatti 13mila persone che, tra il 2010 e il 2011, sono usciti dalle liste di mobilità senza riuscire a trovare un’occupazione. Ex lavoratori che non hanno avuto un reinserimento e che ad oggi, nella maggior parte dei casi, non hanno alcun tipo di reddito. A delineare un quadro ancora più cupo, poi, c’è anche il tasso di disoccupazione, stimato intorno al 5,9 per cento. Un dato che se riferito ai giovani arriva al 20% in provincia e al 22% in città.

L’intervento istituzionale, secondo i sindacati, non è più rinviabile. «Dal 1998 la Provincia ha in mano tutte le competenze per il mercato del lavoro - ha polemizzato Rosati - nonostante la piena crisi, l’apposita commissione non è stata rinnovata, è scaduta e non si riunisce: noi continuiamo a chiedere ma su questo fronte stiamo registrando un vuoto assoluto». Anche a livello regionale, poi, ci sarà da muoversi, e in fretta. «Il 2012 è l’ultimo anno della cassa integrazione in deroga che viene accordata da Regione Lombardia, uno strumento fondamentale che ha sostenuto il reddito delle famiglie in questi anni. Non è pensabile adesso perderla senza avere altre forme di tutela per i lavoratori».

I vincoli alla crescita del cemento per disegnare la Milano del futuro

di Oriana Liso

Accordi da trovare con Fs e Regione per convertire scali e vecchie stazioni

Milano-Romana, Rogoredo, Porta Genova, scalo Farini, San Cristoforo, Lambrate: sono tanti gli scali ferroviari su cui il vecchio Pgt prevedeva grandi sviluppi. Che, ora, vengono invece demandati all’accordo di programma in via di definizione tra Ferrovie dello Stato, Regione e Comune. Le aree di cui si tratta mettono assieme una superficie di un milione e 190mila metri quadrati su cui - nei vecchi progetti - erano previsti vari interventi: dal parco urbano di Scalo Romana con pista ciclo-pedonale e collegamento pedonale tra la stazione Lodi Tibb e la fermata omonima del metrò 3, al distretto della moda con parco sul Naviglio a Porta Genova, passando per edilizia convenzionata e residenziale ma anche un grande parco allo Scalo Farini su un’area di 500mila metri quadrati.

Addio al maxi-tunnel da Linate a Rho resiste la circle line delle ferrovie

Lo stop definitivo al tunnel che avrebbe dovuto collegare Linate alla fiera di Rho viene certificato nella nuova versione del piano. Ma non solo: scompariranno anche altre infrastrutture considerate non sostenibili, sia dal punto di vista ambientale che economico. Restano di certo - pur demandando al futuro Piano urbano della mobilità i dettagli - le previsioni di infrastrutture strategiche, ad esempio la Circle line, la cerchia ferroviaria che seguirà i contorni della città (e che invece sembrava destinata a sparire), le metropolitane 4 e 5 - anche se con tempi ormai dilatati - e la metrotranvia da Cascina Gobba a viale Certosa. Modifiche saranno previste anche per la sosta pubblica e privata, e si rivedrà la rete ciclabile «superando lo schema radiocentrico proposto» dal vecchio piano.

Spuntano i corridoi ecologici per collegare parchi e giardini

Se il Parco Sud, nella nuova versione del Pgt, resta verde anche virtualmente (perché non viene più usato come merce di scambio per costruire altrove), aumenta anche la previsione di una Milano a miglior impatto ambientale. Soprattutto, la delibera di modifica del Pgt accoglie le osservazioni di chi, come molte associazioni ambientaliste, lamentavano una scarsa attenzione alle connessioni del verde cittadino con i sistemi provinciale e regionale. Per questo si introduce il progetto di una rete ecologica comunale (Rec) con corridoi verdi che mettano a sistema grandi e piccoli parchi urbani. Importante anche l’attenzione all’efficienza energetica degli edifici (da costruire e da recuperare, con premi volumetrici per chi è virtuoso) e l’introduzione di norme specifiche per la bonifica dei suoli contaminati.

Più housing sociale per le fasce deboli le case low cost sul 30% dei terreni

Un vincolo netto, che risponde anche alle promesse di questa coalizione in campagna elettorale e che supera gli aggiustamenti fatti sul vecchio piano grazie alla battaglia in aula consiliare. Il nuovo Pgt fissa un incremento delle quote di terreno che i privati dovranno cedere per finalità pubbliche negli ambiti di trasformazione urbana, in cambio della possibilità di costruire: metà della superficie territoriale, e di questa il 30 per cento servirà per edilizia residenziale sociale. Previsioni di housing sociale, poi, dovranno esserci in tutte le trasformazioni più rilevanti dei prossimi anni, articolando gli interventi su due fronti: edilizia agevolata e convenzionata e vere case popolari. Il documento di indirizzo del nuovo piano, del resto, è preciso: tra le finalità c’è il «bilanciamento tra diritti edificatori per funzioni di mercato e per finalità di interesse pubblico e sociale»

I nuovi quartieri

Scendono a 21 grattacieli in dubbio a Stephenson

Alla base del nuovo Pgt targato Pisapia-De Cesaris c’è il concetto della promozione di uno sviluppo urbano più equilibrato. Scompaiono, quindi, le previsioni di colate di cemento su alcune aree collocate nel territorio agricolo (Forlanini, Ronchetto, Monluè, Porto di Mare). Non si parla più della possibilità di spostare il carcere di San Vittore, creando una Cittadella della giustizia, ormai tramontata. Diminuisce sensibilmente l’indice edificabile massimo previsto su alcune aree di trasformazione urbanistica che diventano 21, mentre nell’ultima versione erano 24. Nella mappa che lunedì verrà sottoposta alla giunta, sembra scomparire anche il grande progetto della "Defense milanese" nell’area di via Stephenson, che prevedeva la possibilità di costruire in quella zona fino a 50 grattacieli di un nuovo business district

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