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Migranti, storie positive di integrazione
18 Maggio 2017
2017-Accoglienza Italia
«I casi veneziani al Campus universitario nel convegno su criticità e pratiche sostenibili nel Nordest».
«I casi veneziani al Campus universitario nel convegno su criticità e pratiche sostenibili nel Nordest».

La Nuova Venezia, 17 maggio 2017 (m.p.r.)

Mestre. «Dopo Germania e Giappone, l’Italia è il terzo stato al mondo con il tasso demografico più negativo da anni, un Paese di vecchi destinato alla scomparsa se non saprà integrare al meglio i migranti». Senza peli sulla lingua il professor Giorgio Conti - coordinatore degli Archivi della Sostenibilità, Università Ca’ Foscari Venezia - ha introdotto ieri al Campus universitario di via Torino il convegno dedicato ad un tema sempre più scottante nel mondo d’oggi, per l’Italia in particolare che è il primo approdo della fiumana di migranti che fugge da guerre, discriminazioni, miseria e disastri ambientali.

«Da immigrati a produttori: l’inclusione produttiva dei migranti: buone pratiche e criticità del e per il Nord-Est». Piaccia o no, l’Italia - come ha dimostrato la relazione di un ricercatore della Fondazione Leone Moressa piena di dati aggiornati - l’Italia è destinata al «declino demografico se non affronta la sfida delle grandi migrazioni con una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva di tutto il Paese». L’altra chiave per leggere l’epopea delle nuove migrazioni è «conoscere le cause delle migrazioni che non sono solo le guerre».
Francesco Della Puppa, del Master dell’Università Ca’ Foscari sull'Immigrazione ha parlato del lavoro autonomo immigrato, nel quadro dell’attuale crisi economica, in particolare del caso delle popolazioni immigrate dal Bangladesh in Italia e si sono stabilite in gran numero anche a Venezia dove lavorano, in gran parte nei cantieri navali. Al convegno – organizzato dagli Archivi della Sostenibilità, Università Ca’ Foscari Venezia – sono stati presentati una serie di casi di «integrazione riuscita» di migranti, diventati una risorsa per l’Italia.
«Non bastano i dati per capire cosa sta succedendo» ha puntualizzato Stefano Soriani, docente del dipartimento di Economia di Ca’ Foscari «ci vogliono racconti positivi di integrazione e ci sono, basta volerli vedere e magari imitare». Sono stati così mostrati i casi emblematici, il senegalese Moulaye Niang “Muranero”, artigiano del vetro a Venezia e in questi giorni ospite a Riace, in Calabria, dove sta insegnando il suo mestiere ad altri migranti che si sono stabiliti in quel comune, diventato esempio nel mondo di un’integrazione multiculturale positiva. E ancora, il caso di Hamed Mohamad Karim, un afgano che ha già messo in piedi quattro ristoranti etnici a Venezia. Oppure i giovani del Mali che ora lavorano e sui terrazzamenti in abbandono della Val Brenta e “Casa Colori” uno strumento innovativo di social housing per il turismo sociale e responsabile di Dolo
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