Avvenire,o, in cambio di un po' di petrolio
«Il piano dell'Italia, svelato dall'agenzia Reuters: 44 milioni per affidare il centro di coordinamento e soccorso a Tripoli. Summit di Bruxelles, Gentiloni: riforma Dublino ancora lontana»
Avanti tutta per fermare i flussi del Mediterraneo. Malgrado le critiche e le denunce, con tanto di filmati, di Amnesty e di diverse Ong sui salvataggi della guardia costiera libica, Roma ha deciso di affidare a Tripoli il coordinamento dei soccorsi in mare. Il piano, secondo quanto rivela l’agenzia Reuters, prevede entro tre anni di affidare alla Guardia costiera libica la responsabilità di intercettare e soccorrere i migranti in un braccio di mare che comprende circa il 10% del Mediterraneo. L’Italia destinerà circa 44 milioni di euro per espandere la capacità libica, equipaggiando la guardia costiera e consentendole di creare in proprio un centro di coordinamento dei salvataggi e una vasta zona marittima di Search and rescue (ricerca e soccorso, ndr.)
A sei anni dalla caduta di Muammar Gheddafi e con oltre 600mila personeche hanno attraversato il Mediterraneo negli ultimi quattro anni, la Libia continua ad essere divisa tra due governi rivali e con territori (incluse spiagge e porti) in mano a gruppi armati. L’intento dell’Italia e dell’Europa è quello di fermare le imbarcazioni dei migranti. Ma le Ong puntano il dito sulla modalità. Le forze libiche, sostengono le organizzazioni non governative, non sono in grado di gestire in sicurezza i salvataggi e citano, al riguardo, quanto avvenuto a inizio novembre con la morte di una cinquantina di migranti, annegati durante un’operazione di soccorso.
Ad oggi, l’Italia ha fornito alla Libia quattro motovedette e addestrato circa 250 uomini. Anche se in mare, sostengono le Ong, sono oltre 2mila gli uomini chiamati a intercettare e a soccorrere le imbarcazioni dei migranti che prendono il largo dalle coste libiche.
Intanto la strategia italiana, in linea con le grandi priorità della cosiddetta "dimensione esterna" della politica migratoria (quella cioè al di fuori dei confini europei) va avanti con il totale appoggio e sostegno dell’Ue. Lo ha confermato anche ieri il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, al termine del summit di Bruxelles. «L’iniziativa italiana di quest’anno è stata apprezzata in modo molto rilevante, ed è importante che lo sia dai leader dei Governi dei più diversi orientamenti e famiglie politiche, c’è un riconoscimento unanime dei passi fatti per la lotta contro i trafficanti di esseri umani».