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Manovra, spunta maxi-condono edilizio
22 Maggio 2010
Articoli del 2010
Negli articoli di Luisa Grion e Roberto Petrini informazioni sul provvedimento anticrisi: per il governo pagano i cittadini, guadagnano i profittatori e gli abusivi. La Repubblica, 22 maggio 2010

Berlusconi vuole alternative ai tagli pesantissimi alla spesa pubblica di Tremonti

di Luisa Grion

«Serve -ha detto il premier- una discussione nel Pdl». Ma il Tesoro ha fretta e prepara una stretta per gli statali e un´addizionale sulle pensioni d´oro.

Il governo serra le fila, l´opposizione parte all´attacco. Il varo dei provvedimenti che dovrebbero rimettere in sesto i conti pubblici non ha più una data certa: si pensava a martedì, ma potrebbe slittare fino a giovedì o venerdì della prossima settimana. Berlusconi ora vuole che sul testo vi sia la massima coesione nella maggioranza e nello stesso Pdl e - prima del Consiglio dei ministri - intende riunire la consulta economica del partito o l´ufficio di presidenza. Rallentamenti che si riverseranno anche sulla presentazione del testo alle parti sociali prevista inizialmente per lunedì .

Il governo quindi resiste alle pressioni del ministro Tremonti - che ieri sera ha avuto una cena a palazzo Grazioli con il premier e Gianni Letta - e prende tempo. Ma in attesa di limare il contenuto del testo e trovare gli accordi si accendono le polemiche e si moltiplicano le proteste. Pierluigi Bersani, leader del Pd, ci va giù deciso: «Il governo la smetta con la penosa propaganda del tipo "non metteremo le mani nelle tasche degli italiani". La smetta con annunci di lotta all´evasione che si risolvono sempre con condoni, fino a veri e propri riciclaggi di Stato». Il Paese, ha detto Bersani, «ha un problema vero: serve coraggio, serve una vera manovra economica che non sia ulteriormente depressiva, che non sia l´ennesimo tirare a campare». La ricetta, per il Pd, è una sola: «Bisogna alleggerire rapidamente il lavoro, l´impresa e le famiglie e mettere il carico sulla rendita e sulle ricchezze».

Il governo smentisce le accuse: «Non ci saranno nuove tasse, né interventi sulle pensioni» ha ribadito il ministro Sacconi. Ma le sue parole non sono bastate a calmare le polemiche della categorie interessate: dirigenti pubblici in primis, chiamati (se con stipendio superiore agli 80-100 mila euro annui) ad un contributo di solidarietà del 10 per cento. Una misura, a detta dei tecnici, di applicazione non scontata perché a parlare di taglio secco dello stipendio si può incorrere nel rischio di anticostituzionalità per mancato rispetto dei contratti collettivi di lavoro: più facile, semmai, agire sui fondi per i risultati raggiunti o con un´una tantum fiscale. Comunque sia, i dirigenti sono sul piede di guerra: «Se ci mettono un dito nell´occhio arriveremo allo sciopero - promette Antonio Zucaro, vicepresidente del sindacato di categoria Cida-Fp - non ci stiamo ad essere additata come l´unica categoria detentrice di sprechi e privilegi». Alta tensione anche nella scuola, dove la Flc-Cgil annuncia la mobilitazione e pensa ad un possibile sciopero generale.

Statali e previdenza, due anni di una tantum

e spunta un condono edilizio da 6 miliardi

di Roberto Petrini

Mail, tabelle, scambi concitati di telefonate, tecnici mobilitati: il lungo week end della «Finanziaria» 2011-2012 da 27,6 miliardi è cominciato ieri e, se la tabella di marcia imposta da Tremonti in modo ultimativo, sarà rispettata si concluderà nella notte di lunedì. Anche se, secondo voci circolate ieri, non è escluso che la data di martedì salti e si vada verso un mini rinvio. E nelle ultime ore è spuntata anche l´ipotesi di un condono edilizio ben più consistente di quello relativo alle cosiddette case fantasma: la sanatoria potrebbe essere allargata ad altre fattispecie e portare nelle casse dello Stato fino a 6 miliardi di euro.

«Sacrifici», aveva annunciato, per primo Calderoli, e per pensionati e statali sarà così. La parola chiave che emerge con maggiore nettezza nelle ultime ore è «una tantum», o meglio «due tantum», giacché il prelievo straordinario varrà per il 2011 e 2012. Le categorie interessate sono molte (sebbene alcuni avanzino questioni di costituzionalità): in primo luogo gli statali che guadagnano più di 80 mila euro lordi annui, si tratta di una platea di circa 20 mila individui tra i quali figurano dirigenti di prima fascia, magistrati, professori universitari, dirigenti di seconda fascia delle agenzie fiscali, diplomatici e prefetti. Per la parte eccedente gli 80 mila euro di queste buste-paga il prelievo una tantum sarà del 10 per cento. L´altra una tantum biennale riguarderà le pensioni d´oro: è possibile che il tetto oltre il quale si sarà sottoposti al prelievo del 10 per cento salga dai 3.500 ai circa 5.000 euro. Dalla «tassa» tuttavia resterebbe escluso il settore privato: un intervento sarebbe possibile sugli stipendi alti attraverso i sostituti di imposta, ma in questa fase viene categoricamente escluso ogni intervento patrimoniale.

Sta lievemente cambiando nelle ultime ore il profilo dell´intervento sulle finestre pensionistiche che frutterà 1,6 miliardi. Le finestre per l´uscita in «vecchiaia» (65 anni) dovrebbero scendere da 4 a 1 (e non essere solo dimezzate come si è detto fino ad oggi), mentre per quelle di anzianità si valuta un dimezzamento (da 2 a 1) oppure un mantenimento dell´attuale livello.

Nell´ambito previdenziale, oltre alla riforma del sistema di erogazione delle indennità di accompagnamento per gli invalidi che saranno legate al reddito, si prepara una cancellazione degli enti previdenziali minori, come quelli dei marittimi, dei musicisti e dei dipendenti postali. Altri risparmi verranno dall´accorpamento degli enti di ricerca, come l´Isae e l´Isfol, da taglio alle consulenze, alle missioni e da un sforbiciata del 15 per cento alla spesa corrente. Oltre alla riforma del patto di stabilità per gli enti locali e tagli per 4 miliardi per Regioni e Comuni.

Resta confermato anche il congelamento del contratto di lavoro per gli statali, il blocco degli automatismi per il 2010, il raddoppio (da tre a sei mesi) dei tempi di attesa per ottenere la liquidazione e la conferma del blocco del turn over. Colpite anche le indennità di ministri e sottosegretari: il taglio sarà del 10 per cento, il doppio di quanto annunciato in un primo momento dal governo. Dalla manovra naturalmente non sarà esente la spesa sanitaria che dovrebbe subire un taglio di 2,5 miliardi con una stretta sui farmaci e l´istituzione dei centri di acquisto regionali. Resta in bilico l´ipotesi della reintroduzione di un ticket sulla specialistica da 7,5 euro.

Sulla lotta all´evasione si preannunciano misure «forti»: oltre all´intensificazione degli strumenti di contrasto come il «redditometro», si parla di una reintroduzione della tracciabilità del denaro contante introdotta dal governo Prodi. Una misura che non sorprenderebbe perché nei giorni scorsi è stato reintrodotto l´obbligo di segnalare l´elenco dei clienti e dei fornitori.

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