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Barbara Jerkov
Manifesti di partito con il Papa
6 Aprile 2006
Articoli del 2005
Conquistati dalla voglia di apparire, continuano a darsi la zappa sui piedi. Da la Repubblica del 4 aprile 2005

ROMA - Il cordoglio è, c´è da giurarci, sincero. Il pensiero largamente condiviso. Ma esprimere il lutto per Giovanni Paolo II con manifesti di partito nel giorno delle elezioni potrebbe indurre effettivamente in un qualche sospetto. Di qui accuse incrociate (perché a Roma e in Calabria i manifesti li hanno affissi nottetempo Ds e Margherita, a Napoli ci ha pensato An), denunce e sgarbi vari. Morale: ieri è dovuto intervenire il Viminale, ordinando di rimuovere tutto o quanto meno coprire i simboli di partito sui manifesti per il Papa.

Se non ci fosse stata la battaglia dei manifesti, ieri, la prima giornata elettorale sarebbe corsa via senza storia. Affluenza nella media, opinione pubblica distratta da quanto sta accadendo in Vaticano, improvviso disinteresse generale dopo settimane di campagna all´ultimo sangue per quello che succederà dopo. Invece, come si diceva, la tregua spontaneamente scoppiata davanti al lutto è saltata a metà pomeriggio, ufficialmente.

Accade infatti che ieri mattina Roma si sia svegliata tappezzata di belle fotografie del Papa, ripreso di tre quarti, con la scritta "Un uomo buono". Firmato: Democratici di sinistra. La firma, in basso a destra, per la verità è piccola. Ma è innegabilmente lì. In un giorno di silenzio elettorale. E anche questo è innegabile.

La Margherita, a sua volta, ha avuto un pensiero assai simile, stampando manifesti con parole autografe di Giovanni Paolo II dedicate alla solidarietà («E´ lo spirito di solidarietà che deve crescere nel mondo, per vincere l´egoismo delle persone e delle nazioni»), che il Papa pronunciò il 4 novembre 2000, in occasione del Giubileo dei governanti e dei parlamentari. Un bel modo per ricordarlo pure questo, solo che qui il simbolo del partito è perfino più visibile, anzi decisamente vistoso.

I partiti del centrodestra - vuoi per un´interpretazione più rigida su come sia da intendersi il concetto di silenzio elettorale; vuoi, a esser proprio maliziosi, perché loro invece non ci avevano pensato - sono montati su tutte le furie, correndo rapidamente ai ripari. Prima hanno diffuso una nota congiunta delle segreterie nazionali di Forza Italia, An e Udc che esprime «riprovazione» per un´iniziativa che, si legge, «viola sia le normali leggi sulla propaganda, sia l´impegno d´onore tra maggioranza e opposizione per creare le condizioni di un rispettoso silenzio di fronte a questo evento straordinario». Poi si sono rivolti direttamente al ministro dell´Interno, chiedendogli di fare qualcosa.

Pisanu, constatato che la violazione per esserci c´era, ha subito provveduto a ordinare ai sindaci la rimozione dei manifesti. Ds e Margherita si giustificano, protestando il loro «rispettoso cordoglio», oltre al fatto che comunque a Roma sulle schede elettorali non figura il simbolo degli uni né quello degli altri (è vero: corrono tutti insieme sotto "Uniti nell´Ulivo"). «Sarebbe stato molto più corretto, autentico e rispettoso, attendere la fine delle operazioni elettorali per manifestare i propri sentimenti», protesta a sua volta il ministro Alemanno, comunque scontento. «Nessuno strumentalizzi l´immagine di un grande della storia», gli fa eco il forzista Tajani. Un assessore calabrese di An, Basile, ha presentato direttamente denuncia alla Digos di Vibo Valentia. «Almeno il Papa lasciatelo stare», tuona Storace, esprimendo tutto il suo «sdegno».

E lo sdegno sarebbe anche comprensibile se non fosse che a Napoli è stata proprio An ad avere lo stesso commosso pensiero per il Pontefice scomparso, coprendo i muri cittadini di foto di Giovanni Paolo II "firmate" con il simbolo biancazzurro del partito di Via della Scrofa. In questo caso è stato il centrosinistra a saltar su. Il verde Pecoraro Scanio ha annunciato immediatamente un esposto all´autorità giudiziaria: «Si tratta di una strumentalizzazione del Pontefice offensiva e illegale, oltre che di una speculazione elettorale di pessimo gusto», afferma; «affiggere manifesti di partito con l´immagine del Papa, dopo che la politica nazionale ha addirittura annullato i comizi in segno di rispetto nei suoi confronti, appare una scelta di estrema pochezza». Anche il sindaco Iervolino e il governatore uscente Bassolino non l´hanno presa affatto bene. «Sono veramente addolorato», ha dichiarato quest´ultimo. «Una speculazione illegale e di pessimo gusto», ha fatto presente, con maggiore veemenza, il sindaco.

Qui, a Napoli cioè, è An a sdrammatizzare, invitando tutti a «non fare polemiche fuori luogo». «Ognuno mette sui manifesti ciò che vuole e ha il diritto di salutare un uomo del genere», taglia corto il candidato della Cdl alla presidenza della Regione, Bocchino. Anche perché alla fine Alemanno è stato costretto a bacchettare pure lui: «La direzione nazionale di An non sapeva nulla di questi manifesti, rimuoveteli subito», ha ordinato in una brusca telefonata. A sera, Pecoraro Scanio fa a sua volta sapere di aver senz´altro apprezzato l´intervento di Pisanu. E se non fossero le ore che sono, si potrebbe addirittura dire che tutto è bene quel che finisce bene

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