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Malpensa: la tri-assemblea comunale a Lonate
10 Novembre 2012
Padania
Nel comunicato stampa dell'Unione dei Comitati del Comprensorio di Malpensa per la tutela dell’Ambiente e della Salute, 10 novembre 2012, la storia di una deportazione in corso, che si merita una

postilla (f.b.)

Prima del sorprendente“triconsiglio” comunale, poi rinominato “assemblea”, in cui si parlerà di aree più o meno delocalizzate, riteniamo opportuno rinfrescare la memoria citando un nostro comunicato stampa in data 17 Settembre 2002.

“A fine Febbraio 2000 i Sindaci pro tempore di Somma Lombardo, Ferno e Lonate Pozzolo firmarono l'accordo di "delocalizzazione" che dava a Malpensa la "licenza di uccidere". Questo perché, con la firma dei tre Sindaci (Brovelli, Canziani e Colombo) si creava, per i residenti in certe zone a ridosso del sedime aeroportuale individuate come particolarmente rumorose, la possibilità di vendere casa e trasferirsi altrove. L'operazione veniva definita di "mitigazione" e Malpensa poteva così svilupparsi, con licenza di uccidere chi restava. L'assenso dei tre Sindaci fu bollato, forse mai adeguatamente, già a suo tempo. L'individuazione delle zone inserite nell'accordo omicida fu effettuata sulla base di ipotetiche curve isofoniche stabilite prima dell'apertura di Malpensa 2000, cioè con un traffico teorico e rotte provvisorie (tali sono ancora). Le persone delocalizzabili secondo l'accordo erano nell'ordine delle centinaia mentre, secondo il Ministro dell'Ambiente di allora, Edo Ronchi, entro l'area dove diventava disumano vivere si venivano a trovare migliaia di cittadini. Quindi noi chiedemmo: si delocalizzino invece gli aerei! (Patto per il Territorio, Turbigo, 19/02/00) Ora si può tristemente verificare, leggendo i dati rilevati dalle centraline della rete di misura del rumore, che in aree soggette all'accordo, per esempio Somma-Case Nuove, Lonate-S. Savina e Lonate-Moncucco, il rumore rilevato è inferiore a quello di Somma-Rodari, Somma-Cabagaggio, Arsago-Cimitero, Casorate-Monte Rosa… aree a cui l'accordo non si applica.”

Come si sa, solo una parte degli aventi diritto vendette casa all'ALER e si trasferì, ed i colpi di coda di questo iniquo accordo si vedranno lunedì sera. Innanzi tutto è utile sottolineare la “mancata par condicio del rumore”, così la definimmo all'epoca, e cioè che chi subiva un rumore più elevato doveva restare. Negli anni si verificarono poi variazioni del traffico aereo, attualmente sceso a livelli tali per cui l'accordo di delocalizzazione, applicato col criterio del superamento dei 65 dB, ora sarebbe rivoluzionato da livelli di rumore probabilmente ridotti, cioè case ieri delocalizzate forse oggi non lo sarebbero più. Livelli di rumore che, se il gestore della rete di misura del rumore (SEA) pubblicasse i dati come dovuto, potremmo meglio conoscere.

Quindi delocalizzazione farsa e falsa, costata enormi somme di danaro ai contribuenti e in procinto di costare altri 12 milioni d Euro, presi non si sa bene dove o, come è già stato segnalato, forse sottratti agli scopi a cui erano destinati. 12 milioni che, se è vero quel che sembra, odorano di scambio, per non dire di ricatto. Quindi altri soldi che finiranno nel buco nero di Malpensa senza che producano alcun utile collettivo. Cosa ci dobbiamo aspettare ora da questi 3 sindaci? Definendo “licenza di uccidere” l'accordo di delocalizzazione che permetteva lo sviluppo di Malpensa, fummo facili profeti perchè i danni provocati dagli aeroporti si conoscono da decenni e quindi non è stata una sorpresa il +54% di decessi nei Comuni del CUV rispetto al + 10% nel resto della provincia. Non avremmo voluto ma ora contiamo i morti.

I Sindaci di oggi, appollaiati come avvoltoi sulle spalle del + 54%, contano invece i soldi per l'abbattimento degli immobili liberati dall'accordo fallito. Se nella storia di Malpensa scriviamo ora questo ulteriore grottesco capitolo, se Malpensa tutto può permettersi, è perché gli Enti Locali a tutto acconsentono. Sindaci, rompete il muro di omertà, avete dati terribili sulla salute dei vostri cittadini, fate il vostro dovere: intervenite! Gallarate, 10 novembre 2012

UNI.CO.MAL. Lombardia - Il Presidente Beppe Balzarini

Postilla
Come forse si intuisce dal testo, la delocalizzazione di ampie fasce dell’abitato attorno al baraccone di Malpensa, prima pista militare poi hub internazionale e in futuro chissà, riguarda la vita di famiglie, l’economia locale, per dirla con un po’ di retorica la carne e il sangue delle generazioni. Manco fossimo a Fukushima, si deporta la gente, e le istituzioni aiutano tra l’altro nel tempo vari soggetti a speculare sugli immobili, in cambio di cose misteriose. Perché a fronte di una devastazione a dir poco spaventosa di un ampio territorio ex rurale e naturale (siamo in piena valle del Ticino, il parco regionale che l’Europa ci invidiava) c’è un’infrastruttura monca, dal futuro incerto, un aeroporto che come può raccontare chiunque ci sia passato lavora assai al di sotto delle capacità attuali. Ma che egualmente si vuol continuare ad ampliare, nella solita logica per cui prima si fanno le opere, e poi si pensa a se e come usarle per qualche scopo. Anche Malpensa si inserisce nel delirio liberista-mafioso-insostenibile della cosiddetta Città Infinita, delle opere scombinate utili solo a chi le fa, o a chi le autorizza. Prima si poteva dare la colpa a Formigoni, e adesso? Adesso siamo in piena crisi del modello di sviluppo ciellino, ma ammazzali se i signori dell’opposizione candidati alla “alternativa” hanno aperto bocca su qualcosa di simile a un’idea, sul sistema aeroportuale, dei poli urbani, sulle infrastrutture di collegamento. Ovvero su quanto consentirebbe almeno di dare un senso, per quanto tragico, alle deportazioni di persone di cui ci ha brevemente raccontato il comunicato stampa (f.b.)

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