SARÀ UNA BELLA DOMENICA. Nostro figlio Pietro e la sua bella moglie Paola con gli adorati nipotini Luisa e Carlo ci hanno invitato a un pranzo in campagna, a Truccazzano, fra Melzo e Gorgonzola. Fuori le mura, che oggi sono i bastioni ferroviari con i loro sottopassaggi, dove incominciano le code, che poi proseguono all’infinito sulla Rivoltana o sulla Paullese, dove ogni cento metri c’è un semaforo, sempre rosso. È la domenica della società del disagio. Siamo quelli che la televisione intervista quasi ogni giorno: «Da quanto siete in coda?». «Un’ora da Piazza Duomo». «Tre ore da Varese». Sguardo rassegnato ma con una punta di compiacimento. I figli trentenni si agitano, inutilmente, ma si agitano. Ciascuno con il suo telefonino, e un portafogli gonfio di tessere, come la reclame delle pagine gialle, telefonano al ristorante di Truccazzano, all’Automobil club, alle informazioni sul tempo, gli dicono che pioggia e nebbia sono assicurati, sembrano confortati. Chi resiste bene sono i nipotini, leggono i fumetti o guardano gli album delle bestie feroci, bevono gazzosine, si addormentano di traverso con la testa appoggiata a un finestrino; resiste bene anche il nonno, che sarei io, trasportato come un pacco attraverso la orrenda metropoli che ha sommerso la campagna, divorato i filari dei gelsi, nascosto le abbazie di Chiaravalle e di Vimodrone.
I BAMBINI E IL NONNO resistono anche quando il pulmino giapponese si rompe e i coniugi freneticamente con i loro telefonini cercano taxi e carri attrezzi che arriveranno dopo quaranta minuti, giusto il tempo per far riparare i bambini e il nonno nel bar di un ipermercato olandese. I bambini che guardano i fumetti, il nonno che guarda la televisione gigante dove c’è Mike Bongiorno che dopo mezzo secolo fa ancora i quiz e chiede a bambini ipernutriti quando è nato Napoleone o è stata scoperta l’America, la trasmissione si chiama Genius. Arrivano anche una birretta che sa di ammoniaca e delle piadine color rosa cerotto, precotte con ripieno di prosciutto stracotto e di una salsina bianca come la coccoina. Serve una camerierina arrivata da Capo Verde per conoscere i paesi del benessere. Abita con otto familiari in due stanzine del piano servizi interrato dell’ipermercato. Arriva il carro attrezzi, arriva il taxi, rientriamo a Milano dopo tre ore di avventura, i nipoti leggono i fumetti o dormono di traverso, i figli sono soddisfatti dei loro telefonini, forse in frigorifero c’è una scatoletta di tonno e in televisione Buona Domenica di Costanzo.