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Giuseppe Natale
Ma quale Expo?
5 Dicembre 2007
Milano
Critica a un centrosinistra che a Milano in gran parte sembra inseguire acriticamente progetti e prospettive del centrodestra. Il manifesto, 5 dicembre 2007 (f.b.)

É sconcertante e, per molti aspetti, inquietante l’intervento di Marco Cipriano, consigliere regionale di Sinistra Democratica ( Un Expo possibile, pagina milanese del Manifesto del 2 dicembre scorso). Tutto subalterno allo stato di cose esistente. Non un cenno al pensiero unico che ha benedetto la candidatura di Milano e ne ha condiviso forma e sostanza. Il presidente della Provincia Penati si è addirittura attribuito una delega specifica Expo!? Non è da considerare disgraziata la città che punta le sue carte su un evento esterno (soprattutto nel senso di alterdipendente), come panacea ai suoi mali? E se la candidatura non verrà accolta? Perché non si entra nel merito della questione?

Cerchiamo di aprire gli occhi. Lo sanno tutti. Il progetto di candidatura di Milano a Expo 2015 è segnato inequivocabilmente ed irrimediabilmente (se non si organizza una seria opposizione e una seria alternativa) dal dominio della rendita e della speculazione immobiliare e finanziaria.

Conferma e porta avanti, con prepotenza ed arroganza (le critiche e le opposizioni anche giuridiche dei comitati di cittadini non contano niente: tolleranza zero!), i grandi ed orrendi interventi urbanistici (Fiera, Isola/ Garibaldi/Repubblica, Santa Giulia, Magneti Marelli e Cascina San Giuseppe, Porta Vittoria, il colosso cementizio del Cerba assieme alla Provincia, ecc.), il demenziale piano dei parcheggi che sta sventrando anche le zone archeologiche della città, la prevalenza delle strade e della gomma e del mezzo privato nel sistema della mobilità (riconferma dell’autostrada urbana “Gronda Nord”, tangenziali, Brebemi, ampliamenti degli accessi autostradali alla metropoli, ecc.). Riusciamo ad immaginare gli effetti disastrosi sull’ambiente e sulla qualità della vita urbana?

Anche di fronte ai cambiamenti climatici, siamo sicuri che si arrivi al 2015 “sani e salvi”, se non si interviene subito sull’attuale situazione di congestione degrado e crisi ecologica con progetti e piani che avviino un radicale cambiamento del modello di sviluppo e delle forme di governo metropolitano e sovracomunale?

Convinto della bontà in sé dell’evento fieristico e mercantile, Cipriano arriva addirittura a proporre una “legge di scopo: pensata solo e soltanto per l’Expo”: una vera e propria aberrazione! E’ una bella trovata per dare un’altra mano al rafforzamento del progetto del centro-destra, di Moratti e Formigoni!

L’ultima chicca arriva dall’affermazione finale di Cipriano che santifica l’Expo come “un’opportunità per rilanciare la città metropolitana: una città ridisegnata (dai cementificatori?), rinnovata, vivibile per chi la abita e fruibile per chi la frequenta”. E’ l’ennesima ritualistica invocazione general generica che viene ripetuta da almeno un trentennio. Vogliamo davvero mettere con i piedi per terra la questione della democrazia urbana e della partecipazione protagonistica dei cittadini (in particolare di quelli più consapevoli ed attivi e critici che operano nei comitati, nelle associazioni, nelle organizzazioni no profit ecc.)?

Si scoprirebbe allora che è da mettere in discussione il moloch del Comune unico di Milano, che comanda in modo autocratico; che danneggia le sue periferie e le sue circoscrizioni e i centri urbani dell’area metropolitana; che sminuisce e nullifica i compiti della Provincia, vaso di coccio tra il colosso Milano e lo “stato” Regione; che costituisce il vero ostacolo allo sviluppo della democrazia urbana e a quello economico sociale civile culturale dell’intera area metropolitana.

Perché non si prende l’iniziativa di attuare la Costituzione proponendo l’istituzione della Citta Metropolitana, come forma di governo sovracomunale e abolendo la Provincia di Milano e quella istituenda di Monza/Brianza? Perché non si contrasta la proliferazione di enti, fondazioni, agenzie, società miste che formano ormai una specie di giungla in cui i beni pubblici e i beni comuni vengono sbranati da interessi privati grandi e medi e piccoli e da clientele politico-partitiche?

Non voglio credere che le posizioni della Sinistra Democratica sull’Expo coincidano con quelle espresse da Cipriano. Perché non dare credito al Comitato NoExpo che per primo ha saputo porre la questione in chiave critica aprendo positivi spazi alternativi? Occorre riprendere ed allargare, fuori dai recinti degli addetti ai lavori e dei soliti noti e dalle liturgie ideologiche e partitiche, un dibattito serio ed approfondito, uno scambio di idee, conoscenze e proposte per arrivare a decidere che fare.



Giuseppe Natale, è promotore del Comitato per la Città Metropolitana

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