Che succede dentro il ministero dei Beni Culturali? Al mattino il licenziamento di Salvatore Settis dalla presidenza del Consiglio Superiore appariva fuori discussione. Il comunicato del sottosegretario Francesco Giro era chiarissimo: «Considero irrimediabilmente lacerato il rapporto fiduciario, ci auguriamo che il professore ne tragga al più presto le dovute conseguenze». In serata l´intervento rasserenante di Bondi, che annuncia «un colloquio di chiarimento» con Settis, nel «grande rispetto per lo studioso» e nella «speranza di continuare la collaborazione». E la veemente sortita di Giro? Su questo, silenzio. I collaboratori del ministro parlano di "un´iniziativa personale" del sottosegretario, certamente non condivisa dal titolare del Collegio Romano. Il quale già sabato aveva replicato a Settis con accenti che non preludevano a una liquidazione. Solo una diversità di vedute tra l´ottimista Bondi e il suo vice furioso, o minacce di guerra di alcuni ambienti del ministero contro il direttore della Normale?
Negli ultimi anni Salvatore Settis è stato protagonista nel nostro paese d´una agguerrita battaglia contro la svendita del patrimonio culturale. Italia Spa è il titolo d´un suo celebre saggio contro l´assalto dei nuovi barbari. L´ultimo articolo di questa campagna è uscito sul Sole 24 ore venerdì scorso, ed è questo l´intervento che ha suscitato l´indignazione di Giro. Conti alla mano, Settis registrava uno stridente contrasto tra le lodevoli intenzioni di Bondi - nella direzione della tutela del paesaggio e del potenziamento delle Soprintendenze - e la politica economica del governo, che di fatto sottrae al ministero dei Beni culturali oltre un miliardo di euro. «Un colpo mortale», scrive Settis. Tagli di tale entità preluderebbero a una definitiva abolizione del ministero, oppure alla sua riduzione a "uno stato larvale", con grande beneficio per le regioni che ne erediterebbero la tutela del paesaggio. Si tratterebbe insomma d´una devolution strisciante e l´obiettivo sarebbe probabilmente il decentramento suggerito da Lombardia e Veneto. Fin qui Settis.
«Apocalittico e irrituale nella forma pubblica», replica Sandro Bondi sul Sole di sabato. "Eccessivo" perché nulla può far temere una liquidazione del ministero e «irrituale perché Settis è stato da me appena confermato presidente del consiglio superiore per i beni culturali». In altre parole, se il professore aveva qualcosa da dire, la sede per dirla poteva essere proprio il ministero. Un intervento in sostanza interlocutorio, che faticosamente tenta di smontare gli argomenti di Settis. Niente che però faccia pensare a una rottura.
Ieri mattina l´esternazione del sottosegretario Giro, che annuncia con toni gravi il licenziamento. «La critica dura e sferzante è legittima», premette il viceministro, ma quando «viene esibita con disinvoltura sui giornali da chi ha responsabilità istituzionali» diventa strumentale e pericolosa. Il rapporto è lacerato, «ci auguriamo che il professore ne tragga al più presto le dovute conseguenze». Ci auguriamo, scrive il viceministro. Plurale maiestatis o che altro? Ma no, intervengono in serata i collaboratori di Bondi. Il ministro è ottimista, molto ottimista. Domani alle 11 il chiarimento con Settis. Solo una nuvoletta, passerà presto, rassicurano dal ministero. Chissà se Giro ne è stato informato.=252) refR=refR.substring(0,252)+"...";//-->