Urban sprawl in Europe. The ignored challenge
European Environment Agency, Report n. 10/2006
L’Agenzia Europea per l’Ambiente dell’Unione Europea, in un Rapporto da pochi giorni scaricabile dal suo sito web, ha affrontato la problematica della dispersione insediativa: una “sfida ignorata” dai governi nazionali e locali sulla quale si suggerisce che il governo europeo debba intervenire con più decisione.
Fra il 1990 e il 2000 in Europa sono stati urbanizzati più di 800.000 ettari di suolo: un’area tre volte più grande del Lussemburgo; e se questa tendenza proseguirà inalterata, si assisterà a un raddoppio del suolo urbanizzato nei prossimi cent’anni, con un impatto drammatico sui consumi di energia e di risorse territoriali e, soprattutto, sulle emissioni di gas serra ed i cambiamenti climatici. Nel Rapporto si sottolinea più volte la stretta correlazione fra deregolamentazione urbanistica e dispersione insediativa: “where unplanned, decentralised development dominates, sprawl will occur in a mechanistic way”, e si auspicano modelli compatti e policentrici di sviluppo urbano, già più volte invocati nei documenti di politiche di sviluppo territoriale dell’OCSE e dell’UE e, in particolare, nello Schema di Sviluppo dello Spazio Europeo. Si sottolinea altresì che compattamento e policentrismo potranno essere effettivamente ed efficacemente realizzati soltanto attraverso piani elaborati alla scala pertinente (ovviamente sopracomunale) e con indirizzi forti e condivisi.
Utilizzando la base di dati Corine Land Cover 2000 e la metodologia MOLAND, il rapporto illustra, anche attraverso la cartografia tematica, le tendenze alla dispersione all’opera su alcune macroregioni: le regioni densamente popolate, ma anche i territori che hanno beneficiato degli aiuti delle politiche regionali dell’Unione Europea e le fasce costiere. In particolare, si sottolinea il rischio che i nuovi stati membri dell’UE, per effetto dell’accesso ai Fondi di Coesione, possano nei prossimi anni registrare dinamiche di consumo di suolo simili a quelle dell’Europa più sviluppata.
Inoltre, si riportano i risultati dei casi di studio relativi a sette città che costituiscono sia buoni che cattivi approcci alla pianificazione urbana.
Nell’ultimo capitolo si affronta il tema delle politiche di governo dello sprawl urbano. Riconosciuto che gran parte dei problemi ambientali che affliggono le città sono originati da elementi esogeni (l’economia di mercato globale, le reti di traffico trans-europee, i grandi cambiamenti sociali, economici e demografici, l’inquinamento cross-boundary, etc.), si afferma con determinazione che soltanto superando la frammentazione locale e valorizzando il coordinamento intergovernativo e la pianificazione di area vasta sarà possibile porre sotto controllo un modello di sviluppo urbano che produce costi pubblici e collettivi insostenibili.
Secondo l’EEA, il governo europeo può, e deve, svolgere un ruolo importante: perché l’adesione al protocollo di Kioto gli consente di intervenire sui paesi membri che non ottemperino alle leggi in materia ambientale emanate in sede europea; e, inoltre, perché potrebbe subordinare l’attribuzione dei Fondi Strutturali e di Coesione 2007-2013 all’ottemperanza a linee guida appositamente predisposte per sollecitare un più deciso impegno dei paesi membri nel controllo dello sprawl.
Le linee guida, conclude il rapporto, potrebbero subordinare la attribuzione dei Fondi alla presenza di piani integrati alla scala sopralocale che salvaguardino il territorio rurale; alla realizzazione, da parte dei governi nazionali e locali, di investimenti volti a garantire l’adeguamento alle disposizioni legislative dell’Unione Europea in materia di qualità dell’aria, del trattamento delle acque e dei rifiuti, e dell’inquinamento acustico, e a ridurre la congestione del traffico attraverso il potenziamento del trasporto pubblico. Infine, si potrebbero co-finanziare azioni e progetti scaturiti da piani urbanistici e territoriali che pongano al centro il controllo dello sprawl e la riqualificazione ambientale delle aree urbane.
Su eddyburg_Mall la sintesi in italiano del Rapporto; da qui si può scaricare direttamente dal sito EEA Report n. 10/2006(f.b.)