Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che istituisce un quadro per la protezione del suolo e modifica la direttiva 2004/35/CE (presentata dalla Commissione)
Il suolo è una risorsa essenzialmente non rinnovabile e un sistema molto dinamico, che svolge numerose funzioni e fornisce servizi essenziali per le attività umane e la sopravvivenza degli ecosistemi. Dalle informazioni disponibili emerge che, negli ultimi decenni, si è registrato un aumento significativo dei processi di degrado dei suoli e ci sono elementi che confermano che, in assenza di interventi, tali processi continueranno ad aumentare.
Il suolo è sottoposto a pressioni ambientali sempre più forti in tutta la Comunità, determinate o acuite dalle attività umane, come pratiche agricole e silvicole inadeguate, attività industriali, turismo o sviluppo urbano. Tutte queste attività stanno danneggiando la capacità del suolo di continuare a svolgere tutta l’ampia gamma di funzioni indispensabili che offre. Il suolo è una risorsa di interesse comune per la Comunità, anche se in massima parte di proprietà privata: se non si interverrà per proteggerlo la sostenibilità e la competitività a lungo termine dell’Europa ne soffriranno. Il degrado del suolo incide, inoltre, notevolmente anche su altri aspetti di interesse comune per la Comunità, come le acque, la salute umana, i cambiamenti climatici, la tutela della natura e della biodiversità e la sicurezza alimentare.
La legislazione proposta, finalizzata a proteggere il suolo e a conservane la capacità di svolgere le funzioni ambientali, socioeconomiche e culturali che offre, è perfettamente compatibile con gli obiettivi di cui all’articolo 174 del trattato CE e tiene conto della varietà di situazioni che caratterizza le diverse regioni della Comunità. Il testo è fondato sui principi della precauzione e dell’azione preventiva, sul principio della correzione, in via prioritaria alla fonte, dei danni causati all’ambiente e sul principio “chi inquina paga”. Infine, si è basato su un’analisi dei potenziali costi e benefici di un intervento o di un mancato intervento e sul rispetto dello sviluppo socioeconomico della Comunità nel suo complesso e sullo sviluppo equilibrato delle singole regioni che la compongono.La direttiva proposta contempla i seguenti elementi:– istituzione di un quadro comune per la difesa del suolo basato sui principi della conservazione delle funzioni del suolo, della prevenzione del suo degrado e della mitigazione degli effetti di tale degrado, del ripristino dei suoli degradati e dell’integrazione di queste problematiche in altre politiche settoriali; – obbligo di individuare, descrivere e valutare l’impatto di alcune politiche settoriali sui processi di degrado del suolo al fine di tutelarne le funzioni; – obbligo per i proprietari di terreni di adottare misure di precauzione nei casi in cui si possa presumere che l’utilizzo che fanno del suolo possa ostacolare in maniera rilevante le funzioni svolte dal suolo; – approccio al fenomeno dell’impermeabilizzazione del suolo volto a garantire un utilizzo più razionale del terreno secondo quanto stabilito dall’articolo 174 del trattato CE e a mantenere il maggior numero possibile di funzioni del suolo; – individuazione delle aree a rischio di erosione, diminuzione di materia organica, salinizzazione, compattazione e smottamenti, e istituzione di programmi nazionali di misure. Occorre identificare l’estensione delle aree che presentano i rischi elencati; ai fini della coerenza e della comparabilità, i rischi devono essere identificati in base ad elementi comuni, tra cui parametri riconosciuti come cause di vari problemi considerati. Sarà inoltre necessario adottare obiettivi di riduzione del rischio e programmi di misure per conseguire tali obiettivi. I programmi potranno fondarsi su norme e misure già individuate e messe in atto in ambito nazionale e comunitario; – misure per contenere l’immissione di sostanze pericolose nel suolo, per evitarne l’accumulo che potrebbe ostacolare lo svolgimento delle funzioni del suolo e comportare un rischio per la salute umana e per l’ambiente; – istituzione di un inventario dei siti contaminati e di un meccanismo di finanziamento per la bonifica dei siti “orfani”, preparazione di un rapporto sullo stato del suolo e formulazione di una strategia nazionale di bonifica dei siti contaminati individuati. Viene proposta una definizione di “sito contaminato” e predisposto un elenco di attività potenzialmente inquinanti per il suolo: questi due elementi sono il punto di partenza per localizzare i siti che possono essere contaminati e procedere successivamente all’istituzione di un inventario dei siti che risultano effettivamente contaminati. Accanto a ciò, vi è l’obbligo, per i venditori o i potenziali acquirenti, di fornire un rapporto sullo stato del suolo per ogni compravendita di terreni in cui siano avvenute o siano in corso attività potenzialmente inquinanti. Una disposizione analoga, relativa al rendimento energetico degli edifici, è già contemplata dalla normativa comunitaria nell’ambito dell’articolo 7 della direttiva 2002/91/CE.
Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni Strategia tematica per la protezione del suolo
Il database Corine Land Cover5 mette in luce importanti cambiamenti nell’utilizzo del territorio in Europa che hanno ripercussioni sul suolo. Tra il 1990 e il 2000 almeno il 2,8 % del territorio dell’Europa ha subito una variazione in termini di destinazione d’uso, con un importante incremento delle zone urbane. Emergono anche notevoli diversità tra uno Stato membro e l’altro e tra regioni: nel periodo indicato, la percentuale di superficie colpita dal fenomeno dell’impermeabilizzazione variava, ad esempio, dallo 0,3 % al 10 %.
Il documento è di notevole interesse: stabilisce una serie di punti fermi nell’intento di rafforzare considerevolmente la politica europea di difesa dell’integrità del suolo, considerato “risorsa essenzialmente non rinnovabile” e “sistema molto dinamico, che svolge numerose funzioni e fornisce servizi essenziali per le attività umane e la sopravvivenza degli ecosistemi”. Considera il suolo quasi esclusivamente dal punto di vista ecologico. Benchè il brano della “Comunicazione” che riportiamo qui sopra riveli come al legislatore europeo non sfugga il ruolo dell’espansione delle urbanizzazioni nella degradazione della risorsa territorio, non c’è per ora una parola che solleciti i governi a contrastare il consumo urbani di suolo. Ciò dipende certamente da una scelta politica (l’ambiente è pacificamente di competenza dell’Unione europea, l’urbanistica resta affidata pressochè integralmente ai governi nazionali). Ma indebolisce la portata pratica del provvedimento soprattutto in quelle regioni d’Europa (l’Italia) dove lo “sviluppo del territorio” sembra un dogma di tutti i governi nazionali, regionali e locali e di quasi tutti i partit