Trovo francamente grave che Legambiente convochi una conferenza stampa (domani alle 11,30’ presso la propria sede) allo scopo di polemizzare con una associazione come “Italia Nostra” i cui meriti nel cinquantennio trascorso sono indubbiamente grandi. Iniziativa grave sul piano del metodo e dei principi. Tanto più che essa viene corredata da un Libro Bianco sulla materia. Evidentemente per proporsi come l’ambientalismo “buono e ragionevole”, da premiare. I motivi di questa polemica contro “Italia Nostra”? Le critiche da essa rivolte alla Linea C del Metro di Roma, all’energia eolica, al progetto dell’Ara Pacis, nonché il ricorso amministrativo contro l’Auditorium a Ravello. Nell’invito si cita genericamente pure “Urbino” fra i motivi di aperto e polemico dissenso.
Poiché di Urbino mi sono occupato ripetutamente, anche quando ero colà consigliere comunale e parlamentare, dirò questo : 1) se si tratta del vincolo apposto dal soprintendente Scoppola sull’intero centro storico minacciato di piano del colore e di altre “mostruose sciocchezze” (come scrisse Le Goff), mi pare che la misura fosse del tutto ragionevole per una tutela attenta e rigorosa di quella mirabile città ; 2) se si tratta del manufatto in costruzione sotto i Torricini, alla Data, firmato da Giancarlo De Carlo, le prime foto mostrano una copertura non meno “mostruosa” che diverrà presto una discarica. Sono stati già esauriti, fra l’altro, i 12 miliardi di lire stanziati anni fa e non si sa quando arriveranno i denari per completarlo, né ancora si conosce – e questo è inaudito – quale uso si farà del costoso “gioiello”! 3) se infine si tratta del nuovo magazzino della fabbrica di armi Benelli, esso impatta pesantemente col paesaggio sotto i Torricini e costituisce un altro attentato a quel Patrimonio dell’Umanità. Mi sembra che in ogni caso Legambiente caschi malissimo.
Per l’energia eolica siamo tutti, credo, assai perplessi. Decisamente contrari se le grandi pale deturperanno paesaggi di straordinaria bellezza, in Umbria (ne sono previste circa 300) o in Abruzzo. L’Italia non ha deserti, né coste ventose e spoglie. Sulla Linea C il problema delle uscite allo scoperto si pone, indubitabilmente : dove si farà, per esempio, la prevista Stazione Chiesa Nuova ? Su quel sagrato? Infine, Ravello : su quella costiera si è costruito ben più di quanto fosse sopportabile. Non un metro cubo in più mi sembra tollerabile. Oltretutto, mentre sta morendo il Teatro San Carlo, sembra per lo meno strano investire lì milioni e milioni di euro.
Legambiente dovrebbe forse preoccuparsi dei propri numerosi e imbarazzanti “sì” o “ni” : per esempio, al ministro Matteoli, la cui tempra è convalidata dalla lista – recentemente pubblicata da Gian Antonio Stella sul “Corriere della Sera” – dei presidenti dei Parchi Nazionali nominati da quel campione di buongoverno : tutti di AN, tutti politici senza titoli in materia. Che vergogna.