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Franco Cordero
Le sofferenze di re Lanterna
5 Luglio 2010
I tempi del cavalier B.
Come annaspano, che cosa vogliono, lo racconta col suo lessico arguto il grande penalista. La Repubblica, 5 luglio 2010

Nelle icone alchimistiche il re vecchio, quindi debole, divagante, gaffeur, muore e rinasce giovane: in una l´ammazzano dei rivoltosi (Stolcius de Stolcenberg, Viridarium Chymicum, 1524); nell´altra lo divora un lupo, simbolo della materia primordiale, e lui riappare poco distante, uscendo incolume dal fuoco (Maier, Scrutinium chymicum, 1687: cito da Jung). Viene in mente Re Lanterna, al secolo Silvio Berlusconi. Settantaquattro anni sono un´età ancora virile ma ogni tanto l´obiettivo crudele fissa figure che il trucco non ingentilisce, ad esempio, maschere d´ira torva, come chi, soverchiato dai fatti, non sappia dove battere la testa: il governo dorme al punto basso d´una terribile crisi economica; ministri o sottosegretari corrono pericoli penali; uno s´è dovuto dimettere; due o tre stanno sulla corda; in corte d´appello incassa sette anni il vecchio sodale, definito contiguo a poteri mafiosi, e qualora la decisione diventasse res iudicata, sarebbe arduo scindere l´impero d´Arcore da quei precedenti; nel partito l´obbedienza non è più assoluta. Sua Maestà soffre i tempi. Da via Solferino lancia allarmi la bibbia dei moderati, insolitamente disinvolta, senza toccare il monarca, beninteso. L´editoriale del 28 giugno invoca "un colpo d´ala". Chi abbia memoria buona rammenta lo scandaloso "fondo" in cui 65 anni fa l´allora direttore della Stampa, Concetto Pettinato, fustiga l´inerte governo repubblichino: "Se ci sei, batti un colpo"; frase futile nello scenario mondiale, quando mancano poche settimane all´epilogo e relativi rendiconti; da quella compagnia moribonda l´accusatore tardivo non poteva pretendere niente, sapendone l´ignobile storia.

Le cri du coeur non risuona invano. L´indomani un foglio della Casa risponde in gergo ambrosiano: "Silvio s´è rotto dei pirla" (Libero, 29 giugno); l´elegante frase appende alla gogna i dignitari pericolanti, colpevoli perché maldestri, in specie l´ultimo, appena nominato, con titoli dubbi, così incauto da opporre al tribunale lo scudo sotto cui Dominus Berlusco aspetta un terzo lodo d´immunità. Vi sarebbe molto da obiettare: gliel´aveva fornito lui, avendo buoni motivi, talmente buoni da indurlo al passo prevedibilmente rischioso, ma l´arte dei discorsi corretti vale poco nei regimi padronali, quindi chiudiamo gli occhi sull´incongruo; la colpa non è mai del padrone; nella stessa logica sghemba italiani devoti al Duce vituperavano i gerarchi invocando purghe esemplari. Che bell´animale espiatorio era Achille Starace. "Batta un colpo, dia una sterzata", allontani "qualche uomo che gli sta attorno". I fascisti li chiamavano "cambi della guardia". L´indomani, festa dei santi Pietro e Paolo, l´ex-socialista craxiano con stemma piduistico, capogruppo a Montecitorio, nell´intervista al Corriere indica la via d´uscita dalla congiuntura: riaffermare la leadership berlusconiana; con poteri rinforzati, inutile dirlo, che liberino miracolosi dinamismi. L´Uomo forte era sull´altra sponda atlantica. Da lì batte un colpo rovesciando il tavolo: gli ottimisti consideravano rinviabile all´autunno il ddl che inibisce le intercettazioni, a tutela d´una varia fioritura criminale; nossignori, sia votato dalle Camere in piena estate; gl´Italiani capiranno chi comanda.

Torniamo al "colpo d´ala"; lo invoca un cantore della "moderna democrazia liberale" ed enumera gl´inadempimenti: primo, la riforma della giustizia; come riformarla? Separando le carriere. Scaviamo sotto le parole. Poco o niente da obiettare se i riformatori postulassero due magistrature organicamente distinte, fermo restando l´identico stato giuridico; ma vogliono un pubblico ministero sui generis, "avvocato dell´accusa". Ancora parole vaghe.

L´autentico disegno trapela su due punti capitali, inscindibili: azione penale esercitabile o no, secondo lune politiche, mentre l´art. 112 Cost. la esige obbligatoria; e l´ufficio requirente convertito in lunga mano governativa negli affari de iustitia, in una catena gerarchica dall´ultimo sostituto all´onorevole Angelino Alfano. Che in Francia sia così, è argomento spudorato. Siamo in Italia, dove potere tirannico, cortigianeria, impulsi servili hanno radici profonde. In paesi meno guasti eventuali abusi sono rimediabili nel dibattito parlamentare. Qui vengono i brividi se pensiamo cos´avverrebbe appena la scelta del perseguire o no l´ipotetico reo dipenda da ministri ubbidienti: nessuno disturba i ruminanti della greppia governativa e meno che mai sfiora Sua Maestà d´Arcore; diventano superflui gli scudi; in compenso, "avvocati d´accusa" tengono d´occhio i politicamente malvisti; e poco male se il paese sprofonda, fino a quando nelle ore canoniche i Tg, lanterna magica, raccontino favole gaudiose al pubblico stupefatto, i cui voti scendono docili nell´urna.

Abbiamo capito perché la prima doléance sia una mancata "riforma delle carriere": d´un colpo incardina l´ancora malfermo regime padronale; quanto tempo era costata l´inutile ricerca d´espedienti che Lo rendano intoccabile dalla giustizia terrena. Siamo al quarto tentativo: due lodi invalidi; una legge precariamente rabberciata, su cui pende la stessa sorte; un terzo lodo in grembo alle Camere, da votare con la procedura delle revisioni costituzionali, e ogni intenditore lo vede altrettanto invalido; infine, il pensatoio blu elucubra una risuscitata immunità parlamentare, volendo salvare dalle molestie giudiziarie ottocento teste, meno gli oppositori antipatici. Sarebbe così comoda la leva penale in mano al guardasigilli, manovrabile secundum quid. Scivolando sui sottintesi, lo auspica l´organo dell´opinione moderata. Autorevole dottrina, ha due ascendenti negli anni Ottanta: Bettino Craxi, al quale Comuni memori intitolano una via; e Licio Gelli, iniquamente escluso dal culto toponomastico, come talvolta capita ai precursori; entrambi avevano qualche motivo per detestare l´azione penale obbligatoria (le cui sintassi e storia varrà la pena d´esporre, tanto importanti sono gl´interessi coinvolti).

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