Si è ristretto lo spazio pubblico, quello a verde, quello per i servizi della New Town di Bazzano. Con 21piastre antisismiche e 1200 appartamenti Bazzano è l’insediamento abitativo più vasta del progetto Casa, per realizzarlo sono stati espropriati terreni in gran parte agricoli. E, come gli altri del progetto Case, un dormitorio: per rendere vivibile una permanenza che non sarà breve si aspettano i servizi.Maora il decreto 3701 del capo della Protezione civile restituisce al proprietario una fetta significativa del terreno espropriato con il risultato di ridurre gli spazi per i bambini e per gli anziani, per le attività commerciali e sociali. Un decreto che modifica quello dell’agosto 2009, pare, in base ad un accordo preso in precedenza.
E che dà la misura di come il diritto, a L’Aquila, abbia confini molto labili con l’arbitrio. Dal primo febbraio scorso, infatti, Bertolaso non ha più i poteri di commissario che sono passati al presidente della Regione Gianni Chiodi.
Esempio numero due: piazza D’armi, nella parte nuova all’ingresso della città. Esiste un progetto dell’architetto Cucinella per spazi verdi, un teatro, un mercato. Ma al posto di tutto questo , su richiesta di padre Quirino Salomone, rettore di san Bernardino, è sorta una chiesa e una mensa ecclesiastica. Il sindaco Cialente dice: «Si tratta di strutture provvisorie, saranno rimosse quando il complesso di San Bernardino sarà ripristinato». Obietta una militante dei comitati cittadini, Pina Lauria: “La struttura provvisoria è costata 4 milioni, 3 sono venuti dalla Protezione civile, dalle donazioni degli italiani, uno dalla raccolta fondi del giornale il Centro. Quante case si sarebbero potute riparare con 4 milioni?”. Sono due situazioni che raccontano quello che un cittadino aquilano, Piero De Santis chiama, in assemblea: «Lo sfasamento».
“Quelli che non hanno niente da fare”, oppure gli ingrati, o ancora gli abusivi: così la destra benpensante in cerca di visibilità qualifica il popolo delle carriole. Ma sabato, il tendone dei comitati a piazza Duomo è stato teatro di un salto di qualità. Posti in piedi e presenze da grandi occasioni: ci sono il sindaco Cialente, il presidente della Regione Chiodi, il capo dell'unità di missione Gaetano Fontana. Sono lì ad ascoltare gli "ingrati" del Collettivo 99, del 3e32 , di Azzero CO2 che presentano i risultati del lavoro di uno dei "tavoli" in cui si è organizzata l'assemblea cittadina.
Il tema è la ricostruzione sostenibile: L'Aquila deve guardare al futuro: "Sarebbe un suicidio – dice Piero De Santis - costruire oggi con criteri antiquati, in deroga alle norme vigenti. Qui si fa tutto in deroga". Annalisa Taballone illustra la simulazione sulle 5400 case classificate E, quelle che hanno subito i danni maggiori. «Già adesso - spiega – gli interventi di riqualificazione energetica sono obbligatori e possono essere portati al 55% in detrazione. La nostra proposta è che quella stessa cifra sia assegnata dallo Stato a fondo perduto".Con a ricostruzione eco-compatibile "lo stato risparmierebbe11 milioni annui e i cittadini risparmierebbero sulle bollette".
Luca Santarossa, economista, spiega che puntare sulla green economy, significherebbe prendere di petto un'altra delle tragedie del terremoto: «Un piccolo distretto industriale per le energie rinnovabili darebbe un lavoro qualificato a circa mille degli 8500 disoccupati de L’Aquila».
Il confrontocon le istituzioni non è certo idilliaco ma molto civile. Ettore Di Cesare: "Chiodi ha detto a Porta a Porta ‘si procede col dovuto riserbo'. Ma quale riserbo? Abbiamo il diritto di sapere". Antonio Perrotti: «C'è un disegno dilatorio e fuorviante". Luca Santarossa: «Questi incontri lasciano il tempo che trovano. Ci vuole continuità di confronto». Dai rappresentanti istituzionali vengono alcune notizie importanti e alcune aperture. Intanto il calcolo dei costi sulla ricostruzione, per Cialente fra i 18 e i 20 miliardi per l'intero cratere. Per Fontana, solo su L'Aquila, 7miliardi e300milioni. Il 25maggio è programmato un incontro al ministero dell'economia. "Chiamate tutta la città", dice Perrotti, "facciamoci sentire". Mattia Lolli: “C’è una minaccia di sgombero per Case matte, eppure è proprio lì che i comitati elaborano le loro proposte”. Risponde il capo dell’unità di missione: “La prossima riunione facciamola a Case matte”. Per i comitati è una cosa importante ma non basta: chiedono regolamenti per lademocrazia partecipata. Sulla eco-ricostruzione Cialente, Chiodi e Fontana sembrano addirittura rilanciare: per le prime case classificate E il contributo pubblico copre tutti i costi. Ma i problemi cominciano con le seconde case, secondo Fontana “il ragionamento dovrebbe essere non sul singolo alloggio ma sulla ricostruzione della qualità urbana”. Bisogna vedere se Tremonti farà orecchie da mercante.