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Le mappe degli spazi pubblici
6 Febbraio 2009
Spazio pubblico
Il progetto di ricerca di eddyburg.it, Zone onlus e Legambiente Padova, presentato per il finanziamento alla Banca Etica

Da tempo stavamo lavorando a un progetto di mappatura degli spazi pubblici. Nel dicembre 2008 abbiamo valutato la possibilità di partecipare a un bando di concorso, indetto dalla fondazione della Banca etica, per il finanziamento parziale della ricerca. I tempi molto stretti e il periodo dell’anno nel quale cadeva la scadenza (31 dicembre 2008) non ci ha consentito di coinvolgere nella presentazione del progetto tutti i partner che lo condividevano e con i quali contiamo comunque di proseguire la collaborazione. Inseriamo qui di seguito stralci della proposta presentata secondo lo schema stabilito.

Titolo: Conoscenza condivisa, responsabilità sociale, azione solidale. Partiamo dagli spazi pubblici nella città: un’iniziativa pilota.

2. LA PARTNERSHIP

Descrizione della partnership

Obiettivi

La partnership tra Zone, Legambiente Padova ed eddyburg.it ha come obiettivo quello di mettere a punto un modello di mappatura degli spazi pubblici esistenti, previsti e desiderati, delle loro caratteristiche e possibilità di utilizzazione a fini sociali, dei rischi cui sono sottoposti e delle azioni volte alla loro difesa e valorizzazione sociale (sia spontanee che programmate, sia promosse da associazioni, gruppi e comitati sia condotte dalle istituzioni preposte).

Tale obiettivo postula la necessità di costituire una partnership che abbia la capacità di:

(1) impostare un modello di ricerca / azione scientificamente e metodologicamente fondato;

(2) sperimentarlo localmente sul campo mediante un’azione sia di livello tecnico (mappatura dei luoghi e delle loro caratteristiche oggettive) che sociale (coinvolgimento degli abitanti nel riconoscimento dell’identità / utilità / desiderabilità);

(3) raccogliere una serie significativa di casi presenti a livello nazionale, relativi sia a buone pratiche che ad azioni di difesa di beni pubblici territoriali, anche in vista di una propagazione del modello di cui ai punti precedenti;

(4) costruzione di un bagaglio di conoscenze e azioni possibili, cui possano attingere attori e istituzioni che condividano le premesse del lavoro e i principi alla sua base;

(5) disseminare i risultati raggiunti in proiezione di azioni future anche a un livello europeo e mondiale.

Modalità

Nell’ambito del coordinamento generale effettuato da Zone si costituiranno:

(a) un comitato di esperti (di cui in allegato si fornisce la composizione e le competenze), che presiederà alla ricerca di base, all’impostazione scientifica e metodologica e fornirà supporto tecnico ai due team operativi, monitorandone le attività e i risultati;

(b) un team operativo, con base a Padova e coordinato da Legambiente Padova, per la mappatura a livello locale;

(c) un team operativo, con base a Venezia e coordinato da eddyburg.it, per la mappatura a livello nazionale.

La collaborazione / integrazione dei due team operativi avverrà, con il coordinamento di Zone, anche per l’organizzazione delle attività e degli eventi comuni (workshop, seminari, convegni, pubblicazioni, validazione e disseminazione dei risultati e delle conoscenze). Zone sarà responsabile dell’amministrazione del progetto e della sua gestione finanziaria.

Caratteristiche

Legambiente Padova ha svolto con successo numerose azioni volte a individuare i rischi derivanti da tentativi di privatizzazione e commercializzazione di spazi pubblici significativi, a fornire sostegno tecnico ed operativo alle azioni di rivendicazione sociale dell’uso di tali spazi, ottenendo rilevanti successi anche nel confronto con le istituzioni locali. La sua natura di componente di un’associazione di dimensione nazionale consente di offrire un utile supporto sia per la mappatura delle buone pratiche di difesa e utilizzazione sociale degli spazi pubblici presenti in altre regioni italiane, sia per disseminare su campi più vasti i risultati che saranno raggiunti nella ricerca proposta. A livello locale, la sua struttura, gli esperti dei quali può avvalersi e le sue esperienze rendono questa associazione particolarmente idonea a svolgere il lavoro sul campo, a coadiuvare nell’operazione di individuazione e mappatura degli spazi pubblici, per connettere in questa operazione sia le capacità tecniche che le azioni di abitanti, cittadini, gruppi e istituzioni presenti sul territorio.

L’associazione Zone ha svolto una significativa esperienza di ricerca e di lavoro sul campo, affrontando un tema relativo all’organizzazione degli spazi pubblici come strumento di azione sociale in un’area degradata, coordinando diversi gruppi, esperti e associazioni di professionalità, culture e nazionalità diverse. Ha coordinato associazioni ed esperti di diverse nazionalità organizzando convegni, seminari e workshop, su temi attinenti l’argomento della ricerca, al Word Social Forum 2007 (Nairobi) e all’European Social Forum 2008 (Malmö). Può avvalersi di un gruppi di esperti (ingegneri, architetti, pianificatori) soci volontari dell’associazione, e di un coordinatore esperto in attività di direzione di team pluridisciplinari.

Eddyburg.it svolge da anni un’attività di formazione, diretta e indiretta, attraverso:

(a) l’inserimento nel sito di materiali atti a conoscere, comprendere e criticare sia le idee e le pratiche mediante le quali l’habitat dell’uomo viene minacciato sia le azioni promosse o promuovibili per migliorarne le condizioni;

(b) l’organizzazione delle edizioni annuali della Scuola estiva di pianificazione;

(c) la presenza e disponibilità sul territorio dei numerosi esperti che al sito fanno capo, e che collaborano diffusamente con gruppi, comitati e reti impegnati nella difesa delle qualità sociali, culturali e storiche del territorio.

Il pool di esperti di cui può disporre fornisce ampie garanzie sulla serietà scientifica della collaborazione al progetto, e la notevole visibilità del sito nella rete internet è una risorsa rilevante per la discussione e disseminazione dei materiali della ricerca e come strumento stesso di raccolta dei casi studio a livello nazionale. L’associazione tra i tre partner, fondata su forti analogie delle azioni svolte nel passato da ciascuna di esse e da comunanza nelle finalità e nei principi, consente di connettere in un’unica rete esperienze di lavoro, risorse conoscitive e comunicative, capacità specifiche e connessioni con aree culturali diverse, ponendo le basi per ulteriori azioni comuni.

3.2. DESCRIZIONE DEL PROGETTO E ATTIVITÀ PREVISTE

Premessa

Gli spazi pubblici sono un patrimonio sotto il profilo culturale, sociale, economico: essi caratterizzano l’identità di un popolo, determinano le condizioni sociali della vita degli abitanti, sono il prodotto di investimenti e decisioni pubblici, costituiscono il lascito per le generazioni future. Nel passato gli spazi pubblici hanno costituito l’obiettivo di significative lotte sociali, spesso coronate da successo. Oggi, in molti casi, sono l’oggetto di fenomeni preoccupanti di degradazione, esclusione, privatizzazione. Sono al tempo stesso, e sempre più spesso, l’obiettivo di azioni sociali per la loro difesa. In Italia e in Europa cresce il numero dei comitati, dei gruppi, delle associazioni, spesso tendenti ad aggregarsi in reti più ampie, per la loro difesa e promozione. Occorre che gli abitanti di oggi si riapproprino degli spazi pubblici (esistenti, previsti, desiderati) per poterli difendere, conquistare, utilizzare, tramandare. Per riappropriarsene il primo passo da fare è conoscerli: a questo innanzitutto serve la mappatura la degli spazi pubblici che proponiamo.

Obiettivi del progetto

Il progetto propone di elaborare e sperimentare un processo di ricerca-azione di mappatura degli spazi pubblici, che coinvolga associazioni, cittadini, ricercatori ed esperti, diretto a comprendere la condizione attuale degli spazi pubblici nelle sue componenti fisiche, sociali ed economiche, al fine di sollecitare una maggiore responsabilità ambientale e sociale e di innescare un’azione di pianificazione dello spazio sociale, intesa come azione collettiva e solidale. Questo processo si costituisce come progetto-pilota in quanto mira ad essere applicato in altre realtà locali per la costruzione di mappe degli spazi pubblici alla scala comunale e provinciale e ad estendersi a comprendere ulteriori esempi di spazi pubblici a rischio e di buone pratiche (progettazione, uso, gestione, finanziamento degli spazi pubblici) nel territorio nazionale. Gli obiettivi specifici del progetto sono di tre ordini:

(a) Conoscenza.

Il progetto si propone di approfondire la conoscenza della condizione degli spazi pubblici nella società contemporanea italiana, a partire dal sapere scientifico e dal lavoro sul campo con cittadini, esperti e istituzioni. Una comprensione adeguata richiede il concorso di saperi tecnici e saperi locali. I primi sono essenziali per cogliere le caratteristiche oggettive dei luoghi (la storia della loro formazione, le caratteristiche della loro struttura fisica, le suscettività della loro utilizzazione sociale, i costi per la loro formazione e manutenzione ecc.) e per poter comparare spazi analoghi in contesti diversi. I saperi locali sono essenziali per cogliere il modo in cui gli spazi pubblici esistenti sono percepiti dagli utilizzatori, quali caratteristiche sono considerate positive e negative, quali sono le aspettative d’uso e di sistemazione di spazi pubblici previsti e non realizzati, quali sono i desideri in merito a spazi o a usi non ancora riconosciuti come pubblici. Il progetto riconosce nell’interazione tra i due saperi nell’affrontare la conoscenza degli spazi pubblici un contributo al recupero di una convergenza tra intellettuali e popolazione, tra depositari di un sapere speso reso astratto e lontano dal reale e una realtà sociale privata dall’intelligenza critica delle cose.

(b) Responsabilità ambientale e sociale

Attraverso una maggiore conoscenza degli spazi pubblici si può stimolare una maggiore responsabilità sociale e ambientale da parte dei cittadini, istituzioni e interessi coinvolti e una maggiore consapevolezza nel far riconoscere a tutti gli abitanti il diritto alla città. Il diritto cioè, oltre che ad usare un’abitazione appropriata, ad accedere e usare tutti i luoghi utili e belli della città: le scuole e il verde, il mercato e l’ambulatorio, il giardino e l’edificio storico, la sponda del fiume e la piazza, il luogo di culto e il teatro e così via, per creare una dimensione collettiva più serena, vivibile ed emancipata. Il progressivo declino dell’uomo pubblico ha fatto smarrire la consapevolezza della necessità e possibilità di concepire e realizzare la città come un bene comune dove le esigenze e i bisogni dei suoi abitanti sono garantiti, dove è possibile accedere senza difficoltà ai servizi essenziali, dove è piacevole incontrarsi, dove le iniziative culturali consentono di affrancarsi dal pensiero unico ed elaborare un pensiero critico.

Il progetto riconosce nel sistema degli spazi pubblici non solo un elemento fondamentale all’organizzazione di una città e al buon funzionamento di una società, ma anche uno strumento di emancipazione della società stessa. Negli spazi pubblici si riversano le differenze, le contraddizioni e le diverse appartenenze, ma le regole della vita pubblica e la proprietà pubblica, permettono di vincere la sopraffazione di uno sull’altro, di costruire e ricostruire attraverso le trasformazioni della società, nuovi spazi e modi di condivisione, diventando quindi anche luoghi di apprendimento reciproco, in cui diritti e responsabilità cercano equilibrio.

(c) Azione solidale

Il riconoscimento della città come bene comune, oggi non pienamente garantito, richiede uno sforzo di pianificazione affinché le attrezzature di interesse collettivo siano previste in quantità adeguate e localizzate in modo opportuno. La loro progettazione, il loro uso e la loro gestione richiedono sapienza, responsabilità ed etica. Un uso intelligente delle risorse economiche delle amministrazioni locali è sempre più necessario per accrescere la consistenza degli spazi pubblici e migliorarne l’uso. Questo necessita di una capacità e di un impegno da parte delle istituzioni. Richiede inoltre una coscienza collettiva del valore delle risorse comuni, quali sono gli spazi pubblici, e soprattutto di un’azione solidale da parte della popolazione affinché l’impegno delle istituzioni, degli esperti, dei professionisti coinvolti nella progettazione e gestione sia diretto alla cura, salvaguardia, utilizzo collettivo di questo patrimonio senza che ciò significhi piegare a logiche finanziarie ciò che deve misurarsi in termini di equità, benessere e felicità.

Costituire intorno e per la mappatura degli spazi pubblici una rete di gruppi, associazioni, cittadini, esperti che concorrono alla conoscenza degli spazi pubblici, in tutte le loro dimensioni, costituisce la prima azione solidale per la loro difesa, migliore progettazione e gestione.

Metodologia

Il progetto propone di costruire delle mappe degli spazi pubblici esistenti, previsti negli strumenti urbanistici e desiderati come pubblici per le loro caratteristiche intrinseche o per nuove esigenze sociali, con attenzione all’uso sociale degli spazi e ai conflitti che in essi si dispiegano. I criteri adottati per la definizione, descrizione e mappatura degli spazi pubblici saranno individuati al fine di evidenziare elementi fisici (localizzazione, accessibilità, forma, estensione), sociali (fruizione, attività, conflitti), economici (attraverso quali risorse è stata finanziata la loro formazione e lo è la loro gestione).

Tre tipi di azioni strettamente collegate tra loro verranno impiegate: ricerca, sperimentazione e apprendimento-divulgazione.

Ricerca.

Essa mira a costruire le basi scientifiche e metodologiche del processo, approfondendo innanzitutto il concetto di spazio pubblico nella società contemporanea attraverso una ricognizione della letteratura sinora prodotta dai diversi campi disciplinari (urbanistica, sociologia, psicologia, antropologia, storia, geografia) nel tentativo di elaborare definizioni, individuare categorie di spazi pubblici ragionevolmente distinte tra loro, proporre parametri atti a descrivere compiutamente le loro caratteristiche fisiche e sociali. Un‘analisi della normativa e degli strumenti urbanistici disponibili in materia (standard urbanistici e territoriali, specifiche componenti della pianificazione ecc.) sarà inoltre necessaria per comprendere le potenzialità e i limiti di questi nel soddisfare bisogni e desideri e nel far fronte alle difficoltà di vario ordine che sembrano ostacolare, nella società contemporanea, la possibilitò di realizzare sistemi di spazi pubblici adeguati. La ricerca provvederà anche ad individuare una metodologia specifica per i due diversi tipi di sperimentazione.

Sperimentazione

Per cogliere la varietà dei contesti e dei fenomeni in atto in un territorio complesso come quello italiano (complesso per la storia della sua formazione, per le differenze tra le condizioni sociali e amministrative delle sue parti, per la dimensione e localizzazione dei suoi insediamenti), il processo prevede di operare sia alla scala locale, attraverso un progetto di “Mappa degli spazi pubblici locale”, che a quella nazionale, attraverso l’avvio, alla scala nazionale, della costruzione di una “Mappa nazionale degli spazi pubblici a rischio e delle buone pratiche”.

La sperimentazione alla scala locale inizierà dalla selezione dell’area d’intervento e dalla costituzione di una rete dei gruppi, organizzazioni, cittadini. Seguirà il lavoro sul campo di rilevamento degli spazi e dei conflitti attuali o potenziali. La restituzione del lavoro sul campo su una mappa geo-referenziata, collegata a una base di dati contenenti tutte le informazioni raccolte ne sarà l’elaborato conclusivo.

La sperimentazione alla scala nazionale inizierà con la costruzione di una cartella web “Spazi pubblici a rischio e buone pratiche” sul sito eddyburg.it e con la costruzione di una rete di corrispondenti (attuali auto iscritti alla newsletter di eddyburg.it, reti di comitati per la difesa del territorio, siti e referenti di associazioni, gruppi, comitati attivi nel settore ecc.). All’attivazione dei corrispondenti e alla fornitura di un modello di scheda di rilevamento farà seguito la raccolta dei materiali segnalati. Adottando la rete dei corrispondenti si eddyburg si procederà a una valutazione campionaria della loro attendibilità. Una mappa geo-referenziata, collegata a una base di dati contenenti tutte le informazioni raccolte, sarà l’elaborato conclusivo.

Apprendimento-Divulgazione:

Apprendimento e divulgazione sono due facce d’una medesima operazione. Divulgare significa condividere la conoscenza con persone che non hanno partecipato, o non hanno partecipato totalmente, al processo della sua costruzione; apprendere significa aver maturato una maggiore consapevolezza mediante la condivisione della conoscenza.

Saranno protagonisti delll’appprendimento/divulgazione soggetti a diversi livelli: i cittadini che hanno partecipato e quelli che saranno successivamente coinvolti/informati; gli esperti e del settore (studenti, urbanisti, funzionari pubblici), gli animatori sociali (operatori di associazioni, ecc.) che avranno partecipato, e quelli che parteciperanno agli eventi reali e virtuali di disseminazione.

Il programma prevede lo svolgimento di seminari, l’organizzazione di una giornata di studi, dedicata alla mappatura degli spazi pubblici, nell’ambito della Scuola estiva di pianificazione organizzata da eddyburg.it e Zone (V Edizione: “Città e spazi pubblici: declino, difesa, riconquista”) la diffusione di pubblicazioni editoriali e on-line, il coinvolgimento di giornalisti della carta stampata e dell’etere (con particolare riferimento alle testate televisive più sensibili agli argomenti trattati). Si promuoverà l’organizzazione di eventi locali (visita guidata/giornata sul campo, costruzione locale della mappa, serate di discussione, eventi simbolici, contatti con l’amministrazione e i soggetti locali che si occupano degli spazi pubblici; particolare attenzione si porrà ai rapporti con le realtà scolastiche, a scala locale e a scala nazionale).

Attività

(A) Ricerca e Metodologia - Aprile -Settembre 2009 (6 mesi)

A1) Studio preparatorio.

Temi affrontati dalla ricerca: concetti (spazio pubblico, spazio comune, conflitto, rischio, standard, ecc.); gradiente pubblico degli spazi urbani; la norma e gli strumenti urbanistici; categorie e requisiti degli spazi pubblici; usi sociali degli spazi

A2) Metodologia per la mappatura degli spazi pubblici, del loro uso sociale e dei conflitti, sia a livello locale che nazionale. Organizzazione di due workshop in cui verranno discussi i temi affrontati dalla ricerca preliminare e poste le basi per la messa a punto della metodologia. Al workshop parteciperanno gli esperti e i responsabili delle varie attività.

A3) Stesura dei documenti e dei modelli (questionari, schede, ecc.)

(B) Sperimentazione Mappa Locale - Ottobre 2009-Maggio 2010 (8 mesi)

B1) Raccolta materiale esistente, lavoro di tavolino e primi sopralluoghi per la costruzione di una mappa di riferimento su cui lavorare.

B2) Forum sugli spazi pubblici. Preparazione e svolgimento di 4 workshop con associazioni, esperti, e attori per la costruzione partecipata della mappa degli usi sociali e dei conflitti. Raccolta e schedatura delle informazioni. Apertura di un blog di discussione.

B3) Elaborazione dei dati e restituzione cartografica. Costruzione della mappa degli spazi pubblici attraverso la realizzazione di un Sistema Informativo Georeferenziato (GIS)

B4) Organizzazione e svolgimento di due seminari pubblici: uno dedicato all’introduzione al tema degli spazi pubblici e presentazione delle attività di mappatura e un secondo dedicato alla presentazione dei risultati della ricerca e della mappatura finale.

(C) Sperimentazione Mappa Nazionale - Ottobre 2009-Maggio 2010 (8 mesi)

C1) Costruzione della pagina web e della call

C2) Raccolta, schedatura e sistemazione delle segnalazioni ricevute. La call rimane aperta 6 mesi. Contatti con associazioni.

C3) Elaborazione dei dati e restituzione. Costruzione della mappa degli spazi pubblici con utilizzazione del GIS.

(D) Divulgazione - Aprile 2009-Novembre 2010 (20 mesi)

D1) Workshop per la mappatura degli spazi pubblici – Giornata di formazione all’interno della Scuola di Eddyburg 2009.

D2) Pubblicazione su eddyburg.it di 8 aggiornamenti e invio di 8 Newsletter previa costruzione di un indirizzario.

D3) Pubblicazione editoriale dei risultati raggiunti, nei suoi aspetti teorici (concetti, definizioni, metodologia), pratici (la costruzione delle mappe), partecipativi, …

D4) Workshop sugli spazi pubblici /Standard urbanistici alla scala territoriale – Giornata di formazione all’interno della Scuola di Eddyburg 2009.

D5) Convegno Pubblico conclusivo

(E) Monitoraggio - Aprile 2009-Novembre 2010 (20 mesi)

E1) Svolgimento di quattro incontri (settembre 2009, novembre 2009, giugno 2010,

novembre 2010) tra gli esperti, responsabili delle attività e capo progetto.

E2) Stesura relazioni e rendicontazioni

(F) Amministrazione Progetto - Aprile 2009-Novembre 2010 (20 mesi)

F1) Coordinamento

F2) Amministrazione e Rendicontazione

3.3 Obiettivi, risultati attesi e monitoraggio del progetto

Il monitoraggio del progetto e la valutazione dei risultati sarà effettuata secondo criteri qualitativi e quantitativi. Rispetto ai tre obiettivi, si raggiungerà il risultato atteso se:

Conoscenza: (a) la mappatura degli spazi pubblici a livello locale sarà in grado di coprire un territorio comunale (min 20.000 ab.) o un settore urbano che comprenda centro storico e periferia (min.50.000 ab.) e sia in grado di individuare, entro tale territorio, gli spazi pubblici, le loro caratteristiche, e i conflitti ad essi connessi; (b) la mappatura a livello nazionale raccoglierà almeno 50 casi studio tra “buone pratiche” e “spazi pubblici a rischio”; (c) dal convegno e dalla pubblicazione conclusivi emergeranno, espressi con chiarezza comunicativa, metodo, azioni svolte, risultati conseguiti, nonché indicazioni innovative (cioè non ancora descritte nella letteratura del settore) sulle azioni da svolgere.

Responsabilità ambientale e sociale: (a) la mailing list della newsletter raggiungerà almeno i 2000 contatti; (b) le associazioni, movimenti, gruppi, cittadini, partecipanti ai workshop della mappatura locale raggiungeranno le 20 unità (ogni ente conta per uno); (c) i seminari pubblici avranno un’affluenza di almeno 100 partecipanti l’uno; (d) il convegno finale raggiungerà un’affluenza di almeno 300 partecipanti.

Azione solidale: (a) cittadini, associazioni, movimenti, amministrazioni pubbliche intraprenderanno nuove azioni (mappatura secondo criteri analoghi a quella sperimentata, nonché progettazione, difesa, gestione, uso) in accordo con i principi e le premesse che animano questo progetto; (b) centri di ricerca, fondazioni e simili istituzioni attiveranno progetti di ricerca, tesi di laurea e di dottorato, borse di studio e analoghe iniziative per affrontare il tema degli spazi pubblici in modo coerente ai principi alla base di questo progetto.

3.4 IMPATTO SOCIALE ED ECONOMICO SUL TERRITORIO

Impatto sociale

Gli spazi pubblici sono un grande patrimonio (culturale, sociale, economico) messo a rischio dai processi di commercializzazione e privatizzazione dello spazio urbano in atto in Italia (come in Europa e nel mondo). L’appropriazione da parte degli abitanti del loro sistema di spazi pubblici è la migliore garanzia della sua difesa, conservazione, fruizione, valorizzazione sociale e ambientale e della sua utilizzazione per il miglioramento della vivibilità urbana.

L’impatto sociale del progetto sul territorio è costituito dal grado di appropriazione da parte degli abitanti del loro sistema di spazi pubblici, e dipende dal modo e dalla misura in cui la popolazione interessata avrà partecipato alla mappatura, ne avrà condiviso obiettivi e principi, si sarà riconosciuta nei suoi risultati.

Il progetto si propone perciò di saldare strettamente il momento tecnico (fondato sul necessario spessore scientifico e culturale) con quello sociale, scegliendo per quest’ultimo tutta la gamma delle espressioni della società ma privilegiando quelle che, nell’Italia di oggi e nell’area della sperimentazione sul campo (Padova) appaiono più sensibili e attive. In primo luogo, quindi, ci si assicurerà l’adesione di associazioni, comitati, gruppi spontanei di cittadini, lavoratori, abitanti già costitutivi e operanti sul territorio, sia quelli che lo stesso svolgimento del progetto può stimolare ad emergere.

Ma si stabiliranno anche (soprattutto in riferimento alla mappatura di scala nazionale) rapporti di collaborazione con le reti organizzate e con le strutture (quali i Cantieri sociali) nelle quali già convergono strategicamente pluralità di movimenti di base, con quelle organizzazioni sindacali che hanno allargato sistematicamente la loro attenzione dalla fabbrica al territorio, con le istituzioni locali che hanno assunto la difesa e riqualificazione sociale degli spazi pubblici come tema di particolare impegno amministrativo. Costituisce impatto sociale sul territorio anche il sapere prodotto dal progetto, in quanto costituirà fonte e materiale di riferimento per esperti, istituzioni, associazioni che intendano operare secondo i medesimi indirizzi.

Impatto economico

Gli spazi pubblici costituiscono (come si è detto) un grande patrimonio economico. Unpatrimonio realizzato e valorizzato nel corso di decenni e secoli, per le decisioni e gli investimenti di generazioni di uomini. Negli anni recenti questo patrimonio (questo bene comune) sta cambiando di segno: privatizzazione e commercializzazione lo stanno sottraendo al consumo comune, usi contrastanti con la stessa natura degli spazi (le piazze trasformate in parcheggio) li degradano, la mancanza di manutenzione e di cura li deteriorano. La parti aperte e non costruite (i parchi, i boschi, le rive) vengono cementificate e asfaltate.

L’impatto economico del progetto è costituito dalla difesa stessa di questo patrimonio,condizione sine qua non per poterne godere oggi e per poterlo tramandare alle future generazioni. La sua permanenza, il suo accrescimento e miglioramento sono d’altronde condizioni essenziali per la qualità della vita sociale. Una città dotata di spazi comuni abbondanti e ben distribuiti, organizzati per una fruizione libera e aperta da parte di tutti gli abitanti, ricchi di funzioni collettive e di spazi naturali, luoghi d’incontro e di ricreazione, di rigenerazione psico-fisica e d’interrelazione sociale, sono essenziali per il benessere degli abitanti, per la loro salute, per la loro felicità.

L’approfondimento della conoscenza degli elementi del patrimonio costituito dagli spazi comuni può infine suggerire (come ulteriore elemento dell’impatto economico del progetto) modi più sapienti di utilizzarli nell’interesse sociale. Ad esempio, l’uso integrato di risorse per utilizzatori appartenenti a diverse fasce di fruizione (esempi: le attrezzature delle scuole aperte a tutti i cittadini nelle ore extrascolastiche, gli uffici pubblici utilizzati per la ricettività studentesca nei periodi di ferie), l’integrazione pubblico-privato per determinati spazi d’uso promiscuo (esempio: l’uso pubblico di aree agricole di proprietà privata) possono ridurre le spese di gestione ed allargare le possibilità di fruizione.

3.5 CONTINUITÀ E REPLICABILITÀ

Ilmodello di mappatura sperimentato sul campo (livello locale) sarà formulato in modo tale da essere applicabile a realtà diverse: per dimensione, per caratteristiche territoriali e sociali, per natura dei soggetti che intendano utilizzarlo. Se esso avrà successo e se i risultati saranno diffusi con l’ampiezza necessaria esso potrà essere utilizzato in molte altre parti del territorio italiano.

I partner che condividono questo progetto hanno già definito alcune ulteriori aree di collaborazione nell’ambito della Regione Veneto, allargando la partnership ad altre analoghe strutture con le quali solo ragioni di tempo non hanno consentito di avviare fin d’ora la collaborazione (Cantieri sociali Carta, Rete delle Camere del lavoro – CGIL). Anzi, nel corso stesso del processo di ricerca / azione ci si propone (avvalendosi delle reti di contatti dei tre partner) di attivare anche in altra realtà processi analoghi.

É ipotizzabile che in alcuni comuni che hanno in corso la redazione di strumenti di pianificazione si imposti il lavoro sugli spazi pubblici (ad esempio, nella redazione dei “piani dei servizi” previsti da alcune legislazioni regionali) adottando criteri e metodi proposti dal progetto. É ugualmente probabile che alcune delle realtà associative con cui si prenderà contatto nel corso della “mappatura degli spazi a rischio e delle buone pratiche” (livello nazionale) concorreranno alla ricerca non solo trasmettendo informazioni sulle loro esperienze, ma partecipando alla sua implementazione adottandone sperimentalmente il modello per effettuare operazioni sul campo.

La continuità e la replicabilità non sono previste solo dopo la conclusione del progetto, ma nel corso stesso della sua realizzazione. La continuità e replicabilità successive avranno invece una portata più ampia. Ci si propone di informare sul progetto e sul suo svolgimento partner stranieri per un suo sviluppo a scala europea, giovandosi dei contatti già attivi da parte dei soggetti promotori. Un primo canale già aperto è quello costituito dal Forum permanente sul Diritto alla città, di cui è già avviata la formazione all’indomani dello svolgimento del Forum sociale europeo 2008 (cfr. http://openesf.net/projects/urban/project-home).

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