L'AQUILA - Guido Bertolaso non diventerà cittadino onorario dell'Aquila. La proposta di conferire lo status al capo della Protezione Civile - avanzata da quattro consiglieri comunali del centrodestra-è stata bocciata. Bocciata dalla commissione statuto e regolamenti del Comune. Sedici i voti contrari, solo due i favorevoli. Due, invece, gli astenuti.
Una votazione maturata al termine di un dibattito acceso. Molti consiglieri comunali, durante la seduta che si è svolta l'altra sera, hanno preso la parola per invitare i promotori dell'iniziativa a ritirare la proposta in quanto «improponibile, e non solo per il coinvolgimento del capo della Protezione Civile in alcune inchieste giudiziarie». Al momento del voto, alcuni esponenti del centrodestra hanno abbandonato l'aula lasciando così, soli, due colleghi favorevoli. Un pasticcio «aggravato» per Luigi D'Eramo (consigliere della Destra) «anche dalla giunta Cialente che ha accompagnato la trasmissione della proposta con un parere. Una sorta di invito a rinviare tutto a un altro momento». «La figura di Bertolaso divide la città» ha commentato il presidente della Commissione Statuto e Regolamenti, Giuseppe Bernardi «ritengo che nei prossimi mesi si potrà invece valutare di riconoscere, simbolicamente, la cittadinanza onoraria a tutte le organizzazioni di volontariato, tra cui la Protezione Civile che si sono attivate per L'Aquila».
«È l'ennesima brutta figura dopo quella della contestazione del consiglio comunale nella notte della commemorazione delle vittime - è stato invece il commento del commissario delegato per la ricostruzione, Gianni Chiodi, che è anche presidente della Regione Abruzzo - su una cosa di questo genere L'Aquila rischia di avere una pessima reputazione. E se c'è una persona che deve avere la cittadinanza onoraria, è proprio Bertolaso. È stata attribuita a personaggi che hanno avuto a che fare con L'Aquila per situazioni meno importanti che non hanno segnato la storia della città, come invece avvenuto con il capo della Protezione Civile nazionale che si è occupato della emergenza causata da una tragedia epocale». Tace per il momento - su questa vicenda - il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, da sempre vicino a Bertolaso.
La notizia della bocciatura è stata, invece, accolta positivamente da parte dei rappresentanti dei comitati cittadini sorti all'indomani del terremoto del 6 aprile 2009, tra tutti il «3e32». «L'assistenza alla popolazione cittadina rappresenta un diritto - ha detto Sara Vegni - e non qualcosa che più volte è passato come un 'regalo' da parte del Governo e della Protezione civile». «Bertolaso? Non ha mai incontrato i parenti delle vittime. Ed essendo note le responsabilità del suo dipartimento sugli allarmi inascoltati prima della tragedia, non mi sembra un fatto di poco conto» dice Antonietta Centofanti, del comitato vittime della Casa dello Studente.
Altro che cittadinanza ufficiale! Su eddyburg abbiamo puntualmente denunciato – quando ancora da ogni parte si applaudiva al Commissario e al suo Duce per la splendida riuscita del dopo terremoto – quanto fosse criticabile l’insieme delle scelte effettuate dalla potente coppia. Esse sono consistite n’ideologia della moltiplicazione delle “Milano due”, trasformata in microlottizzazioni sparpagliate sul territorio in insediamenti posticci, nei quali l’unico elemento di socialità è la televisione a casa, e l’abbandono al degrado dell’unica realtà capace di ridare anima ai territori terremotati, la città dell’Aquila. Il libro, a cura di Georg Frisch,Non si uccide così anche una città? (Clen, Napoli, 2009, € 10) ha documentato e denunciato il delitto. Nella prossima edizione dell’iniziativa di eddyburg , “Una città, un piano”, esamineremo la vicenda del dopo terremoto in tutto il suo spessore.
Chiunque sappia quello che è successo e sta succedendo, e per colpa di chi, inorridisce al pensiero che qualcuno abbia voluto dare un premio al Commissario e, indirettamente, al suo Duce. E vede nella decisione del Consiglio comunale della città due volte colpita un gesto dovuto, consapevole e chiaro, senza se e senza ma.