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Enrico Tantucci
L'accordo: via le Grandi navi dal salotto buono, crepi la Laguna
6 Novembre 2013
Venezia e la Laguna
Il compromesso truffaldino raggiunto tra Comune, Regione e Governo per la mitigazione dei danni provocati dagli ecomostri galleggianti. Il "fronte del No", ovviamente, non è d'accordo con la distruzione dell'unica laguna al mondo rimasta viva per un millennio. La Nuova Venezia, con postilla

Il compromesso truffaldino raggiunto tra Comune, Regione e Governo per la mitigazione dei danni provocati dagli ecomostri galleggianti. Il "fronte del No", ovviamente, non è d'accordo con la distruzione dell'unica laguna al mondo rimasta viva per un millennio. La Nuova Venezia, con postilla


Grandi navi, stop dal governo

di Enrico Tantucci

Incontro con Letta e i ministri Lupi, Bray e Orlando Da gennaio crociere ridotte del 20%, da novembre 2014 niente giganti del mare. Sarà scavato il canale Contorta

ROMA Primo, concreto stop, dal prossimo primo gennaio al passaggio di parte delle grandi navi in Bacino di San Marco - con una riduzione del 20 per cento di quelle superiori alle 40 mila tonnellate - e definitiva estromissione dal primo novembre del 2014 delle meganavi superiori alle 96 mila tonnellate, che non attraccheranno più a Venezia. Si parla a regime, secondo le prime stime - ancora da verificare da parte di Venezia terminal passeggeri - di circa 160 “toccate” in meno e di una diminuzione di passeggeri di circa un milione, sul milione e 800 mila totali attuali. Le navi ancora in Marittima.

Sono i risultati più concreti emersi dal vertice ministeriale sulle grandi navi a Palazzo Chigi alla presenza del presidente del Consiglio Enrico Letta e da cui esce sostanzialmente sconfitta la linea del sindaco Giorgio Orsoni, che voleva trasferirle, in parte già da subito a Marghera. Le navi da crociera continueranno invece ad attraccare in Marittima, come voleva il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa, e il progetto alternativo prescelto per estromettere definitivamente le grandi navi dal Bacino di San Marco risulta quello, da lui sostenuto, che prevede lo scavo del canale Contorta-Sant’Angelo. Ma c’è, comunque, una prima anche se parziale attuazione del decreto Clini-Passera che prevede appunto l’allontanamento dal Bacino di San Marco di tutte le navi superiori alle 40 mila tonnellate.
Alla riunione a Palazzo Chigi hanno partecipato tra gli altri i ministri delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, dell’Ambiente, Andrea Orlando, dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, Massimo Bray, il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, e il presidente dell’Autorità Portuale di Venezia, Paolo Costa.
«Nel corso della riunione - spiega il comunicato della Presidenza del Consiglio emesso al termine della riunione - si è deciso di vietare il transito delle navi da crociera dirette o in partenza da Venezia per il canale di Giudecca, in attuazione del decreto Clini-Passera, e di prevedere una nuova via di accesso alla Stazione marittima, individuata nel canale Contorta Sant’Angelo, come diramazione del Canale Malamocco-Marghera. Nella valutazione di impatto ambientale di questa opzione saranno naturalmente considerate eventuali soluzioni alternative, compresa quella del Canale Vittorio Emanuele. Inoltre, in considerazione delle prospettive di sviluppo del porto di Venezia, centrate sulla piattaforma d’altura e sulla bonifica e riconversione del porto di Marghera, si è deciso di promuovere una revisione del Piano regolatore portuale con l’obiettivo, tra l’altro, di definire e realizzare a Marghera siti alternativi rispetto all’attuale terminal crocieristico».
Il progetto del Contorta-Sant’Angelo dovrebbe viaggiare abbastanza spedito, perché inserito tra quelli previsti dalla Legge Obiettivo sulle grandi opere. Niente scalo a Marghera. Non preso in considerazione, invece, oltre al progetto di trasferimento a Marghera caldeggiato da Orsoni anche quello dell’ex vicesindaco Cesare De Piccoli che prevedeva la realizzazione di un nuovo terminal crocieristico in Adriatico, di fronte a Punta Sabbioni. La possibilità di realizzare in futuro a Marghera un terminal crocieristico, è legato prima alla realizzazione del nuovo terminal petrolifero e container off-shore in Adriatico, sostenuto anch’esso dal Porto. Se ne riparlerà, nella migliore delle ipotesi, dopo il 2020. Meno 20 per cento di navi da gennaio. Prosegue la nota della Presidenza del Consiglio: «In attesa della realizzazione della nuova via di accesso alla Stazione marittima, è emersa la necessità di mettere in atto al più presto misure efficaci per mitigare significativamente il traffico nel Canale di Giudecca.

In particolare: dal primo gennaio 2014 dovrà essere vietato il passaggio nello stesso Canale dei traghetti, con conseguente riduzione del 25 per cento dei transiti davanti a San Marco e del 50 per cento delle emissioni inquinanti; dal primo gennaio 2014 dovrà essere ridotto fino al 20 per cento(rispetto al 2012) il numero delle navi da crociera di stazza superiore alle 40 mila tonnellate abilitate a transitare per il Canale della Giudecca; dal primo novembre 2014 dovrà essere definitivamente precluso il transito delle navi crocieristiche superiori a 96 mila tonnellate di stazza lorda. Andranno, infine, assicurate una riduzione dello stazionamento giornaliero massimo (non superiore a 5 navi da crociera superiori alle 40 mila tonnellate) - e una contrazione dei passaggi residui nelle ore centrali della giornata, con concentrazione delle partenze e arrivi all’alba e al tramonto».

Contorta, lo scavo costerà 150 milioni
«Opera ambientale»
di Alberto Vitucci

VENEZIA Il presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa l’ha già definita «la più grande opera ambientale fatta in laguna negli ultimi anni». È lo scavo del canale Contorta-Sant’Angelo per evitare, dopo l’ingresso dal Canale dei Petroli, alle grandi navi da crociera di passare per il Bacino di San Marco. Scavando il canale Contorta Sant'Angelo - secondo Costa - si avranno 5 milioni di metri cubi di fanghi non inquinati utilizzabili per costruire barene di protezione ai lati del nuovo canale ma anche del Malamocco-Marghera. Costo previsto dell’opera: 150 milioni di euro, finanziabili anche con un ticket imposto alle navi da crociera per il loro passaggio. Tempi di realizzazione: tre anni, di cui uno per tutta la parte burocratica e progettuale e due di lavori effettivi Il Contorta-Sant’Angelo scavato sarà lungo 4 chilometri, movimentando, appunto, 5 milioni di metri cubi di fanghi. «Questa è la grande scommessa ha già dichiarato Costa -. Scavando il canale Contorta Sant'Angelo avremo 5 milioni di metri cubi di fanghi non inquinati che potremo utilizzare per costruire barene di protezione ai lati del nuovo canale ma anche del Malamocco-Marghera». Il progetto si divide in due settori: i costi compresi quello dello scavo del canale; e in seconda istanza, le opere per la ricostruzione dell’ambiente lagunare dopo lo scavo del Contorta-Sant’Angelo.Secondo l’Autorità portuale e il Magistrato alle Acque i costi di quest’opera si aggirerebbero sui 150 milioni di euro così suddivisi: 60-70 per le opere di scavo del tratto lagunare. Altri 70-80 milioni andrebbero per la realizzazione di velme e barene puntando alla ricostruzione morfologica della laguna.


Costa: «Bene per Venezia e il Porto»
di Enrico Tantucci

Orsoni: finalmente basta mega crociere a San Marco. Zaia: ora facciamo presto a scavare il canale Contorta Il Comitato contrario: «Una prima vittoria ma la nostra battaglia non si ferma qui»

VENEZIA «Ottima giornata per Venezia e il suo porto». Questo il commento soddisfatto del presidente dell’Autorità Portuale Paolo Costa alle decisioni del Governo sulle grandi navi, con la progressiva riduzione del numero dei passaggi in Bacino San Marco e il via libera al progetto alternativo dello scavo del canale Contorta-Sant’Angelo, sostenuto proprio dal Porto. «La conferma della Marittima quale punto di arrivo e partenza delle crociere», dichiara, «consente di avviare la realizzazione dell’elettrificazione da terra delle banchine. L’avvio del procedimento per la realizzazione del canale Contorta-Sant’ Angelo consente finalmente di disporre di una soluzione definitiva al problema del passaggio delle grandi navi in bacino San Marco. Una prospettiva che spero renda sopportabili i sacrifici richiesti all'industria crocieristica nella fase transitoria. Infine, la revisione del Piano regolatore portuale, da condurre d’intesa con il Comune, ci consente di inquadrare il nuovo progetto di sviluppo del porto centrato sulla piattaforma d'altura (petrolifera e container) e la corrispondente bonifica e riconversione di aree a porto Marghera, un inquadramento nel quale potrà trovare spazio anche un eventuale nuovo terminal crocieristico». Maschera a fatica la delusione il sindaco Giorgio Orsoni per il via libera al progetto del Contorta, nonostante la soddisfazione per i primi risultati positivi sul fronte dell’estromissione del traffico crocieristico dal Bacino di San Marco. «Per la prima volta», osserva, «il governo è intervenuto concretamente sulla questione delle grandi navi da crociera, e già questo è un punto rilevante. Quel che è importante è che oggi (ieri, ndr ) si è invertita la tendenza al gigantismo in laguna. Basta mega crociere a due passi da San Marco, si imporranno fin da subito limiti ben precisi sulle navi che potranno entrare a Venezia».
Il sindaco ha evidenziato con forza la sua perplessità rispetto alla realizzazione di un nuovo canale, il Sant’Angelo-Contorta. «Inoltre», ha aggiunto Orsoni, «si è stabilito che l’Autorità portuale darà avvio immediato al Piano regolatore portuale che fra l’altro dovrà prevedere lo spostamento delle crociere a Porto Marghera». «Con la decisione di avviare la limitazione del transito delle grandi navi nel canale della Giudecca e di prevedere come nuova via d'accesso alla stazione Marittima il canale Contorta-Sant’Angelo», commenta invece il presidente della Regione Luca Zaia , «è cominciato il conto alla rovescia in vista di una totale eliminazione del traffico dal bacino di San Marco. Deve cominciare ora un grande gioco di squadra - che veda tutte le istituzioni e le forze economiche interessate lavorare a testa bassa per rispettare scadenze e obiettivi, in primis la predisposizione della nuova via d’accesso -
Non sia mai che per burocrazia, esitazioni e insulsi veti di chi dice sempre no, Venezia perda la crocieristica». Incassano «quel po’ di buono che c’è nella decisione romana», considerandolo «una prima vittoria, ma la battaglia certo non si ferma e prosegue». Sono gli esponenti del comitato “No grandi navi”, come sottolinea il portavoce Silvio Testa: «Con la risoluzione presa a Roma non avremo solo il terminal crociere in Marittima con lo scavo del Canale Contorta Sant’Angelo, oppure il nuovo terminal crociere a Porto Marghera: li avremo tutti e due. Questo, almeno, per chi crede davvero che in futuro verrà dato al sindaco Orsoni il contentino del “suo” nuovo Porto crociere nel luogo che avrà la cortesia di indicare».
A parlare per il governo è anche il sottosegretario ai Beni Culturali Ilaria Borletti: «Con la decisione di oggi (ieri, ndr) il governo dà un segnale forte alla città di Venezia e a tutti coloro che sostengono questa battaglia, ma soprattutto dà un segnale importante per la tutela del nostro patrimonio culturale. Mi auguro che la decisione sia il solco verso la necessità di un nuovo modello di turismo compatibile con il nostro delicato patrimonio culturale».

postilla
Con una classe dirigente così ignorante e bugiarda c’è davvero poco da sperare. Dal sindaco della città e della sua Laguna fino al rappresentante, nel governo nazionale, della tutela dei beni culturali, nessuno ha ancora capito che la Laguna è un bene altrettanto prezioso e fragile, raro e delicato quanto la città che da essa e per essa è nata. Non hanno capito che distruggere l’una significa distruggere anche l’altra, né che dall’inondazione del turismo “mordi e fuggi” bisogna cominciare a difendersi oggi – se non è già troppo tardi, come molti temono. E neppure hanno capito che la Laguna di Venezia (l’unica rimasta tale al mondo per oltre un millennio, grazie alla continua manutenzione governata dalle tre regole della sperimentalità, gradualità, reversibilità di ogni trasformazione, non è un terreno piatto come quello sul quale corrono le autostrade. Se, come sembra, il vincitore della nobil tenzone sulle grandi navi è il presidente dell’Autorità portuale, allora non ci vuole molto per capire che la Laguna è perduta. Basta sapere (e tutti quelli che in qualche modo condividono la responsabilità del potere non possono non saperlo) che la realizzazione del canale Contorta comporterebbe l’ulteriore consolidamento dell’autostrada denominata Canale dei petroli, tra i maggiori colpevoli del degrado della Laguna. Come del resto accadrebbe se la scelta cadesse sulla soluzione preferita dall’erede dei Dogi, l’avvocato Giorgio Orsoni.

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