A Verona è in corso il Congresso mondiale delle famiglie, espressione degli esponenti della più retriva e arcaica concezione patriarcale della famiglia, che vede anche la partecipazione di rappresentanti istituzionali, Matteo Salvini in testa.
Se Potere al Popolo! avesse i soldi, gli agganci, le coperture mediatiche di questi ricchi retrogradi, di questi corrotti politici, di queste fondazioni di miliardari che si stanno incontrando oggi a Verona, metterebbe su un bel congresso.
Chiameremmo la signora Anna, e ci faremmo dire come fa a portare avanti la sua famiglia a Napoli con tre figli e il solo stipendio del marito, muratore a nero.
Chiameremmo Giancarlo, e ci faremmo dire com'è essere papà di un bimbo con il tumore in Calabria, e dover fare avanti e indietro con il Nord perché gli stessi soggetti che ora discutono di famiglia hanno smantellato la sanità pubblica, soprattutto al Sud, per fare un favore ai loro amici delle cliniche private.
Chiameremmo Nicoletta che fa i salti mortali in Veneto per risparmiare sulla spesa di una famiglia di quattro persone ma i soldi per l'acqua in bottiglia li spende sempre da quando sua nipote piccola ha avuto un tumore e ha incominciato a informarsi sui PFAS...
Chiameremmo Giulia che nella periferia di Milano ha un figlio disabile e pochissimo aiuto da parte dello Stato, perché le famiglie piacciono solo quando non danno problemi, e per il resto affidati a Dio.
Chiameremmo Moussa che la sua famiglia la ama, ma ce l'ha ancora in Mali in una zona di guerra, e non può venire qui per le leggi di chi non vuole gli aborti ma affonderebbe volentieri i barconi, mentre Moussa lavora 10 ore al giorno in un magazzino in Emilia per fargli fare una vita decente.
Chiameremmo Maria che occupa una casa a Roma, in una palazzina insieme ad altre famiglie, di tutte le nazioni, e ci faremmo raccontare come si danno una mano a vicenda, come ci si tiene i figli l'un l'altro quando si deve lavorare, come tutto si mischi e non sia più importante sapere chi appartiene a chi, perché alla fine siamo uomini e donne, bambini di questa città, di questo paese, della grande famiglia umana.
Ecco, noi faremmo un Congresso così, dove non si parlerebbe di cazzate medievali, ma di problemi concreti, di soluzioni concrete, della vita della maggior parte delle famiglie italiane, che oggi è difficile, proprio a causa di chi è ricco e comanda, e di noi non se ne frega.
Oggi saremo a Verona a dire questo. Non solo a rispondere colpo su colpo a questo oscurantismo, che fa tornare indietro la mentalità del nostro paese. Ma a dire: non ci fregate, il vostro trucco è vecchio: cercare di cambiare il senso comune per incassare consenso anche se la vostra politica non sta risolvendo un problema che sia uno....
Non ci fregate, noi vi incalzeremo: su lavoro, diritti, redistribuzione della ricchezza, sull'emigrazione dei nostri giovani. A questo dovete rispondere. E Dio non vi aiuterà di certo!