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Paul Moses
La "scoperta" di Williamsburg
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
Un caso, triste e classico, di sostituzione sociale attraverso un'operazione urbanistica di "rinnovo" nella New York di Bloomberg. Dal Village Voice, 26 aprile 2005 - con link al progetto (f.b.)

Titolo originale: “Discovering” Williamsburg – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

Rob Solano, elettricista a domicilio ventiquattrenne che ha vissuto sempre a Williamsburg, Southside, dice che non avrebbe mai pensato a un artista che si trasferisce nel suo quartiere. Era una cosa per la zona bianca, a nord, non per la comunità latina povera dove la famiglia tipo ha un reddito inferiore a 20.000 dollari l’anno.

Ma circa quattro anni fa, vicino a casa sua ha aperto il primo negozio d’arte, sulla Bedford Avenue fra la Quarta e la Quinta strada sud, e rapidamente, nel tempo che ci impieghi a pronunciare le parole “Soho a Brooklyn” (il nome di un nuovo negozio alimentare nella via a fianco) la vita di prima era in pericolo.

Gli affitti, che andavano da 300 a 500 dollari al mese prima del 2000, sono saltati a 1.500 o anche 2.000, coi nuovi abitanti di tendenza che si trasferivano qui fuggendo dai prezzi di Manhattan. Solano racconta di aver scoperto in fretta che molta fra la gente che conosceva se ne stava andando via da Brooklyn, o addirittura dalla città, perché non poteva permettersi di pagare l’affitto.

”È il fatto più grosso. Adesso stanno tutti in Pennsylvania”.

Con l’amministrazione Bloomberg che sta portando avanti un nuovo piano per il waterfront l’impennata degli affitti a Williamsburg sarà ancora più accelerata, e le cose andranno sempre peggio per una gran quantità di residenti. Dato che le gli affitti stanno salendo bruscamente anche a Bushwick e East New York, non ci sono molte alternative all’andarsene da Brooklyn, che un tempo era il simbolo della classe operaia d’America. E anche se i funzionari dell’ufficio tecnico comunale dicono che il piano attiverà un programma di “inclusione”, con più di 2.300 alloggi di edilizia sovvenzionata, fra Williamsburg e Greenpoint, non necessariamente sarà d’aiuto ai poveri cacciati da Southside.

Non è una mia conclusione. Sta scritto nella valutazione di impatto ambientale dell’ufficio urbanistica. Anche se metà delle case popolari sono destinate ad abitanti di Greenpoint-Williamsburg, il documento datato 4 marzo aggiunge che “non tutta la popolazione potenzialmente delocalizzata sarà probabilmente in grado di prendere in affitto questi alloggi”. Ciò vuol dire che rimane, almeno in parte, un “significativo impatto”.

Il che tradotto vuol dire: il documento dimostra che il piano dell’amministrazione municipale è un rischio per gli abitanti poveri di Southside, specialmente quelli nei piccoli edifici non coperti dalla regolamentazione degli affitti. Diciamocelo: gli affitti cresceranno semplicemente in base alla prospettiva di nuove abitazioni di lusso realizzate nell’area, e gli attuali abitanti di Southside, compresi parecchi alternativi, se ne saranno andati da un pezzo prima che si rendano disponibili i primi alloggi a prezzi controllati.

Rachaele Raynoff, portavoce dell’ufficio urbanistica, afferma che la variante di piano offre “un programma residenziale popolare incredibilmente aggressivo”. Definisce la valutazione di impatto ambientale “estremamente conservatrice” e dice che si creeranno più case a prezzi accessibili di quante non se ne perdano.

Ma lo studio non è così attento a proteggere i poveri. Con la vecchia giustificazione tipica dello urban renewal, essenzialmente afferma che si può procedere, dato che i poveri sono già obbligati ad andarsene in ogni caso.

Alcuni, come la signora Manuela Butler, vorrebbero rimanere – e in un’abitazione adeguata. “Prima stavamo a tavola mamma, papà, bambini. Adesso ci stiamo con altre due famiglie. I figli si sposano, e semplicemente rimangono qui”.

John Mulhern, direttore della Southside Community Mission, racconta di scorgere i segni del movimento di popolazione alle funzioni domenicali della cattolica Transfiguration Church su Marcy Avenue. I fedeli sono diminuiti, dai 1.500 di cinque anni fa, a 900.

”Stiamo perdendo un significativo numero di persone, verso la Florida, principalmente l’area di Orlando”, racconta Mulhern, e aggiunge che altri se ne sono andati a Maspeth o Ridgewood, altri a Allentown o ai Poconos a cercare case più a buon mercato.

”New York sarebbe una città più vitale se potessimo avere una base economica più varia. “È malsano rendere enormi parti della città inabitabili da famiglie di lavoratori”.

La Southside Mission ha collaborato a organizzare la Churches United for Fair Housing, a far pressione sull’amministrazione cittadina perché inserisca più case popolari nel discusso piano di Bloomberg per la variante al waterfront.

Il reverendo Jim O’Shea, un sacerdote che che aiutato a organizzare la campagna, dice che lo fa soffrire, ascoltare che descrivono il quartiere come “frontiera” e i nuovi arrivati “pionieri”.

“Sembra di sentir parlare Cristoforo Colombo”. Non avevo pensato alla cosa da questo punto di vista: è il linguaggio dell’oppressione coloniale. È ora di iniziare a vedere questa storia attraverso gli occhi degli abitanti di Southside. “È incredibile quello che succede” racconta Solano, attivista della chiesa. “Basta una cosa sola, come un caffè Starbucks, e arrivano a centinaia”.

Nota: qui il testo originale al sito del Village Voice - qui l'intero progetto di "rezoning" all'ufficio urbanistica di New York City (f.b.)

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