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La Rete toscana dei Comitati invita a votare SI al referendum
6 Gennaio 2009
Firenze
L'angosciosa querelle di una tranvia, contestata per i pessimi progetti esecutivi che il Comune non ha mai accettato di discutere. La Rete difende il referendum

La Rete Toscana nella sua completezza, costituita da oltre 170 Comitati e Associazioni, esprime la propria adesione all’appello a sostegno del si al referendum, redatto dai Comitati fiorentini e da Italia Nostra, e sottoscritto anche da numerose personalità del mondo della cultura, dell’università e dell’associazionismo che notoriamente non sono riconducibili allo schieramento politico del centro-destra, ritenendo che i motivi che hanno portato all’esercizio dello strumento referendario, superino di gran lunga, allo stato attuale dei fatti, la valenza degli schieramenti politici di parte di chi lo ha promosso e che i sostenitori del NO al referendum tentano ancora, propagandisticamente, di far passare contrapposti agli interessi della Cittadinanza.

La Rete, ritiene infatti che lo strumento referendario, come è nella sua natura, rappresenti attualmente, per la cittadinanza tutta, l’ultima speranza per cercare di far breccia nell’arroccamento, quasi sempre arrogante e mistificatore, espresso dalla committenza, e dall’Amministrazione Comunale, nel non voler procedere a nessuna sostanziale revisione tecnica del progetto, neppure per le linee 2 e 3, non ancora cantierizzate, come i Comitati richiedono in nome di una gran massa di Cittadini che hanno manifestato in più occasioni contro le conseguenze distruttive, immediate e future, che un progetto mai definito nei particolari, come quello attuale, possa arrecare irreparabilmente a vastissime zone della città.

La Rete Toscana sostiene ovviamente lo sviluppo del trasporto pubblico e quindi non è assolutamente contro la tramvia: ma contro questa tramvia, che ha evidenziato nel progetto i suoi limiti di condivisione con la Cittadinanza, anche a causa di un percorso decisionale non adeguatamente trasparente che ha visto prevalere i toni propagandistici, alle ragioni di fatto. Ragioni che dovevano partire da un ben definito piano di mobilità dell’area vasta, se non provinciale, la cui mancanza è aggravata dal non aver mai definito neppure un piano di collocazione delle attività pubbliche, produttive e terziarie, determinandone invece una spontanea dispersione su tutta l’area metropolitana e dei comuni limitrofi, anche di seconda cintura, che rende di fatto impossibile dare risposte di mobilità adeguate, con qualunque mezzo pubblico, che non sia il proprio ciclomotore.

Ciò premesso, questa tramvia non costituisce neppure un’occasione di riqualificazione degli spazi urbani, come normalmente è accaduto in altre realtà europee, ma semmai ne riduce la fruizione peggiorando, nella maggior parte dei casi, gli attuali standard di vita dei cittadini e delle attività che si svolgono a margine dei percorsi della tramvia.

Firenze 8 Febbraio 2008

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