Quando si parla di Resistenza, se ne evoca soprattutto l’aspetto di lotta armata che portò alla vittoria sul nazifascismo e alla Liberazione, dimenticando gli episodi di disobbedienza civile e il sostegno dato da tante famiglie. Spesso si trattava di piccoli significativi gesti di ribellione contro il fascismo che la storiografia ha negli ultimi anni riscoperto. L’Istituto Cervi ne ricorda uno ormai da 15 anni..
Il 25 luglio del 1943, il Gran consiglio del Fascismo vota la sfiducia a Benito Mussolini e il re lo fa arrestare. Cade il regime. A Campegine, in provincia di Reggio Emilia, si fa festa. Una famiglia di contadini un po’ particolari per l'ingegno e la passione che mettono nel lavorare la terra e nell'opporsi alla dittatura, fa il più bel funerale del Fascismo, per dirla con le loro parole.
Decide di offrire al paese un piatto di pasta asciutta. Sono i sette fratelli Cervi con il padre Alcide, la madre Genoeffa e tante altre famiglie della zona. Tempi di fame e povertà, anche nella bassa reggiana, c'è la guerra combattuta e c'è la voglia di sperare. I Cervi ricreano la piazza, la riprendono dopo anni di adunate pilotate, offrendo pastasciutta a tutti i compaesani, una pasta frutto della farina e delle braccia di più persone che non avevano molto. Al massimo potevano fare una pasta in bianco, con burro e parmigiano, ma quella la fecero.
Il 25 luglio è una data storicamente nodale, analizzata da storici e giornalisti nella sua ufficialità, ma troppo spesso si è tralasciato di raccontare la gioia che investì la popolazione, il carattere pacifico delle manifestazioni spontanee che si improvvisarono, espressione di un antifascismo diffuso, spesso nemmeno consapevole, che voleva la fine della guerra, della fame e della paura. La Liberazione arriverà solo venti mesi dopo e costerà ancora tanta sofferenza, ma quel 25 luglio il primo istinto fu di festeggiare insieme. Quello spirito, quell'ottimismo, rivive ancora nella casa che fu dei Fratelli Cervi, oggi Museo, ogni 25 luglio.
L'Istituto Alcide Cervi da anni organizza una rassegna teatrale, il Festival di Resistenza, che ha nella Serata della Storica Pastasciutta il suo evento conclusivo in cui riproporre la stessa formula di ritrovo spontaneo e festoso. La pasta viene offerta a chiunque si presenti, mentre sul palco si alternano ospiti e performance. Quest'anno sarà Ascanio Celestini a raccontare storie di ieri e di oggi al sempre più numeroso pubblico antifascista e, in quell' occasione, verrà assegnato il Premio Museo Cervi per il Teatro allo spettacolo vincitore del festival, realizzato grazie al volontariato generoso del territorio e alla collaborazione con Cooperativa Boorea e Arci.
L’autrice è Presidente dell’ Istituto Alcide Cervi