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Antonio di Gennaro
La legge sul governo del territorio: un’occasione mancata
20 Gennaio 2006
Campania felix
Un commento critico della nuova legge urbanistica della Campania. Dal Corriere del Mezzogiorno del 19 gennaio 2005

Il consiglio regionale ha approvato la legge n. 16 “Norme sul governo del territorio”, pubblicata sul BURC del 28 dicembre 2004.

Chi scrive ha espresso da tempo il suo giudizio sulla legge: si tratta di un articolato meramente procedurale, il cui intento dichiarato è quello di snellire le procedure di formazione dei piani urbanistici ai differenti livelli. Una legge anodina, votata quasi all’unanimità (unico voto contrario quello del consigliere Specchio).

Quello che manca in questa legge, contrariamente a quanto succede nelle regioni italiane dove le cose funzionano un po’ meglio (vedi ad esempio la raccolta comparata di leggi urbanistiche regionali curata da Edoardo Salzano per l’associazione Polis), è qualsiasi indirizzo stringente in merito ai problemi che funestano il territorio campano, primo fra tutti il consumo di suoli fertili e il degrado dei grandi paesaggi storici causati da un’espansione urbana assolutamente fuori controllo.

L’importante per l’assessore Di Lello, per la sua maggioranza e, lo si è visto, anche per l’opposizione, è che le procedure siano rapide, che le carte siano a posto, che i vincoli posti dagli enti di settore per difenderci dalle fragilità del territorio e del paesaggio (autorità di bacino, enti parco, sovrintendenze) siano una volta per tutte depotenziati e resi inoffensivi.

Per il resto, avanti così, con la programmazione negoziata che continua a sciupare spazi preziosi a favore di iniziative che non decollano mai (è l’Osservatorio economico regionale a constatarlo), con l’obiettivo, ed è la stessa avvilente storia dell’ultimo mezzo secolo, di continuare a lucrare la rendita privata di trasformazione edilizia con il sostanzioso ricorso a capitali pubblici.

Insomma, il momento ha una certa gravità: il combinato disposto di una legge urbanistica regionale inadeguata e di piani di area vasta di discutibile impostazione (Ptr, Ptcp) espongono il capitale naturale delle regione Campania e dell'area napoletana in particolare a rischi sino ad ora inimmaginabili. E’ compito della prossima legislatura cambiare strada, in direzione dello sviluppo, quello vero.

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