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Charlotte Moore
La Gran Bretagna paga il prezzo di una pianificazione edilizia di stile sovietico
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
Un'incredibile serie di semplificazioni e falsità, per tentare di liquidare più o meno un secolo di urbanistica: non corrisponde ai "sondaggi". Con allegato il "rapporto". Dal Guardian, 18 luglio 2005 (f.b.)

Titolo originale: Britain pays price of 'Soviet-style' homes planning – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

La Gran Bretagna ha abitazioni fra le più piccole, vecchie e costose del mondo sviluppato, e il suo sistema di pianificazione di “stile sovietico” si è tradotto in una carenza di case a prezzi accessibili di alta qualità, rivela un rapporto pubblicato oggi.

La cultura britannica della pianificazione centralizzata, così come definita dal Town and Country Planning Act del 1947, è responsabile del fatto che gli alloggi sono i più piccoli d’Europa e lo stock residenziale il terzo più vecchio del continente, afferma un rapporto del Policy Exchange.

Il rapporto è stato reso pubblico prima di un annuncio, previsto per oggi, del ministro responsabile per la casa e la pianificazione, Yvette Cooper. Si tratta di un pacchetto di misure per riformare il sistema di piano, in un tentativo di renderlo più rispondente al mercato della casa e meglio attrezzato a rispondere ai bisogni residenziali emergenti delle generazioni future.

Secondo il rapporto, il sistema di pianificazione britannico ha anche determinato un mercato volatile dei prezzi delle case, limitando le costruzioni.

”Quello che era inteso come un sistema dove lo stato realizzava edilizia per assicurare che alla popolazione fosse fornito un buon standard residenziale, alla fine è diventato un meccanismo in cui la pianificazione veniva usata per limitare l’edificazione, in particolare nelle zone rurali. Ciò ha determinato prezzi più alti, perché alla crescente domanda non corrispondeva una crescente offerta”, afferma il rapporto.

L’opinione diffusa secondo cui dato che la Gran Bretagna è un’isola piccola e sovraffollata l’unico tipo di edilizia sostenibile sono i blocchi a torre su aree già urbanizzate, è profondamente sbagliata, afferma il rapporto. E i consumatori non possono ottenere le nuove abitazioni che desiderano. I sondaggi mostrano che il 95% delle persone preferirebbe vivere in una casa singola di qualche tipo, ma la metà di tutte le nuove abitazioni realizzate lo scorso anno erano in appartamenti, contro il 12,5% del 1990.

Nicholas Boles, direttore di Policy Exchange, afferma: “Questo rapporto mostra chiaramente che il prezzo pagato per le nostre rigide leggi urbanistiche sono alloggi fra i più piccoli, angusti e costosi d’Europa. Sta agli elettori decidere se sono lieti di pagare questo prezzo, ma meritano di conoscere la verità”.

Nota: qui la versione originale dell’articolo, al sito del Guardian . La cosa più interessante però (la giornalista si è limitata a scopiazzare lo Executive Summary del rapporto) è entrare nei particolari di questo studio, condotto dal Policy Exchange, "think tank" di rampanti giovanissimi presieduto dal biografo di Margaret Thatcher, Charles Moore. La tesi generale, cara anche a molti critici di casa nostra, è che l'intera storia della pianificazione urbanistica sia una via crucis di lacrime e sangue imposti al popolo nel solo nome del "socialismo", a quanto pare foscamente trionfante anche in Occidente dal secondo dopoguerra in poi. Vedere per credere: il Rapporto originale e integrale è scaricabile direttamente qui da Eddyburg (f.b.)

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