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Franco Vanni
La disfida degli anziani per un pezzo di orto
2 Settembre 2013
Milano
Una questione per nulla patetica e di guerra fra poveri, nell'uso dello spazio urbano, solleva problemi generali e attuali.

Una questione per nulla patetica e di guerra fra poveri, nell'uso dello spazio urbano, solleva problemi generali e attuali. La Repubblica Milano, 2 settembre 2013, postilla (f.b.)

Da una parte, i novanta anziani di Quarto Oggiaro che coltivano gli orti in via Lessona. Dall’altra, gli anziani di Novate in attesa che lì sia costruito un ospizio. La contesa per quei 1.800 metri quadrati di terreno si trascina da decenni. Ora Novate, proprietaria dell’area dal 1992, ha mandato ai milanesi lo sfratto: entro il 30 settembre dovranno lasciare gli orti per fare posto al cantiere della casa di riposo. Ma gli “ortisti” non ci stanno.

Alcuni degli anziani che entro fine mese dovranno sloggiare hanno più di 90 anni. A differenza della grande maggioranza degli orti milanesi — che nascono come abusivi, occupati nel primo Dopoguerra da famiglie pugliesi — in via Lessona la presenza agricola è nata in modo regolare. A partire dagli anni Sessanta, e fino al 1992, la grande maggioranza dei coltivatori ha pagato un affitto all’ente del Comune di Milano che ai tempi era proprietario dell’area. In quell’anno Palazzo Marino cedette ai vicini di Novate la proprietà del terreno, nonostante si trovi dal lato milanese dell’autostrada. «Dal 1992 al 2006 il Comune di Novate nemmeno si è preoccupato di registrare al catasto la proprietà del terreno — racconta Lorenzo Croce, presidente dell’associazione ambientalista Aidaa — quando ha deciso di entrarne in possesso, dopo 14 anni dalla cessione, si è messo a fare la guerra agli ortisti, definendoli abusivi. Tutto questo è assurdo esbagliato».

Ora Novate rivuole il suo terreno. Nonostante ancora non siano stati fatti i necessari carotaggi, i tecnici comunali hanno il forte sospetto che il sottosuolo richiederà una pesante bonifica prima dell’apertura del cantiere: sotto gli orti, infatti, si trova una vecchia cava, con ogni probabilità riempita di macerie dopo la seconda guerra mondiale. Scavando le fondamenta, sarà necessario bonificare. E bonifica significa due cose: costi elevati e tempi lunghi. «È evidente che il cantiere per edificare la casa di riposo non partirà a breve — dice Croce — per questo, non ha senso cacciare gli anziani prima del dovuto. Si lascino in pace, e intanto si trovi una soluzione alternativa». Essendo gli anziani ortisti quasi tutti milanesi, il Comune di Milano ha offerto loro appezzamenti alternativi, ma senza dare garanzie sulle dimensioni e soprattutto sulla collocazione, con il rischio che si possano trovare a chilometri di distanza. Gli ortisti, fra cui ci sono diversi vecchi partigiani della val d’Ossola, si dicono pronti a «resistere fino all’ultimo».

postilla
Emergono almeno tre questioni, che si possono riassumere anche se certo non esaurire in tre punti: 1) la destinazione d'uso a orti urbani non può più essere lasciata al caso per caso, ma rientrare in una strategia urbanistico-ambientale-sociale di lungo periodo; non sta né in cielo né in terra che un elemento base costitutivo del quartiere come il verde collettivo, tanto più essenziale quanto più autogestito e non gravante sulle casse comunali, sia alla mercé di decisioni discrezionali e private; 2) non sta neppure né in cielo né in terra che le strategie sullo spazio pubblico di quartiere (o più in generale quelle sullo spazio urbano inteso come rete) si sviluppino al chiuso di segrete e competenti stanze, rovesciando poi sulla cittadinanza le proprie deliberazioni, e aprendosi al massimo ex post al confronto, specie in un ambito così essenziale come le infrastrutture verdi, in cui gli orti si inseriscono: quell'area è coerente o meno rispetto alla logica di rete continua? Infine 3) il “cattivo” della favola altro non è che il Comune di Novate, ovvero non un'entità extraterrestre, ma la circoscrizione amministrativa i cui confini stanno un paio di isolati più a ovest dei quegli orti; probabilmente di cose del genere dovrebbe anche tenerne conto, la nostra politica, nel delineare le competenze della Città Metropolitana, che notoriamente si estende anche oltre le sale consiliari, e arriva ad esempio proprio a lambire gli orti, le case di riposo, e gli anziani che sono costretti a farsi inutilmente guerra (f.b.)

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