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Fabrizio Bottini
La calda (Real) Estate di Milano
13 Luglio 2004
Padania
Modesta, schematica, breve storia cronaca e critica di un progetto minore per l'area metropolitana milanese, che ha meno visibilità perché oscurato da cose ben più grosse, da tutti i punti di vista (fb)

Dov’è

I segni hanno sempre un senso. Figuriamoci i monumenti, quelli veri, come una bella statua di bronzo in mezzo a un’aiuola circolare. Una cosa che a chiunque fa venire in mente l’idea di città.

Ed è esattamente a questo che pensa un chiunque passante, o meglio guidante, in rotta verso Milano dal settore orientale, quando sullo sfondo di una lunga prospettiva di pioppi e precompressi misti la vede. La statua di bronzo, di una figura umana seduta, alta un paio di metri e qualcosa sul cocuzzolo di una rotatoria. Incongrua per dimensioni e localizzazione, ma ineccepibile nel segnalare che la nuova dimensione metropolitana ha raggiunto anche il mondo dei segni, oltre a quello delle densità e delle correlazioni spaziali e sociali. Per gli aspetti politico-amministrativi, naturalmente, dovremo aspettare ancora qualche lustro, o secolo.

Siamo sulla strada Rivoltana, l’asse viario che inizia in Piazza San Babila, e poi cambia varie sezioni e nomi passando per esempio davanti alla Provincia, al quartiere razionalista “Fabio Filzi” di Franco Albini, al famigerato centro per immigrati di via Corelli, e poi assume natura e nome di grande arteria davanti al palazzo Mondadori di Oscar Niemeyer, dove si ricongiunge col viale dall’aeroporto ( el stradon per andare all’Idroscalo, di Jannacci). Alla fine del territorio comunale di Milano, la strada attraversa una porzione del territorio comunale di Segrate, dove si affacciano tra l’altro sia la citata Mondadori, sia una delle più note neo-cittadelle da utopia piccolo borghese anni Settanta: Milano San Felice. E proprio all’altezza di San Felice inizia il territorio del comune di Pioltello, frazione Limito, segnato da quella rotatoria con monumento cocuzzolare. Di fianco alla rotatoria, una strada sterrata inquadra un cartello. Sullo sfondo, lontano tra i pioppi radi di inizio pianura, qualche gru spunta dall’erba. Il cartello recita: Progetto Malaspina. Per maggiori informazioni consultare il sito web.


L'Individuo Ignoto Margini del Parco Sud La Rivoltana a San Felice

Cos’è

Dato che chi scrive non è neppure un dilettante della comunicazione, lascio doverosamente un po’ di spazio ai professionisti: “SINTESI DI BENESSERE. Alle porte di Milano, sul lago Malaspina, nasce un grande progetto di Aedes, Banca Antonveneta, Pirelli Real Estate. Un’iniziativa immobiliare pensata attorno all’individuo, per vivere e lavorare meglio. Residenze e uffici armoniosamente immersi nella natura, in una delle più grandi aree verdi della Lombardia. 720.000 mq di cui 498.000 mq circa destinati a parco pubblico”. Ecco qui, in sintesi (di benessere), più o meno tutto. Compresa un’importante specificazione: si tratta di un progetto “attorno all’individuo”. Ecco cosa raffigurava quella statua in mezzo alla rotatoria: l’Individuo.

Il PDF da cui è tratta la citazione contiene naturalmente molti altri dati e informazioni. Per esempio che le residenze avranno una superficie lorda di pavimento complessiva di 44.000 metri quadrati, e che il Business Park offre 22.000 metri quadrati di superficie coperta, e circa 80.000 mq di superficie lorda di pavimento edificabile. Alle superfici edificabili, si aggiungono poi 78.000 mq “direzionali”, 3.000 mq commerciali, 11.000 mq accessori.

Se si osserva la planimetria generale del progetto, si nota un’organizzazione generale lungo l’asse nord-sud, perpendicolare e relativamente autonomo rispetto a quello della statale Rivoltana, col raggruppamento degli uffici a nord e, separata anche da uno spigolo del lago artificiale che da’ il nome al quartiere, la zona residenziale, inserita ai margini della grande area verde.

Un’area verde che, a parte gli standards ovviamente vantati dai promotori, è tutta farina di un altro sacco. Siamo infatti sui margini settentrionali del metropolitano Parco Sud (come si capisce anche da qualche stralcio di paesaggio), e soprattutto in una delle località dove la Regione Lombardia, settore Agricoltura, ha promosso l’iniziativa delle cosiddette “foreste di pianura”.

La Foresta

Il Bosco della Besozza (da nome della cascina) copre una superficie di 37 ettari, che sarà interessata da interventi di riforestazione e altre operazioni di ri-costruzione del paesaggio. Come ci spiega il sito del settore regionale competente, il progetto generale si articola in:

E scusate se è poco, a un chilometro a sud dei laghetti di cigni artefatti e minuscoli di Milano Due, e dai pezzi di Parco Lambro via via ritagliati dall’espansione edilizia. Una Milano Due bis, o ter, o quater, almeno negli effetti sull’intorno, che il progetto Malaspina poteva anche diventare, a suo tempo (e fino a non molto tempo fa).


La Foresta della Besozza, planimetria generale

Cosa doveva essere

I circa settecentomila metri quadrati di questo terreno a Limito di Pioltello, al confine con San Felice di Segrate, sono conosciuti da queste parti col nome di Bica. Potrebbe sembrare il solito toponimo da cascina, o corso d’acqua, e invece è una sigla. Sta per Beni Immobili Civili e Agricoli, ovvero il fondo previdenziale dei dirigenti Montecatini (il buon Bianciardi ci scriverebbe un thriller, fosse ancora vivo). Gli immobili Bica sono acquisiti negli anni Ottanta, da nientepopodimeno che Edilnord, ovvero Berlusconi, che nello stile diventato poi noto alle cronache inizia a suo modo i processi di valorizzazione.

L’idea iniziale è di realizzare un complesso per uffici con 12.000 occupati complessivi, sviluppato - pare di capire - a nastro lungo la statale. Cresce l’opposizione locale a quello che si capisce essere un progetto ad alto impatto su un territorio di prima cintura ancora ricco di potenzialità ambientali, ma già sovraccarico in termini di congestione da traffico e insediamento industriale. Con intrecci (ovvio: qui siamo anche fisicamente a Tangentopoli) giudiziari vari, e rinvii nella realizzazione, finalmente si arriva alla metà degli anni Novanta a definire una possibile soluzione, anche se di compromesso. Una variante al PRG del 1999 si riassume per questa zona in:


Progetto Malaspina L'area Bica nel PRG di Pioltello

Conclusioni e saluti

Ecco, solo per fare un esempio, da dove viene quell’orientamento perpendicolare ereditato dagli attuali promotori (che hanno rilevato le proprietà Edilnord), inusuale e certo diverso dal solito sviluppo a nastro che soffoca tutte le statali per decine di chilometri a diradare in tutte le direzioni. Certo, come si riconosce anche ufficialmente all’interno dell’amministrazione, si poteva anche fare di meglio. E aggiungerei io anche di meno, e magari pure da un’altra parte, visto che qui a fare da cesura col polmone del Parco Sud c’è già la cittadella “introversa” di San Felice, che nonostante tutto il suo privatissimo verde sembra comunque un corpo estraneo piantato in mezzo al paesaggio. Poi ci sarebbe anche da dire sulla scelta della netta separazione anche planimetrica fra il business park e le residenze: buono in un manuale di zoning degli anni Venti, con la sua certezza dell’investimento ed efficienza gestionale interna, lontanissimo da qualunque idea di città non strampalata. Certo si tratta di piccole dimensioni relative, ma trattandosi di un insediamento nuovo forse anche un progettista americano new urbanism, abituato a ben altre scale, storcerebbe il naso davanti ad un’occasione persa di mixed use.

Comunque, a quanto pare ce l’abbiamo e ce lo dobbiamo tenere, questo progetto Malaspina, con tutte le sue probabili barriere, visive e non, rispetto al resto del territorio, e col suo bel Monumento all’Individuo Ignoto sul cocuzzolo della rotatoria. Una forma attenuata di quanto pensato nelle brume metropolitane di pre-Tangentopoli, ma tutto sommato un’eredità di un modo sballato di pensare il territorio.

Certo, visto da un altro punto di vista, un successone, se si pensa a quello che succede “a dieci minuti d’auto”, ovvero nella ex Fiera, nella futura Fiera, o in tanti altri casi. Ma queste sono storie che si raccontano altrove.

Nota: le informazioni pubblicitarie generali sul quartiere sono disponibili al sito Progetto Malaspina. Il quadro generale del programma per le Foreste di Pianura sta al sito della Regione Lombardia, Settore Agricoltura . Il riassunto delle tormentate vicende dell’urbanistica comunale di Pioltello è desunto dal sito di una formazione politica locale, Lista per Pioltello. L’atmosfera degli appetiti sul territorio che ha caratterizzato e caratterizza Milano, l’area metropolitana, e tutto il resto, purtroppo non ha bisogno di indicazioni. (fb)

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