Di Carlo: «Inopportuno La Regina all'Appia»
Paolo Brogi – Corriere della Sera, ed. Roma, 5 novembre 2006
Sull'Appia Antica siamo alla partita grossa. Un safari in piena regola. Trofeo più ambito, la testa di Adriano La Regina. Sull'ex sovrintendente archeologico di Roma, candidato alla presidenza dell'Ente Parco dell'Appia, la maggioranza alla Pisana è in difficoltà. A sparare pallettoni contro di lui, candidato al Parco dell'Appia insieme ad altri due esponenti certamente di minor prestigio come Marco Agliata e Daniel Franco, è la «Margherita». Il capogruppo Mario Di Carlo esce allo scoperto e lo definisce «inopportuno».
Il presidente della Regione Piero Marrazzo sembra subire l'offensiva e intanto prende tempo: così è slittata di nuovo, ancora di una settimana, la giunta che stamattina doveva dire sì alle «terne» di candidati per le presidenze degli 11 parchi del Lazio già consegnate a Marrazzo da 15 giorni dall'assessore all'ambiente Filiberto Zaratti. Quelle terne contengono 33 nomi tra i quali Marrazzo dovrà scegliere gli 11 presidenti. Su La Regina è bagarre.
La giunta prevista per oggi è stata rinviata ieri all'ultimo momento. Ufficiosamente per la grana del buco nei conti della sanità, di fatto anche per il mancato accordo sui parchi, un «affaire» scandaloso che si trascina da 18 mesi con gli enti parco commissariati e con una situazione di degrado e incertezza nei fatti che si abbatte sui piccoli scrigni verdi del Lazio. I rischi che incombono su tesori come l'Appia Antica sono evidenti: le immagini della celebre consolare che ci giungono dall'altezza dell'areoporto di Ciampino, dove è ormai ridotta a un parcheggio a cielo aperto insieme alla vicina via di Fioranello, parlano da sole. Così è un parco abbandonato a se stesso.
La Margherita dunque si oppone ad Adriano La Regina. Il celebre archeologo ed etruscologo, di cui una mostra appena aperta alle Olearie Papali celebra di fatto attraverso il lavoro dei suoi collaboratori un quarto di secolo di scavi, ritrovamenti e scoperte a Roma, è dichiarato «inopportuno» dal capogruppo della Margherita alla Pisana, Mario Di Carlo. Il fatto che a favore di Adriano La Regina siano scesi in campo anche altri esponenti della Margherita come l'ex ministro Willer Bordon non stempera la crociata di Di Carlo che dice: «Abbiamo ricevuto decine e decine di sollecitazioni da parte di abitanti e operatori dell'Appia, che ci hanno ricordato che all'atto della discussione del piano di assetto, la sovrintendenza archeologica retta da La Regina si mise di traverso nella formulazione, adducendo come motivo la necessità di fare acquisizione al pubblico delle proprietà interne al Parco dell'Appia. Perciò ritengono inopportuna la nomina. E noi la pensiamo come loro. L'abbiamo fatto presente alla maggioranza e a Marrazzo. Quanto ai nomi dei presidenti, non siamo certo noi a farli...».
Ad essere agitato è lo spauracchio «espropri». Una questione che la responsabile archeologica dell'Appia, Rita Paris, definisce «sorprendente». «La sovrintendenza - spiega Rita Paris - non ha mai fatto neanche un centimetro di espropri. Dall'84 abbiamo acquistato la Villa dei Quintili, Santa Maria Nova e Capo di Bove esercitando una sola prelazione ed effettuando bonari acquisti. La linea seguita è stata quella del graduale accrescimento del Parco tramite acquisti concordati. Nessuno ha mai posto il problema di acquisizioni di massa».
A favore di La Regina sono scesi intanto in campo, con un appello sottoscritto da moltissimi operatori culturali, decine di urbanisti (da Vezio De Lucia a Italo Insolera), archeologi (da Anna Gallina Zevi a Clementina Panella, Silvio Pancera), ambientalisti (da Desideria Pasolini dall'Onda a Gaia Pallottino). Una ferma presa di posizione è stata espressa ieri da Carlo Ripa di Meana e Fulco Pratesi, presidenti di Italia Nostra e Wwf: «Il veto contro La Regina è inaccettabile». Come andrà a finire?
«Veti? Solo perché difendo l'Appia»
Paolo Brogi - Corriere della Sera, ed. Roma, 6 dicembre 2006
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