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Furio Colombo
La ballata del soldato
18 Agosto 2005
Articoli del 2004
Lanciano infamanti accuse a sinistra perché ha propalato notizia che avevano dato loro! Su l’Unità del 5 marzo 2004. L’immagine della prima pagina qui.

L'Unità del 5 marzo pubblica in Prima pagina i titoli di alcuni giornali del giorno prima. Il tema era un progetto di viaggio di Silvio Berlusconi a Nassiriya in concomitanza con la serata di chiusura del Festival di Sanremo. Come vedete tre quotidiani hanno raccolto in forma di titolo la notizia e uno, il nostro, ha usato in prima pagina la notizia di quella ipotesi di viaggio («Berlusconi vuole andare a Nassiriya per apparire a Sanremo»). Ma la notizia era già stata oggetto di una interrogazione in Parlamento (del sen. Zanda, Margherita) di innumerevoli spunti, accenni, battute e scherzi sul palcoscenico di Sanremo. E su tale possibile evento, la sera del 3 marzo, vi era stata questa autorevole precisazione di Bruno Vespa: «Se il presidente va a Nassiriya, il collegamento televisivo deve avvenire con Porta a Porta e non con il teatro in cui si svolge il Festival». La parola “autorevole” a proposito di Vespa qui non è usata con ironia ma come sinonimo di “buona fonte”. Vespa ha parlato dell’evento e ha posto una condizione.

Poiché non è tipico neppure per Vespa dettare condizioni a un personaggio scarsamente controllabile come l’attuale presidente del Consiglio, la frase è apparsa un affidabile riferimento a un evento possibile.

Per essere sinceri con i nostri lettori, diciamo subito che non abbiamo atteso le parole di Vespa come una conferma. I titoli di un giornale si fanno molto prima, e noi lo avevamo scritto intorno alle 20.00 di mercoledì. Abbiamo indicato il viaggio come una intenzione («Berlusconi vuole...») non come un annuncio.

Ora ci giungono smentite importanti. Tenete conto della parola, “importanti”. Lo sono per la fonte e per il linguaggio.

Ecco la prima: «Mettere insieme Nassiriya e le canzonette è il peggio che si potesse inventare la sinistra divisa su tutto e unita solo dall’odio e da questa campagna di leggende metropolitane contro il presidente del Consiglio». Firmato Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio.

Ecco la seconda: «I comunisti e i fascisti erano dei dilettanti rispetto alle tecniche di aggressione, di falsità e di odio di cui è capace questa sinistra. Ora basta. Altrimenti il Paese rischia di precipitare in uno scontro dalle conseguenze imprevedibili». Firmato Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia.

Prendiamo atto delle parole dei due statisti e notiamo: primo, il sottosegretario Bonaiuti non aveva mai, prima d’ora, usato un simile linguaggio. È noto come una persona cauta che ha dovuto parare ben altre gaffe e risolvere ben altri problemi del suo assistito.

Chi gli ha dettato la frase - questa volta - sembra mosso da collera, forse perché è stato punto sul vivo. Impossibile non notare qualcosa di atipico rispetto alle dichiarazioni di un abile portavoce: c’è ira, c’è insulto. Ma non c’è smentita.

Secondo. Le parole di Bondi sono tipica reazione caratteriale del personaggio, che richiederebbe la presenza costante di un Crepet, invece distratto dalle canzonette di Porta a Porta . Ma questa volta Bondi aggiunge la minaccia, quasi l’annuncio, di «uno scontro dalle conseguenze imprevedibili».

Chiunque può perdere il controllo e usare frasi pesanti. Ma se è uno che ha in mano il potere, si tratta di un importante notizia politica che passiamo ai notisti e commentatori dei tanti, liberi, giornali antiberlusconiani di cui - come dice il premier - è affollato il Paese.

Terzo. Forse Silvio Berlusconi non andrà mai a Nassiriya. Di certo anche gli eventi accaduti tra Baghdad e Karbal martedì scorso non lo hanno incoraggiato e il nostro presidente del Consiglio finora ha dimostrato molte cose, anche al di là della linea della sua convenienza politica, ma non il coraggio. Se ci andasse, immaginate che lo farà senza adeguata rappresentazione pubblicitaria? Sarà certamente collegato in diretta, sarà certamente protagonista lui e non i soldati che va a visitare, perché questo è il suo tipico, unico “modus operandi”, ed è inimmaginabile, anche per chi lo ama, un Berlusconi che non sia «migliore attore protagonista» di quella continua serata degli Oscar che è la sua vita. Forse gli abbiamo accreditato un gesto che richiede coraggio per essere compiuto, e di questo ci scusiamo. Per questo è criticabile l’evento da noi indicato come un suo progetto. Non nella natura spettacolare. C’è qualcuno in Italia(e ormai possiamo dire nel mondo) che riuscirebbe a immaginare Berlusconi nel comportamento di un normale presidente del Consiglio che non viene dall’unica esperienza e dall’unica fede della televisione?

Quarto. Confermiamo quello che dice, nella prima parte della frase, l’on. Bonaiuti. Fare un unico spettacolo di soldati italiani che rischiano la vita (e molti di essi sono morti) e di canzonette è una cosa indecente. Ma questa cosa indecente avviene in quella parte dell’evento Sanremo detto “dopofestival” .

La sera di mercoledì nello studio di Porta a Porta si è ballato e cantato intorno alla fila di sedie in cui erano seduti alcuni sopravvissuti della strage di Nassiriya.

Con grande dignità un colonnello e due giovani caporali (un uomo e una donna) hanno detto solo poche parole senza dare il minimo segno di partecipazione alla festa, eppure Apicella si era appena esibito - anche con canzoni originali del presidente del Consiglio - intorno a loro. La loro risposta è stata segnata da una evidente tristezza. Ma il tentativo di mischiare soldati italiani che rischiano la vita e canzonette, iniziativa giustamente giudicata “indecente” da Bonaiuti, c’è stato davvero, davanti agli occhi di milioni di spettatori.

Quinto. Ci sono state molte chiacchiere su rapporti e amicizie del nuovo “patron” di Sanremo, sul versante detto “mob” nei film di genere americani. Solo chiacchiere, forse. Ma è di cattivo gusto agganciare carabinieri, alcuni dei quali sono eroi delle missioni a cui hanno preso parte, per esibirli come segno di legalità nello spettacolo di un personaggio molto discusso dalle due parti dell’Oceano.

Come si vede, di indecenza ce ne è molta in questa storia. E non dipende dal mancato viaggio di Berlusconi a Nassiriya. Dipende da alcuni protagonisti della storia. Registrarlo (certo, con rischio, a giudicare dalle parole di Bondi) è dovere di cronaca

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