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(red.)
Italia Nostra in crisi, dimissioni a catena. Offerta la presidenza a Ripa di Meana
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
Turbamenti nel mondo ambientalista. Crisi nella più antica e rigorosa associazione. Speriamo sia transitoria. Da il Corriere della sera del 29 giugno 2005

ROMA — Nel mondo ovattato e un po' snob di Italia Nostra è avvenuta di colpo una piccola rivoluzione. Si è dimessa la presidente Desideria Pasolini dall'Onda, che fu tra i fondatori della rinomata associazione ambientalista. Con lei se n'è andata l'urbanista Gaia Pallottino, che era segretario generale, e hanno abbandonato ben otto membri del consiglio direttivo, tutti personaggi storicamente impegnati nella difesa ambientale, come Arturo Osio, Gianfranco Amendola, l'urbanista Vezio De Lucia.

Una nuova squadra è subentrata. Un autentico ribaltone che ha portato alla segreteria generale Giuseppe Giliberti, un manager industriale, e potrebbe far balzare alla presidenza Carlo Ripa di Meana, noto esponente della galassia dei Verdi.

“Mi hanno sfiduciata — lamenta l'ex segretaria Pallottino — . Si sono coalizzati contro di me e non so per quale motivo”. La resa dei conti sembra dovuta a problemi economici. Arrivata al mezzo secolo di vita ( fu fondata nel 1955), Italia Nostra si ritrova con le casse vuote. “Non possiamo pagare i fornitori, abbiamo scoperti in banca e gli stipendi sono a rischio” spiega il neosegretario Giliberti che spera, con l'esperienza dimanager, di far quadrare i conti.

“Bisognava allargare il numero degli associati, far pagare a tutti una quota — recrimina la Pallottino — . Invece ha sempre vinto la linea un po' snobistica del pochi ma buoni. La vecchia guardia era anche ostile a ogni innovazione. Quando fui eletta segretaria, nel ' 96, il senatoreCifarelli, scandalizzato, trovò disdicevole affidare incarichi importanti ai giovani. Avevo 56 anni” .

Nel frattempo avevano fatto irruzione nel campo ambientalista altre sigle dinamiche e aggressive come Legambiente.

Italia Nostra non riusciva a tenere il passo. Agiva nell'ombra. Magari prendeva anche iniziative nobili e meritorie, ma nessuno ne era al corrente. Fece un progetto agrario apprezzato dagli specialisti i quali sentenziarono che “Italia Nostra realizza cose bellissime ma riesce sempre a nasconderle” . La Pallottino cercò di rimediare, dando più visibilità ai programmi. Mise in campo un'elegante rivista, pubblicizzò le iniziative, organizzò grandi convegni. Tutto questo però nel giro degli anni ha comportato spese che le entrate non riescono a coprire. “Siamo precipitati — dice Ripa di Meana — in una situazione debitoria molto grave, serve una drastica cura dimagrante” . Un convegno sul paesaggio è costato un mucchio di soldi, “e ancora dobbiamo pagare i debiti” protesta il neosegretario Giliberti. Associazione paludata, ostinata a rimanere pura, senza sponsor e senza chiedere sacrifici ai suoi soci, Italia Nostra scopre che le iniziative culturali costano e bisogna accettare i compromessi, bussare per ottenere finanziamenti.

Qualcuno ha suggerito di dare in pegno alle banche gli immobili storici di cui l'associazione dispone. Di fronte a questa proposta le tradizionali rivalità fra vecchia e nuova guardia sono cadute.

Si è formato uno schieramento trasversale che ha dato vita a una nuova gestione. Al consiglio direttivo del 23 luglio dovrebbe essere eletto il nuovo presidente. “Mi è stato chiesto di ricoprire quella carica — dice Carlo Ripa di Meana — . Ma i miei impegni sono tanti. Vedremo” .

Italia Nostra si considera apolitica. Ma nei fatti un nuovo gruppo dirigente comporta scelte diverse. Per esempio, la vecchia gestione non era del tutto contraria all'energia eolica, la nuova la respinge decisamente.

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