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Andrea Massidda
Insulti razzisti contro un politico algherese
29 Gennaio 2013
Società e politica
Il volto nero degli italiani. E' sempre segno d'inciviltà. E' sempre segnale d'una china pericolosa lungo la quale si può scivolare fino all'obbrobrio. Ma forse è ancora peggiore quando viene giustificata come ritorsione alla critica.

La Nuova Sardegna, 29 gennaio 2013

ALGHERO. Il presidente dell’associazione politica “C’è un’Alghero migliore”, Ivan Blecic, di nazionalità croata, domenica scorsa comunica candidamente su Facebook la propria decisione di dimettersi da quell’incarico. Ed ecco che tra i messaggi affettuosi degli amici ne spuntano alcuni di chiaro stampo razzista postati da qualche cibernauta nascosto dietro uno pseudonimo. Un esempio? «Sporco zingaro, profugo, tornatene in Jugoslavia». Così, proprio nel giorno in cui in buona parte del mondo si ricordava la tragedia dell’Olocausto – quindi come minimo la condanna di ogni forma di discriminazione – nella città catalana qualcuno si dimenticava che certi insulti non sono degni di un Paese civile. E che le parole sono importanti, specie quando vengono pubblicate su un social network che può vantare centinaia di milioni di utenti in ogni angolo del pianeta. Ma tant’è.

Trentasette anni, da venti in Italia grazie a un permesso di soggiorno che dal 2006 gli consente di insegnare Urbanistica nel pluripremiato Dipartimento di Architettura di Alghero, Blecic – che è nato a Labin, una cittadina istriana tra Pola e Fiume – ha sempre seguito con attenzione le vicende politiche e ambientalistiche della Riviera del Corallo, specie in relazione alla discussione in consiglio comunale del Puc, sul quale attraverso un suo blog aveva apertamente espresso parecchie perplessità. Una presa di posizione che a quanto pare è stata interpretata come un’ingerenza intollerabile da parte di chi – non essendo algherese di nascita – avrebbe dovuto assistere in silenzio al dibattito sullo strumento regolatore. E infatti, appena c’è stata l’occasione, il razzismo latente si è manifestato in tutta la sua idiozia sulle pagine elettroniche di internet.

Lasciando sbigottita la maggior parte dei cittadini che ha letto i post. Le reazioni sdegnate per fortuna non si sono fatte attendere. Tra i primi a dire la sua è stato il sindaco Stefano Lubrano, eletto con i voti del Pd, che scusandosi a nome della città ha chiamato Blecic al telefono per poi esternare la sua condanna su Facebook. «Mi dispiace immensamente – scrive – che il razzismo sia così presente in tanti nostri concittadini, molti dei quali vigliaccamente attaccano una persona per il proprio cognome, per le proprie origini e addirittura per il suo credo o per la sua sessualità. È giunto il tempo di affrontare questo schifo».

Sempre di condanna, ma più complesse, le parole dell’ex sindaco Marco Tedde, del Pdl, la cui giunta nel novembre del 2011 cadde prematuramente proprio a causa del Puc. «Le critiche a Blecic basate sulla sua nazionalità debbono essere respinte perché caratterizzate da un’inciviltà che non alberga dalle nostre parti, ma questo ci costringe a ricordare lo scivolone di Blecic quando dichiarò che un Piano urbanistico comunale fatto dal centrodestra non poteva essere accettato, quasi a dire che l’attività di programmazione elaborata dei suoi avversari politici dovesse essere rigettata a prescindere dai contenuti». Matteo Tedde, capogruppo del Pd nell’assemblea civica, ricorda a Blecic come «la stupidità e la codardia di alcune persone sia smisurata, ma vada comunque combattuta».

E il diretto interessato? Commenta laconicamente. «Quei messaggi online non sono lo spaccato della città – dice Ivan Blecic –, anzi Alghero è un luogo che mi ha sempre accolto bene, che amo, dove voglio vivere, e per il quale sento il dovere di impegnarmi». Presenterà una querela? «Non lo so, ci sto pensando».

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