Caro Edoardo, ti scrivo da Roma ladrona anche se sono nato a Venezia (a proposito: dovresti vedere come se la spassano i deputati leghisti qui a Roma ladrona, mangiando come ladroni nel sole tiepido delle ottobrate romane ladrone nella stessa osteria - manco a farlo apposta dei DUE LADRONI - dove mangiavano i socialisti ladroni).
Capisco la tua posizione ma noi perderemo anche alle prossime elezioni. Dobbiamo farcene una ragione. E' una matematica certezza: siamo in minoranza numerica già ora in Parlamento. Di sicuro, continueremo ad esserlo dopo le elezioni perché non avremo nuovi voti. La gente continua a non fidarsi di una formazione (l'Ulivo) che è debole per la sua frammentazione e per la sua instabilità politica. Il Polo ha dato all'elettorato più incerto una garanzia almeno apparente di stabilità e di compattezza che noi non abbiamo mai avuto. Dobbiamo perdere ancora una volta per capirlo ma allora sarà troppo tardi, ci troveremo tutti in Argentina. Allora occorre al più presto riformulare la sinistra e creare un grande partito democratico progressista.
Intanto, le leggi antidemocratiche continuano a passare senza modifiche e senza che si possa fare nulla. Non voglio una sinistra che abbandona l'aula per protesta. Lo trovo immorale, anche perché loro sono in Parlamento per rappresentarci e sono stipendiati da noi. Voglio una sinistra che combatta e che si rimbocchi le maniche. Ancora più immorale è arrivare fino a questo punto e poi rimandare alla volontà popolare proponendo il referendum. Se si abusa di questo strumento significa che il Parlamento (o una parte di esso, precisamente la nostra) non funziona.
Questi sono i motivi per cui sto proponendo ovunque il boicottaggio di questa sinistra. Verranno tempi migliori, ma molto tardi. Se non costringiamo la nostra banda di irresponsabili a cambiare drasticamente strategia, i tempi migliori non verranno mai più e l'unica possibilità di ristabilire una democrazia in Italia sarà una guerra civile. Possibile che non lo capiate? Non c'è tempo da perdere.
P.S.: Se questo Movimento crescerà e desterà qualche preoccupazione nei capi del centrosinistra, come già è accaduto con i girotondini, non accetteremo inviti a salire sui palchi dei DS o della Margherita per fare dibattito. Non ci lasceremo blandire, inghiottire e neutralizzare come è accaduto nel caso di Nanni Moretti. Non abbiamo niente da aggiungere. Sono loro che ci devono delle risposte.
Cerchiamo di capirci. Uno è il problema della sinistra, l’altro è il problema di battere Berlusconi. Sono certamente connessi, perché senza una sinistra che funzioni non si può battere Berlusconi. Ma vale la pena di esaminarli distintamente.
L’Italia è intrisa di berlusconismo . Cioè di un “destrismo” che nasce ai tempi della Tatcher e di Reagan. Gli slogan tipici del conservatorismo euro-americano (privato è bello, via lacci e lacciuoli, meno Stato più mercato) hanno riusuonato anche sulle bocche della sinistra, da Lucio Libertini buonanima a Massimo D’Alema (non aggiungo Rutelli all’elenco, perché mi limito alla sinistra). E così ha trovato sponda anche a sinistra il fastidio per le iniziative della magistratura, non comprendendo, o non volendo comprendere, che un certo “impiccionismo” dei magistrati era di gran lunga un male minore rispetto al sacrosanto lavoro di pulizia che hanno fatto squadernando le porcherie di Tangentopoli (che non è stata solo corruzione, ma corruzione eretta in sistema politico: su questo con Piero Della Seta ho scritto un libro). Forse è in questo “destrismo della sinistra”, in questo berlusconismo diffuso (oltre che nella presunzione della propria superiore intelligenza di manovriere politico), l’origine degli errori che si sono fatti e si continuano a fare agevolando il passo e la vittoria finale a Berlusconi. Questa sinistra va cambiata, sono d’accordo con te. Punto.
Berlusconi è peggio del berlusconismo diffuso. Così come il fascismo era peggio della destra più stracciona. Se così non fosse faremmo meglio a emigrare (o a convertirci). Berlusconi non si può battere se non si mettono insieme: quelli che vogliono una sinistra diversa (come me e te, e qualche altro); quelli che gli va bene, più o meno, una sinistra così com’è; quelli che non sono né di destra né di sinistra (Rutelli compreso); quelli che sono di destra come lo erano Luigi Einaudi (leggiti il bellissimo testo che ho inserito qualche giorno fa), Benedetto Croce, Giovanni Malagodi, Valerio Zanone, fino a Carlo Azeglio Ciampi e alcuni altri; e forse anche quelli che oggi stanno con Berlusconi ma non gli va tanto. Io non credo che siamo molto lontani dal poter raggiungere il risultato di essere più del 50 %. La maggioranza schiacciante che la “Casa della libertà” ha in Parlamento non corrispondeva affatto a una maggioranza altrettanto schiacciante nelle urne, ma era il risultato della stupida ricerca della “governabilità” che produsse la legge elettorale.
Veniamo al dunque. Due obiettivi: battere Berlusconi, cambiare la sinistra. La scadenza per il primo obiettivo è relativamente lontano: le prossime elezioni politiche. Possiamo prima di quella data cambiare la sinistra? Io non credo, sebbene non escluda affatto di dare qualche segnale in questa direzione prima di allora: come molti di noi hanno fattopp quando hanno votato scheda bianca alle amministrative e alle regionali, e quando siamo stati capaci di scendere in piuazza in tanti. Ma l’obiettivo piuù urgente è per me battere Berlusconi. Non lasciamo che la nostra sacrosanta lotta contro il berlusconismo diffuso ci impedisca di battere Berlusconi.