loader
menu
© 2024 Eddyburg
Alessandro dal Piaz
IMPROVVISITALIA
16 Aprile 2016
Napoli
A furia di immagini pubblicitarie e di slogan da pataccaro Renzi tenta di coprire l'ennesimo imbroglio e, soprattutto, la strategia di sostituzione de decisionismo del Capo alle regole della democrazia e l'asservimento delle scelte di "rigenerazione urbana" agli interessi dei poteri economici.

A furia di immagini pubblicitarie e di slogan da pataccaro Renzi tenta di coprire l'ennesimo imbroglio e, soprattutto, la strategia di sostituzione de decisionismo del Capo alle regole della democrazia e l'asservimento delle scelte di "rigenerazione urbana" agli interessi dei poteri economici.

Invitalia spa è l'azienda di proprietà del ministero per lo sviluppo economico che il governo ha scelto come soggetto attuatore per gli interventi nel sito di interesse nazionale (SIN) di Bagnoli-Coroglio. Com'è noto, l'art. 33 dello SbloccaItalia ha deciso di sperimentare a Napoli un nuovo meccanismo istituzionale per le aree compromesse da più gravi inquinamenti selezionate fra i 39 SIN individuati finora. Tale meccanismo include nelle competenze statali non solo la bonifica ambientale, ma anche la rigenerazione urbana, e affida il tutto ad un commissario di governo (per Bagnoli, Salvatore Nastasi), assistito da una cabina di regia (per Bagnoli, presieduta dal sottosegretario De Vincenti e composta da rappresentanti dei tre ministeri dell'ambiente, dello sviluppo economico e delle infrastrutture, della regione Campania e del comune di Napoli), e ad un soggetto attuatore, appunto, che deve redigere il “programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana”, che – approvato dal commissario, dopo l'esame tecnico-amministrativo di una conferenza dei servizi – equivarrà a variante al piano regolatore e al piano urbanistico esecutivo. Il comune di Napoli, eccependo la incostituzionalità della sottrazione della sua competenza specifica sulla pianificazione urbanistica, ha presentato un ricorso al TAR, che il 22 marzo scorso lo ha però rigettato.

Il 6 aprile, alla riunione in prefettura della cabina di regia alla quale Invitalia doveva sottoporre gli indirizzi strategici del programma è intervenuto anche il A furia di immagini pubblicitarie e di slogan Renzi, che, qualche giorno prima, aveva già annunciato che nella prossima estate ci si sarebbe potuti bagnare sul litorale di Coroglio.

I presenti all'incontro hanno potuto assistere alla proiezione di poco più di una trentina di diapositive intitolate #RILANCIOBAGNOLI : immagini di riprese aeree o satellitari che mettono a confronto lo stato attuale dei luoghi con fotomontaggi delle proposte trasformazioni, accompagnati solo da iscrizioni secche quali «no edilizia residenziale», «balneabilità», «rimozione colmata», «highlights», «smart grid», «green data center», «il waterfront come “segno” del rilancio e principale attrattore», «moduli commerciali a basso impatto», «stadio della vela/centro preparazione olimpica», «riciclo, smaltimento e utilizzo nuove tecnologie e materiali per la nautica da diporto», «cantieristica per il refitting», «parco dello sport e wellness», «campus universitario specializzato in ricerca connessa con economia del mare», «prima università di eccellenza internazionale nel mezzogiorno», «industria creativa per la produzione digitale e multimediale» e via magnificando.

Per la mobilità e i trasporti solo gli annunci di una funivia fra Posillipo e Nisida, dell'interramento di Via Coroglio per la massima integrazione fra parco e spiaggia e di percorsi ciclabili nel parco. In materia di bonifica esclusivamente la specificazione che nel 2016 si effettueranno interventi urgenti e che il programma si completerà entro il 2019.

Nelle immagini della proposta colpiscono:
la spiaggia del tutto libera, da Coroglio al pontile nord, senza più la colmata Italsider e senza più Città della Scienza (il protocollo per l'accordo di programma quadro pubblicizzato a Napoli dal medesimo Renzi il 14 agosto 2014 aveva invece sancito la ricostruzione sul litorale del museo interattivo incendiato),
- un vasto parco verde (oltre 70 ettari, contro i 120 del PUE) con alcuni manufatti di archeologia industriale riutilizzati,
- un porto turistico da 700 posti barca (di cui ben 100, pare, per mega yacht) in ampliamento dell'approdo borbonico di Nisida, integrato da un grande contenitore, il «porto a secco», per i natanti minori,
- gli 'scatoloni' di alcuni nuovi volumi ai limiti del parco :
- il cospicuo «miglio azzurro» della cantieristica e per le attività dell'economia del mare sui suoli ex Cementir (gruppo Caltagirone),
- un albergo a Nisida alle spalle del porto e un altro alla radice del pontile nord (del cui tratto iniziale si prevede una sorta di vestizione in vetro per utilizzarlo come spazio espositivo),
-alcuni edifici di media dimensione verso l'interno.

Il porto a Nisida era stato proposto, mesi fa, dal presidente dell'Unione industriali che, insieme con quello dell'Associazione costruttori, esprime ora vivo consenso agli indirizzi di Invitalia. È vero che Nisida non è compresa nel SIN, ma commissario e soggetto attuatore dichiarano che chiederanno una modifica al suo perimetro, che vi includa quanto meno la costa nord-orientale «per poi valorizzare l'isola, almeno in parte» (Arcuri, amministratore delegato di Invitalia, durante il forum de Il Mattino, 8 aprile, pagg. 32-33, sintetizzato sotto il titolo «Arriva il porto, via il carcere da Nisida. Nastasi: presto la richiesta al governo»). Non sembrano preoccupare, in rapporto al dimensionamento del porto, né l'assenza di adeguati spazi a terra né l'accessibilità fornita unicamente dall'antico ponte ottocentesco. E non sembra pesare più di tanto il fatto che l'isola sia assoggettata a vincolo paesistico e sia inclusa nei siti di interesse comunitario della rete Natura 2000.

Nisida a parte, la successione delle immagini sembra corrispondere a gran parte delle rivendicazioni delle associazioni ambientaliste e dei comitati di base impegnati da anni su Bagnoli. Accompagnate dall'annuncio di stanziamenti per gli interventi fino a 272 milioni di euro, le diapositive appaiono innanzitutto, con la loro sconcertante estemporaneità, un vistoso spot pubblicitario per sottrarre argomenti e sostenitori alla campagna elettorale del sindaco De Magistris. Tanto – come la nuova previsione per Città della Scienza dimostra – non si avvertirà alcuna difficoltà, nel caso, a cambiare anche radicalmente le soluzioni ora proposte.

Il 14 aprile si è aperta la conferenza dei servizi, che ha discusso ed approvato solo il programma delle caratterizzazioni dei suoli e delle acque, affidato all'ISPRA. Anche i rappresentanti del comune di Napoli lo hanno ovviamente sottoscritto.

Ed è ripartita la propaganda e la disinformazione: «Ricordate che fummo accolti con urla, sassi e proteste e che il comune di Napoli parlò di esproprio del governo che voleva mettere le mani sulla città ? In conferenza dei servizi il governo ha ufficializzato il progetto presentato in prefettura e tutti (compreso il Comune!) hanno approvato all'unanimità» (Renzi su Facebook, citato da Il Mattino del 15 aprile a pag. 28). «Era dai tempi di Damasco che non si vedeva una conversione così efficace !» (Nastasi, riportato nella stessa pagina de Il Mattino).

La conferenza dei servizi si è aggiornata al 3 maggio per esaminare il piano di messa in sicurezza e pulizia dell'arenile nord. Entro un mese sarà bandita la gara europea per i rilievi e le analisi della caratterizzazione, i cui esiti consentiranno di definire poi il programma della bonifica e verificare le scelte di riassetto.

C'è il tempo di superare non solo il referendum sulle concessioni petrolifere in mare, ma anche le elezioni amministrative. Vedremo se, questa volta, a pensar male abbiamo solo commesso peccato.

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg