In alcune brevi affermazioni, il rinnovato ruolo del settore per il territorio, l’ambiente, l’alimentazione e il progresso della società. Documento redatto da Peter Carruthers, Michael Winter e Nick Evans e presentato alla Oxford Farming Conference, gennaio 2013 (f.b.)
Quello che segue è l’Executive Summary del rapporto Farming’s Value to Society: realising the opportunity, redatto da Peter Carruthers, Michael Winter e Nick Evans, delle università di Exeter e Worcester, presentato alla Oxford Farming Conference, gennaio 2013 – Traduzione di Fabrizio Bottini
Un tempo il valore dell’agricoltura per la società era compreso chiaramente e valutato. Non capitava certo che qualcuno ponesse la questione: “a cosa serve l’agricoltura?”. Ma a partire dagli anni ’70 e ’80, con l’affermarsi dei tipo di attività intensiva sul modello prevalente dal dopoguerra, l’atteggiamento collettivo nei confronti dell’agricoltura si è sempre più caratterizzato per i timori sull’impatto ambientale, o come vengono trattati gli animali, o la Politica Agricola Comunitaria (PAC), i finanziamenti, la sovraproduzione. Di conseguenza, gli agricoltori sono stati sempre più messi ai margini. Dai sondaggi di opinione emerge oggi che il pubblico ha di nuovo un atteggiamento favorevole all’agricoltura. E il settore e il suoi rappresentanti recuperano fiducia.
Una fiducia che però non può basarsi esclusivamente sull’immagine pubblica, ma richiede una migliore comprensione anche scientifica del perdurante valore sociale del settore. Questo studio cerca di rispondere all’esigenza. Utilizzando abbondanti fonti di altri studi pubblicati, il rapporto ricostruisce il valore dell’agricoltura per la società, almeno in Gran Bretagna, con l’obiettivo di aggiungere alcuni aspetti forse meno noti. “Agricoltura” vuol dire attività, persone, territorio. Quindi questo valore deve essere valutato usando molti indicatori. Al centro dello studio c’è l’analisi degli aspetti alimentari, territoriali, sociali, e del relativo valore. Si esaminano poi gli atteggiamenti della collettività nei confronti del settore, le principali sfide pubbliche per il futuro, e si esprimono alcune raccomandazioni.
L’atteggiamento del pubblico
L’atteggiamento del pubblico rispetto agli agricoltori e all’agricoltura risulta in genere positivo, anche se non manca una cospicua minoranza con opinioni negative. Ma l’argomento è comunque poco conosciuto. Gran parte delle persone considerano importante l’agricoltura per l’economia e sono convinte che giochi un ruolo altrettanto importante per la tutela dell’ambiente; esiste preoccupazione per il trattamento degli animali da allevamento e gli organismi geneticamente modificati.
Le sfide per la politica
Anche la nostra agricoltura nazionale ha di fronte le questioni della sicurezza alimentare globale, del cambiamento climatico e dell’energia, ma si deve agire sulla scorta sia dell’esperienza di quanto siano stati pesanti gli impatti ambientali del modello di coltura intensivo. La politica deve saper mettere al centro del settore agricolo e alimentare le esigenze attuali e future della società, e a tale scopo risulta essenziale comprendere quale valore abbia l’agricoltura per la società.
Il cibo
La produzione alimentare resta il valore principale dell’attività agricola, sia al momento attuale che nelle proiezioni future. Oggi in Gran Bretagna il settore dà da mangiare a una popolazione di 63,5 milioni di persone, e sostiene attività che complessivamente contribuiscono per quasi il 7% al valore aggiunto lordo. La sicurezza alimentare è un elemento molto apprezzato. Gran parte delle persone è convinta che dovremmo essere ancor più autosufficienti da questo punto di vista. Ma non si accetta sicuramente di farlo a costo di compromettere il benessere degli animali da allevamento o la tutela dell’ambiente. Esiste una parte notevole del valore attribuito a ciò che si mangia derivante dalla sua origine. Le persone apprezzano di sapere da dove viene il loro cibo, e come viene prodotto: di particolare significato il trattamento degli animali e la provenienza regionale, nazionale britannica, o locale. Il comparto del mercato alimentare “etico” (nazionale) è più che raddoppiato negli ultimi dieci anni, e oggi pesa per il 2,7% del totale della spesa alimentare. Per alcuni è importante un rapporto diretto coi produttori, come evidenziato dalla crescita dei negozi di vendita diretta, dei farmers’ markets e dell’agricoltura urbana partecipata.
Il territorio
Oltre alla produzione alimentare, il territorio agricolo esprime anche altre attività come quelle del turismo, della caccia o dell’equitazione, che svolgono un ruolo importante nelle economie e nelle società locali. Coltivare ha effetti sia positivi che negativi sull’ambiente naturale: quelli negativi oggi sono diminuiti, ma impongono ancora costi ambientali, c’è molto lavoro da fare. Il valore sociale e culturale dell’agricoltura si esprime nel paesaggio, nella natura, nei luoghi.
Valori
L’agricoltura è un valore perché corrisponde a idee di sostentamento, sicurezza, relazioni fra le persone e con la natura, tradizione, identità. Quest’ultimo aspetto rispecchia molti dei vantaggi sociali e culturali riassunti sopra. Per corrispondere alle aspettative si deve continuare a poter accedere alle campagne e all’agricoltura, a mantenere forti legami fra questa e la società tutta, proteggere l’ambiente naturale e la sua cultura. Una prospettiva etica dovrebbe spingerci ad andare oltre il solo pensare alla “produzione” in termini di costi e benefici, e considerare quello fra agricoltura e società come rapporto reciproco responsabile, di servizio e cooperazione. L’etica deve anche presiedere alla nostra considerazione del valore pubblico dell’agricoltura e al suo rapporto con la considerazione sociale.
Un valore complessivo
L’agricoltura risponde a dei bisogni e rappresenta una risorsa, offre una ampia serie di vantaggi e servizi (oltre a comportare dei costi). Coinvolge la vita delle persone in modo assai più complesso di altri settori. I vari tipi di valore inerenti l’agricoltura però, e i relativi indicatori sociali corrispondenti, non sono certo facili da ricondurre a una valutazione complessiva, che la osservi contemporaneamente da vari punti di vista. Per farlo, per comunicare queste prospettive di valori alla società, oltre che per trarne giovamento, il settore agricolo (sia in quanto tale, sia per le politiche che lo riguardano) deve rafforzare i suoi rapporti col pubblico, chiarire quale sia la massa critica di aziende e occupati necessaria agli obiettivi, come usare le politiche agricole comunitarie e di altro per obiettivi sociali. In futuro, il settore dovrà trarre ispirazioni e idee da un ampio ambito di risorse, anche esterne a sé: quello di cui c’è bisogno non sono tanto soluzioni tecniche, ma innovazioni sociali.
Raccomandazioni
Ad accrescere il valore sociale complessivo del settore agricolo si raccomanda di:
• Produrre più alimenti dei quali sia chiara l’origine e costruire una relazione diretta fra produttori e consumatori.
• Rafforzare la comprensione collettiva del ruolo alimentare dell’agricoltura e delle aziende.
• Aggiornare e riflettere sulle raccomandazioni del 2002 della Commissione Europea sul futuro agricolo e alimentare, riguardo al “recupero del contatto col pubblico” e sviluppare strategie per il futuro.
• Stimolare la biodiversità nelle champagne, riconoscendone gli ampi benefici sociali ed economici in un quadro di programmi agro-ambientali.
• Contribuire alle questioni sociali e della salute, aprendo a nuove accessibilità e frequentazioni, per attività fisiche nelle campagne, e sviluppando gli aspetti terapeutici, soggiorni brevi, care farming.
• Individuare i motivi per cui la collettività non sfrutta appieno i vantaggi offerti dalle campagne per l’attività fisica all’aperto, valutandone anche il potenziale in termini di risparmio per la salute e le terapie.
• Stimolare una maggiore partecipazione ai programmi di aperture delle aziende al pubblico
• Sfruttare il sistema dei valori economici e etici anche nei rapporti con la politica e le sue scelte.
• Sfruttare le tecniche della partecipazione alle decisioni come strumenti privilegiati per valutare i potenziali del settore e il coinvolgimento del pubblico.
Nota: credo sia di particolare interesse, questo breve estratto dalla Oxford Farming Conference, anche perché si inserisce in un filone di riflessione storico per l'organizzazione del territorio, ovvero quello del rapporto città-campagna declinato in salsa britannica, che ha prodotto solo per fare un esempio a suo tempo l'idea di Città Giardino di Howard; suggerisco per chi volesse ampliare il raggio delle conoscenze la lettura di un altro estratto, dal progetto Città Nuova del 1919, per una ricostruzione nazionale post-bellica equilibrata, appunto nel solco della città giardino ma con particolare riguardo alla produzione agricola. L'ho tradotto per Mall col titolo L'agricoltura nella Città Nuova (f.b.)