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Cosimo Caridi
Il tormentone dell’estate: caccia al migrante in fuga
28 Giugno 2017
2017-Accoglienza Italia
«Le nuove “deportazioni”: i 400 africani che da Ventimiglia tentavano di passare in Francia ripresi e trasferiti a Taranto. E il campo sarà chiuso»

. il Fatto Quotidiano, 28 giugno 2017 (p.d.)

Ogni anno, appena il sole scalda abbastanza per il primo bagno, Enrico Ioculano, il sindaco Pd di Ventimiglia, mette in campo un ’iniziativa per limitare l’afflusso di migranti nella città frontaliera. Lunedì un’ordinanza per pulire il letto del fiume Roya ha fatto ‘scappare’ circa 400 subsahariani accampati sotto il cavalcavia dell’autostrada. Per quasi 48 ore, i migranti si sono nascosti tra i boschi al confine con la Francia. Ieri sera buona parte di loro è stata trasferita forzatamente a Taranto.
Nel giugno 2015 il neo-eletto Ioculano assisteva allo sgombero dei Balzi Rossi, spiaggia vip alle spalle del valico di ponte San Ludovico. Le immagini degli agenti in assetto antisommossa che inseguivano i migranti sugli scogli divennero il biglietto da visita di Ventimiglia. L’attenzione sul confine italo-francese non durò molto: quel’estate ci furono la crisi greca e subito dopo l’apertura della rotta balcanica. Lo scorso anno, invece, il primo cittadino vietò la somministrazione di pasti e alimenti da parte dei volontari ai richiedenti asilo. E mentre Ioculano dal palco della tv pubblica parlava di accoglienza, i vigili liguri multavano chi distribuiva da mangiare ai profughi.
Nonostante i tentativi dell’amministrazione comunale di bloccare il flusso di migranti, Ventimiglia è diventata il più trafficato snodo di uscita dall’Italia. Ma questo non dovrebbe sorprendere nessuno. Dopo la promulgazione delle leggi razziali, migliaia di ebrei scapparono in Francia attraverso le mulattiere che, dalla frazione Grimaldi arrivano a Mentone.
Anche Sandro Pertini prese questa via per arrivare nel suo esilio francese. Quel cammino è chiamato ‘il sentiero della morte’. Il percorso, usato nei decenni dai contrabbandieri, sale veloce per le Alpi e sovente chi scappa non conosce la strada. Basta una svolta sbagliata per cadere in un crepaccio. Negli ultimi anni sono oltre dieci i migranti ritrovati cadavere nel tentativo di arrivare in Costa Azzurra. L’instabile situazione libica sta spingendo decine di migliaia di persone sui barconi attraverso il Mediterraneo. Con questo scenario transnazionale è facile immaginare l’accalcarsi di persone sulla frontiera ligure.
Le strutture messe in campo da Caritas e Croce Rossa non bastano a sopperire tutte le necessità. Quindi dal 2015 i NoBorders, una rete di volontari della zona, tentano di organizzare l’accoglienza per chi non rientra nell’ombrello messo a disposizione dalle organizzazioni governative. Nei mesi scorsi gli attivisti si sono scontrati prima con il Comune e poi con l’autorità giudiziaria. Molti di loro sono indagati e altri, decine, colpiti da fogli di via. Come in un copione che si ripete sulle frontiere più calde d’Europa, nel vuoto lasciato dall’assenza dello Stato e dalla repressione delle iniziative locali si inseriscono volontari provenienti da altri Paesi europei. Nella notte tra domenica e lunedì alcuni attivisti tedeschi hanno interpretato l’ordinanza del sindaco per la pulizia del fiume come la minaccia di uno sgombero, che per impulso della Questura potrebbe avvenire mentre il giornale va in stampa.
I volontari hanno quindi proposto ai 400 migranti di accompagnarli in Francia, attraverso le montagne. All’unanimità viene data fiducia ai tedeschi: marcia notturna, guado del fiume, giornata nascosti nei boschi e una nuova marcia notturna. Per poi finire tra le braccia della gendarmerie che ha riaccompagnato i migranti in Italia. Sul confine la polizia li ha fatti salire sui dei bus e li ha spediti a Taranto.
Qualche mese fa le avremmo potute chiamare deportazioni, oggi con il decreto Minniti sono invece accompagnamenti nei centri d’identificazione. In qualche settimana verranno verificate le loro generalità, a qualcuno verrà dato un foglio di espulsione, quasi tutti torneranno a Ventimiglia. I migranti avranno perso tempo e l’Italia credibilità.
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