L’Unione, Per il bene dell’Italia. Programma di Governo 2006-2011
Estratti dal Cap. La nuova alleanza con la natura: ambiente e territorio per lo sviluppo
[...] dobbiamo riconoscere che il territorio è la più importante infrastruttura di un Paese, la sua manutenzione è la più importante opera pubblica: un’opera pubblica redditizia che consente di ridurre i rischi e di risparmiare le spese delle emergenze.
Le nostre politiche per il governo del territorio sono orientate a garantire la qualità ambientale, culturale e paesistica, la biodiversità, il risparmio del suolo, la prevenzione e la riduzione dei rischi. Noi crediamo che i principi della sostenibilità, della prevenzione e della precauzione debbano improntare tutti i piani e programmi che intervengono sul medesimo territorio, garantendo la massima trasparenza e partecipazione.
In particolare proponiamo di varare una nuova legge quadro per il governo del territorio che operi secondi i seguenti criteri:
- evitare il consumo di nuovo territorio senza aver prima verificato tutte le possibilità di recupero, di riutilizzo e di sostituzione;
- realizzare una gestione integrata che tenga conto della biodiversità, della qualità ambientale, culturale e paesistica, del ruolo multifunzionale dell’agricoltura e insieme della qualità sociale e urbana;
- promuovere l’efficienza energetica e dell’uso delle risorse idriche e la logistica e i sistemi per la mobilità sostenibile e della prevenzione dei rischi del dissesto idrogeologico, di quelli naturali e tecnologici.
Basta con i condoni edilizi: ci impegniamo a non varare nuovi condoni e a potenziare attività e misure di prevenzione, di controllo e dissuasione, nonché piani di recupero del territorio che passino anche attraverso l’abbattimento delle opere abusive, a partire da quelle realizzate nelle aree vincolate.
La sicurezza passa anche per la cura del territorio e per un efficiente sistema di protezione civile. Intendiamo sviluppare ad ogni livello la cultura della prevenzione, affinchè essa venga interpretata come investimento nel futuro, utilizzando in modo coordinato gli strumenti tipici della pianificazione, riqualificazione, recupero e manutenzione perridurre la vulnearbilità del territorio e del patrimonio edilizio. Vogliamo, in particolare, rafforzare la collaborazione interistituzionale, agendo sulla sensibilizzazione dei cittadini, investendo in nuove tecnologie e nelle ricerche tecnico-scientifiche. Ciò richiede un quadro normativo e procedurale più aggiornato ed omogeneo e, contemporaneamente una struttura flessibile di alta amministrazione, che va potenziata e concentrata sui compiti fondamentali di studio, prevenzione e intervento, per non spostare solo sugli enti territoriali e le comunità locali l'onere organizzativo. Ad un piano di legislatura dovranno concorrere tutti i livelli istituzionali, garantendo l'apporto, accanto alle strutture della Protezione civile nazionale, dei servizi tecnici dello Stato, del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. La prevenzione è, in un paese come l'Italia, una fondamentale opera pubblica, sulla quale vogliamo investire, a partire dal livello della comunicazione, valorizzando sempre di più la risorsa della solidarietà e del volontariato di protezione civile.
Nell'ambito del governo del territorio, un'attenzione particolare intendiamo riservare alla Montagna.
La montagna comprende il 54% del territorio italiano e in area montana risiedono 11 milioni di abitanti. Cinque anni di promesse mancate da parte del governo Berlusconi hanno inciso negativamente sullo sviluppo di questi territori, malgrado vi fossero le condizioni per un’organica riforma della legge n. 97 del 1994 che tenesse conto dei suoi peculiari profili antropici, culturali, ambientali ed economici.
Noi intendiamo perciò avviare una politica nazionale per la montagna coerente e innovativa, capace di valorizzarne le potenzialità economiche, fondata sui principi della sua specificità territoriale, della coesione economica, dello sviluppo sostenibile e della sussidiarietà. Intendiamo a tal fine rilanciare un progetto di governance per la montagna, che prenda le mosse dai principi di adeguatezza e differenziazione e dalla considerazione che i piccoli Comuni italiani, la maggior parte dei quali di montagna, non sono più in grado di rispondere singolarmente alle richieste dei propri concittadini e di erogare servizi fondamentali sul territorio. Per evitare una sovrapposizione di competenze e rendere efficiente ed economicamente sostenibile la gestione associata dei servizi intercomunali sul territorio montano, è necessario rivedere i rapporti istituzionali e gli equilibri interni al sistema Comuni-Comunità montane. Si dovrà prevedere che la Comunità montana sia l’unico strumento associativo dei Comuni montani rivedendone, nel contempo, anche i meccanismi elettivi e di rappresentanza.
Il concetto di “montanità” non può più prescindere da un elemento altimetrico coniugato con il grado di accessibilita` dei territori, con gli indici ISTAT di invecchiamento della popolazione, con le condizioni climatiche, con la pendenza delle superfici e con la durata del periodo vegeta-tivo. Questi criteri saranno definiti dalla normativa nazionale, in quanto unificanti e di principio. Potranno essere meglio dettagliati dalle regioni secondo le loro specificità territoriali. Tutto ciò perché la montagna delle Alpi è diversa da quella degli Appennini e delle Isole e le risorse sono scarse con la necessità di focalizzare gli interventi selezionandone i beneficiari.
Proponiamo inoltre l’istituzione di un fondo perequativo che faccia fronte ai sovracosti strutturali permanenti tipici dei territori montani e l’individuazione meccanismi automatici di alimentazione del Fondo Nazionale per la Montagna che, facendo uscire dalla contrattazione politicoparlamentare la determinazione delle risorse da destinare al sistema montagna, ne riconosca la natura di restituzione di ciò che la montagna apporta alla comunità nazionale. Ci impegniamo a ratificare i Protocolli alla Convenzione delle Alpi, valido strumento per coniugare in modo armonico la tutela degli interessi economici e la cooperazione transfrontaliera con le esigenze di conservazione dell’ecosistema.
Ci impegniamo infine a rilanciare il progetto Appennino Parco d’Europa attraverso un patto tra Comunità montane e Parchi per la qualificazione dell’ambiente appenninico, attraverso la promozione di nuove modalità organizzative del territorio, attuando un piano di sviluppo delle potenzialità della dorsale appenninica integrato e funzionale.
Con riguardo alle aree urbane, ci impegniamo a promuovere un programma per le città e le loro periferie, finalizzato congiuntamente alla tutela e alla valorizzazione dei centri storici e al risanamento urbanistico e sociale delle periferie. In questo contesto, ci impegniamo a:
- riconoscere apposite misure di sostegno e tutela ai piccoli Comuni, con particolare riferimento a quelli con un rapporto penalizzante fra popolazione e dimensione territoriale;
- promuovere, nelle aree urbane e metropolitane, l’aumento di parchi, giardini, orti e altre aree verdi;
- potenziare il trasporto pubblico locale, metropolitano e regionale con sistemi integrati incrementando la modalità di sistemi su ferro e in corsie preferenziali;
- rendere permanenti gli incentivi fiscali per ristrutturazioni edilizie finalizzandole in particolare al risparmio energetico, alla qualità ecologica, alla bioedilizia e alla sicurezza degli edifici;
- promuovere, incentivare e governare il partenariato pubblico/ privato definendo regole e modelli, e sostenendo le esperienze di successo nel raggiungimento di obiettivi pubblici;
- attuare, in conformità con le indicazioni europee, la Valutazione Ambientale Strategica dei piani e dei programmi.
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