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Massimo Vanni
Il sindaco Renzi replica alle critiche al suo bluff
27 Marzo 2011
Firenze
I volumi non saranno zero ma sono pochi. E comunque i poteri forti a Castello non si toccano. La Repubblica, 27 marzo 2011

La Marson "osserva" fuori tempo massimo

Piano strutturale, Regione scettica ma le "osservazioni" arrivano in ritardo. «E´ arrivato dopo il 12 marzo, cioè oltre il tempo massimo», fa sapere il Comune. E solo per una sorta di cortesia istituzionale, cioè per i buoni rapporti che intercorrono al momento tra il sindaco Renzi e il governatore Rossi, Palazzo Vecchio non ha risposto con un «irricevibile».

Come tutte le «osservazioni», anche quella trasmessa dall´assessore regionale Anna Marson non è vincolante. E il Comune non sembra avere in effetti molta intenzione di tenerne conto. Ma è comunque utile per capire cosa pensa la Regione del Piano che Renzi ama sempre presentare come il primo a «volumi zero». Perché a giudicare dalle considerazioni che spuntano qua e là tra i rilievi tecnici, l´assessore Marson ha qualche moto di scetticismo.

Anzitutto a proposito del cosiddetto meccanismo del credito edilizio. Palazzo Vecchio ha calcolato in 150.000 metri quadrati il totale interessato del meccanismo. Che è questo: chi possiede un capannone dismesso nell´area centrale della città può decidere di conferirlo al Comune con l´obiettivo di lasciare spazio ad una piazza o ad un giardino. E in cambio il Comune acconsente al trasferimento in periferia delle stesse metrature. Anzi, come incentivo concede al privato la possibilità di aumentare la superficie del 10 per cento. Ma così si costruisce là dove non c´era ancora niente: «Essendo trasferite in nuove aree rappresentano nuovo impegno di suolo e pertanto dovrà essere verificata e valutata la sostenibilità», rileva la Regione nel documento. Come dire, altro che «volumi zero».

In più, si punta il dito contro i contenitori «di particolare valore» com´è il caso del tribunale di piazza San Firenze. Che all´indomani del trasferimento nel nuovo Palazzo di giustizia, al momento previsto a novembre, dovrà essere destinato a nuove funzioni. Quali? E´ qui che punta l´indice dell´assessore Marson: per questi edifici, che ammontano a 217.000 metri quadrati, «si ritiene che debbano essere definite strategie per la valorizzazione sia in termini funzionali che in rapporto all´accessibilità».

La responsabile urbanistica della Regione rileva poi che «gli interventi di recupero con una superficie lorda inferiore a 2.000 metri quadrati non sono computati nel dimensionamento». Cioè nel conto della metrature. E Marson fa presente che «non risultano chiare le motivazioni di tale esclusione» perché in realtà il totale di questi interventi è una cifra di rispetto «e si ritiene necessario conteggiarla». Attenzione, avverte ancora la Regione: «All´interno degli isolati urbani è necessario chiarire le modalità di impiego delle volumetrie, nonché le condizioni per interventi di completamento, sopraeleveazione o saturazione del tessuto insediativo». Manca cioè, dice la Marson, una indicazione delle condizioni di trasformabilità. La responsabile urbanistica chiede anche di riscrivere le norme sulla grande distribuzione per valutarne meglio la compatibilità con la dotazione infrastrutturale.

Dall´assessore regionale ai trasporti Luca Ceccobao si pone invece una domanda cruciale a proposito dell´Alta velocità: «E´ necessario che il Comune verifichi se è di propria competenza prescrivere condizioni alla realizzazione del sottoattraversamento». La Regione, sembra di capire, rivendica un proprio ruolo nella trattativa in corso con l´ad di Ferrovie Moretti.

Il Comune non si smuove "volumi zero" parola d´ordine

L´assessore Marson nutre dubbi sui «volumi zero» previsti dal Piano? «Noi non li abbiamo», replica Palazzo Vecchio. E´ vero che il «credito edilizio» prevede nuove costruzioni dove adesso non c´è niente. Ma si tratta di quantità minime: 150.000 metri quadrati è solo il conto totale degli edifici posti nell´area centrale che ricadono sono questa tipologia.

Non sarà comunque facile convincere i proprietari ad abbandonare il centro per la periferia (da qui l´incentivo del 10 per cento). E in ogni caso i trasferimenti eventuali saranno possibili solo in zone ben precise: da una parte la zona di via Pistoiese, dall´altra quella di viale Nenni, dove una volta tanto l´infrastruttura (la tramvia per Scandicci) precede l´insediamento edilizio. Non solo. Palazzo Vecchio ricorda che, coerentemente all´annuncio dei «volumi zero», sono stati cancellati anche i residui. Cioè le previsioni su terreni identificati come edificabili dal vecchio pano regolatore, nei casi in cui i proprietari non avevano ancora ritirato le concessioni edilizie. Una decisione che potrebbe costare, chissà, alcuni contenziosi tra Comune e privati proprietari delle aree.

Se poi ci si riferisce a Castello, l´obiezione non è pertinente. Il progetto Fondiaria-Sai è stato oggetto di convenzioni e non è cancellabile. A meno di sicuri ed onerosi contenziosi. Castello, unico ma autentico caso di espansione della città (che potrebbe tornare per aria per effetto della variante del Pit e dello sviluppo aeroportuale), è una eredità del passato.

La parola d´ordine «volumi zero», che secondo il sindaco Renzi sarebbe meglio declinare in «basta con il consumo di nuovo suolo», non è dunque in discussione. Il Piano strutturale, che potrebbe essere adottato entro maggio, afferma una chiara discontinuità con i Piani del passato e anche con la cultura urbanistica corrente. E non può essere il credito edilizio a ribaltare il senso generale.

Per Palazzo Vecchio, che inizierà ad esaminare le osservazioni mercoledì nella commissione urbanistica guidata da Titta Meucci, l´unica annotazione condivisibile avanzata dalla Regione è quella sui contenitori dismessi e sulle future destinazioni d´uso. A cominciare proprio da tribunale di piazza San Firenze. D´altra parte, se nel Piano le indicazioni per questo palazzo sono ancora vaghe, è perché una decisione definitiva ancora non c´è. Il sindaco Renzi aveva ipotizzato di ospitare nel palazzo le università straniere. Ma la riflessione, dice Palazzo Vecchio, è ancora in corso.

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