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Patrick Quinn
Il Sindaco di Baghdad protesta: la città sta andando a pezzi
22 Maggio 2006
Articoli del 2005
I problemi di Baghdad, oltre al guerra. Cronaca Associated Press, dal San Diego Union-Tribune, 30 giugno 2005 (f.b.)

Titolo originale: Baghdad’s mayor complains about crumbling capital – Traduzione per Eddyburg di Fabrizio Bottini

BAGHDAD, Iraq – Il sindaco di Baghdad martedì ha denunciato le infrastrutture cittadine che cadono a pezzi, e l’impossibilità di offrire acqua potabile sufficiente per gli abitanti, minacciandole dimissioni se il governo non metterà a disposizione più fondi.

Il discorso tenuto da sindaco Alaa Mahmoud al-Timimi è un segno della miseria quotidiana sopportata ancora dai 6,45 milioni di persone che abitano a Baghdad, a due anni di distanza dall’invasione guidata dagli USA. Sono colpiti duramente non solo dagli incessanti attentati con bombe e sequestri di persona, ma da seri problemi per quanto riguarda l’acqua, elettricità e carburanti.

”È inutile per qualunque funzionario restare in carica, se non si hanno i mezzi per fare il proprio lavoro” ha dichiarato al-Timimi ai giornalisti.

Il sindaco sta cercando di ottenere 1,5 miliardi di dollari per la città da investire nel 2005, ma sinora ha avuto solo 85 milioni, come dice il suo portavoce Ameer Ali Hasson.

I tentativi di estendere la rete idrica sono stati vanificati all’inizio del mese, quando la guerriglia ha sabotato un condotto nei pressi di Baghdad. Ora, alcuni lamentano che l’acqua che arriva puzza, e Hasson riconosce come in alcune aree l’acqua potabile si mescoli con quella delle fogne.

”I problemi stanno aumentando sempre più” conferma il sindaco al-Timimi, uno sciita entrato in carica nel maggio 2004.

Il condotto è stato riparato, e si prevede che i livelli dell’acqua torneranno normali entro i prossimi giorni, è stato detto ai giornalisti. Ma questo non migliorerà le carenze che già c’erano prima del sabotaggio, riconosce il sindaco.

”Faccio parte del governo, e sono consapevole dei problemi nazionali” ha detto al-Timimi. “Ma devo avere il massimo sostegno tecnico da parte degli organi responsabili del governo. La gente da la colpa a me, e alla amministrazione municipale di Baghdad”.

Secondo il municipio, la capitale mette a disposizione circa 2,5 miliardi di litri al giorno, quasi 1,7 miliardi in meno del fabbisogno. Circa il 55% dell’acqua poi va persa, per danni alle condutture.

A questo si aggiungono le carenze in elettricità e carburanti.

Le cadute di tensione elettrica erano comuni nell’epoca di Saddam Hussein, a causa delle carenze della rete distributiva, ma la situazione è peggiorata a causa dei sabotaggi e alla mancanza di manutenzione.

Prima dell’invasione guidata dagli USA, gli abitanti di Baghdad avevano a disposizione circa 20 ore di elettricità al giorno. Oggi ne hanno circa 10, di solito ripartite in blocchi di due ore.

In più, l’Iraq non è in grado di raffinare petrolio a sufficienza, e così deve importare benzina. I convogli che trasportano carburante spesso sono attaccati dai guerriglieri, e le carenze che ne derivano hanno fatto nascere a Baghdad un mercato nero.

Contemporaneamente, sempre martedì, le truppe USA hanno annunciato alcuni successi riguardo all’altro principale problema della città: le auto bomba e gli attacchi suicidi. Un portavoce ha dichiarato la riuscita di una recente operazione.

”Abbiamo avuto un successo verificabile” ha detto il portavoce della coalizione Brigadier Generale Don Alston, dell’Aviazione. Non ha aggiunto particolari.

Nella provincia occidentale di Anbar, le forze guidate dagli USA hanno fermato oltre una dozzina di sospetti militanti in un’operazione di rastrellamento antiguerriglia mirata a combattere l’ingresso dall’estero verso l’Iraq, ha aggiunto il militare.

Dal trasferimento dei poteri un anno fa, sono morti più di 1.000 uomini della sicurezza interna irachena, hanno affermato i portavoce militari USA senza specificare una cifra esatta.

Sono morti anche almeno 1.743 militari USA dall’inizio della guerra in Iraq, nel marzo 2003, secondo i calcoli della Associated Press. Almeno 1.341 di questi sono morti in seguito ad azioni ostili. 75 sono stati uccisi nel solo mese di giugno, uno dei peggiori.

Tre gruppi di guerriglia hanno votato martedì l’eliminazione dell’ex membro di gabinetto Ayham al-Samarie, un politico arabo sunnita che ha formato un gruppo allo scopo di riportare la guerriglia irachena entro il dibattito politico, secondo quanto afferma un sito web islamico.

”Annunciamo che è stato consentito di versare il sangue di Ayham al-Samarie. Siamo stati troppo pazienti con le sue bugie” recita la dichiarazione, firmata Ansar al-Sunnah, Esercito Islamico dell’Iraq, Esercito dei Mujahedeen. L’autenticità non è stata verificata.

Sono state uccise più di 1.370 persone, dalla guerriglia di matrice sunnita, da quando il primo ministro Ibrahim al-Jaafari ha formato il suo governo a base sciita il 28 aprile. [...]

Nota: la versione originale e integrale dell’articolo al sito del San Diego Union-Tribune (f.b.)

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