La valle del medio Tagliamento, in Friuli, è un posto incantato. Sullo sfondo, le cime delle Alpi Carniche. Più giù, paesi rinati e ricostruiti perfettamente dopo il terremoto: come Gemona, una perla. E poi la valle, con il grande letto del fiume Tagliamento che gira pigro e lento alla ricerca del suo sbocco al mare. È un luogo ancora intatto, riconosciuto unico a livello europeo per ecosistema e aree a vario titolo protette. Tutto ciò ora è in pericolo.
Vogliono costruirci un’autostrada. Una grande arteria a pagamento che unisca Cimpello a Sequals a Gemona. Che colleghi insomma due autostrade già esistenti, la A 28 (Portogruaro-Conegliano) e la A 23 (Palmanova-Udine-Tarvisio, verso l’Austria). Il piano di fattibilità è stato presentato nel 2009 da Autovie Venete e dai costruttori Impregilo e Rizzani De Eccher. Ora in pista resta Impregilo, che vorrebbe costruire l’opera in project financing: il privato progetta e costruisce, poi gestisce l’opera per 50 anni. Prevede di ripagarsi con i pedaggi: 23 mila utenti nel 2015, fino ai 53 mila del 2050. Velocità massima di percorrenza 110 o 130 chilometri all’ora.
Nel 2009 la Regione (con delibera 2.830) ha deciso che l’opera ha il requisito di interesse pubblico. L’autostrada sarà formata da due tronconi: la parte sud (Cimpello-Sequals), dove si tratterebbe di raddoppiare l’attuale superstrada, ora non a pagamento, chiudendo lo svincolo di San Giorgio della Richinvelda e facendo pagare il pedaggio; la parte nord (Sequals-Gemona), tutta da costruire. Questa è la parte da realizzarsi con un tracciato nuovo nella zona paesaggistica della valle del medio Tagliamento, fino all’incanto di Gemona, sito di interesse comunitario. Si oppongono gli abitanti e le organizzazioni ambientaliste della zona, oltre al Movimento Cinque stelle di Udine. Si è formato un comitato che si chiama Arca: Assieme Resistiamo Contro l’Autostrada. Presidente Alberto Durì. Ha già raccolto oltre 3. 500 firme di cittadini che si oppongono al progetto. Cerca di fermarlo, perché ferirebbe l’ambiente e inquinerebbe la valle del medio Tagliamento.
Propone un ragionamento semplice: se davvero ci passeranno i 23 mila motori che diventeranno 53 mila nel 2050, l’inquinamento sarebbe insostenibile. Se queste cifre non fossero raggiunte (cosa possibile), l’opera non si ripagherebbe con i pedaggi e a rimetterci sarebbero comunque i cittadini, perché i debiti dovranno essere ripianati con i soldi pubblici (a pagare sarà la Regione Friuli-Venezia Giulia). E poi, dicono i critici, l’autostrada è sostanzialmente inutile, senza traffico, scollegata dalla viabilità locale e con bassa riduzione dei tempi di percorrenza. Eppure l’assessore regionale alla viabilità e ai trasporti, Riccardo Riccardi, è deciso a portarla a termine, nonostante il parere sfavorevole di alcuni autorevoli tecnici. Sarebbe certamente utile a Impregilo. E ai politici locali: per far girare i soldi. È un piccolo Tav friulano, senza l’attenzione che ha scatenato il Tav piemontese. Superfluo per i collegamenti, dannoso per l’ambiente. Bisogna proprio ferire la valle del Tagliamento?