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Il Padrino secondo lo Spiegel
11 Aprile 2004
I tempi del cavalier B.
L’Unità del 29 giugno 2003 pubblica un ampio stralcio di uno degli articoli del dossier dedicato a Berlusconi, che comparirà sul numero della rivista tedesca Der Spiegel, in edicola il 30 giugno. La copertina del giornale è titolata: “Il padrino”.

«Fino a questo momento nella Repubblica-Berlusconi è valsa solo una regola: diventa legge solo ciò che può servire al piccolo uomo alto un metro e sessantaquattro ma con un grande Ego. Tutto ciò che disturba, deve scomparire. Berlusconi era entrato in politica per risolvere, lo dice lui stesso, tutti i suoi problemi giudiziari e finanziari. E lui lo fa in un modo che finora in una democrazia europea non era nemmeno immaginabile. L’Italia viene smontata e ricostruita secondo le esigenze del suo capo di governo. Della divisione

«Il suo partito Forza Italia, un urlo usato per incoraggiare la squadra di calcio italiana, è la più grande forza in Parlamento. Pende dalle sue labbra. L’ha fondato sul modello di un’azienda, tant’è che molti deputati di Forza Italia sono stati scelti tra i suoi consiglieri personali. Non era nemmeno arrivato al potere, che già pensò di fare ordine in Rai. Tutti i critici di Berlusconi furono allontanati, perché rei di aver fatto, secondo Berlusconi, un «uso criminoso» della televisione. (cita poi il caso Biagi, ndt)

«A gennaio il Consiglio europeo, dopo che un gruppo di esperti avevano preso in esame il caso Italia, aveva constatato: Il conflitto di interesse tra il ruolo politico di Berlusconi e i suoi interessi privati nel campo dei media, è una minaccia al pluralismo dell’informazione.

Martedì prossimo quest’uomo guiderà per sei mesi la presidenza del Consiglio dell’Unione europea. L’Europa lo accetta in silenzio, imbarazzata e tutto al più solo nelle stanze chiuse della politica critica il fatto che tocca al “Lider Maximo” del Tevere, essere per sei mesi “Mr. Europa”. Occhi chiusi e via, questo è il motto dei suoi 14 colleghi europei. Perché ciò che irrita i suoi colleghi europei non è solo la sua quantità di potere, il fatto che lui, il padrino delle politica italiana, smonta e usa per il suo bisogno la repubblica romana, ciò che rende davvero nervosi i principali leader europei è l’umiliante consapevolezza di essere rappresentati da qualcuno che molti europei molto semplicemente considerano un imbroglione».

«Perché nonostante Berlusconi senta su di sé il “profumo di santità”, la sua carriera fin dall’inizio è stata in penombra. (Elenca tutti suoi guai giudiziari avuti con la giustizia italiana e internazionale, ndt). Non c’è dubbio che Berlusconi abbia vinto democraticamente le elezioni. Berlusconi ha talento per la messinscena politica. Giorno per giorno fino ad oggi, è stato il regista e il protagonista principale del Berlusconi-Show: re Silvio, il buon padre, l’imprenditore di successo, l’avvocato di tutti gli italiani». «Anche con i suoi colleghi internazionali ci tiene a fare bella figura. È piaciuto all’istante per esempio al presidente americano George W. Bush, così come è piaciuto al russo W. Putin. Racconta barzellette, suona il piano, canta, prende tutti sotto braccio e li assicura, “sono il vostro migliore amico”.

...«Non è un segreto per nessuno cosa pensa Prodi del prossimo presidente di turno dell’Ue. Lo considera pericoloso. Durante la preparazione della presidenza italiana, prendendo parte alla guerra in Iraq, andando in Medio Oriente quasi in missione per conto di Bush, Berlusconi si è allontanato in maniera eclatante dalle decisioni dell’Unione europea, in un modo che non ha paralleli nei 50 della storia della comunità europea. I colleghi di Berlusconi non sono così entusiasti dei prossimi sei mesi della sua presidenza. Chirac considera il premier italiano un “pallone gonfiato”. Secondo lui, l’Italiano ha dei problemi con il proprio ego. Tant’è che da quando Berlusconi è al governo le relazioni tra Francia e Italia, sempre serene, sono diventate di colpo più fredde. A Berlino invece si guarda all’Italia come un paese con delle inclinazioni anti-europee. Ai diplomatici tedeschi, rimasti anonimi, si sente dire che in questo momento “non è tanto semplice avere a che fare con gli italiani”. Molto meglio è visto Berlusconi invece a Londra». «Ciò che di Berlusconi irrita Bruxelles non è il fatto che lui difenda a spada tratta gli interessi italiani accorpando cose che non hanno a che fare l’una con l’altra, minacciando poi il veto. Quanto soprattutto il fatto che lui costringa i capi di Stato e di Governo, ad un vertice peraltro sull’Iraq, di parlare delle quote latte e inscenare uno show quando l’olandese Balkanende cerca di difendere gli interessi dei propri contadini: tutto ciò fa venire dei dubbi se Berlusconi sia davvero in grado di tenere una presidenza imparziale».

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