loader
menu
© 2024 Eddyburg
Furio Colombo
Il nostro appello di libertà
18 Febbraio 2009
Articoli del 2009
Sabato 21 febbraio, a Roma, una manifestazione a difesa della Costituzione: ora più che mai necessaria. Da l’Unità, 18 febbraio 2009 (m.p.g.)

Può darsi che vi siano scetticismi e anche dichiarazioni di non gradimento per l'appello che molti di noi stanno lanciando (Umberto Eco, Stefano Rodotà, Gianrico Carofiglio, Margherita Hack, Paolo Flores, Francesco Pardi, Gad Lerner, Lorenza Carlassare, Barbara Spinelli, Andrea Camilleri e io): sabato prossimo a Piazza Farnese.

Non ci saranno vessilli partitici né interventi satirici. Sarà un forte grido di allarme per l'allargarsi della "cosa" berlusconiana nel disciplinato quasi silenzio di tutto ciò che dovrebbe essere opposizione.

Un confuso scambio di battute, feroci da destra, educate e, a volte, anche accomodanti dall'opposizione ci fa assistere al rimbalzare di proposte indecenti. Una sorta di ipnosi inspiegabile blocca, adesso e fra poco, il Partito Democratico sulla legge del testamento biologico. Ci dicono che possiamo liberamente decidere tutto ma poi dobbiamo depositare questo tutto nelle mani della Chiesa che appone i sigilli del presunto dogma e vanifica ogni espressione di autonoma volontà. Siamo tutti dichiarati credenti per obbligo.

Invano il Capo dello Stato, usando il più cauto ma anche un chiaro linguaggio, ha detto di desiderare "una legge equilibrata". "Equilibrata" non vuol dire una legge anfibia, un po' laica e un po' cattolica. "Equilibrata" è una parola mite che vuol dire "senza divieti autoritari" che automaticamente spingono via gli equilibri. Non a caso molti telegiornali e giornali radio hanno sostituito la parola "equilibrata" con la parola "condivisa". "Condividere" qui significa rinunciare. Perché la prescrizione cattolica vuole il diritto di svuotare ogni volontà di sottrarsi all'accanimento terapeutico attraverso l'obbligo (l'obbligo) della nutrizione col sondino, che non è nutrizione ma prescrizione medica di vita artificiale.

Mentre lo schieramento conservatore-lefevriano di maggioranza e di opposizione impone e stringe le regole ammonendo che chi si ribella spacca il proprio partito (nel caso, solo il Partito Democratico, perché quello detto Popolo delle Libertà, salvo poche onorevoli eccezioni, è il braccio secolare della volontà vaticana) e annuncia che Eluana Englaro sarà la prima e l'ultima persona italiana ad andarsene libera (sia pure dopo diciassette anni di obbligo alla vita artificiale forzata), vengono avanti nuove leggi, decreti, editti, annunci, dichiarazioni di intenzioni che negano o violano o cambiano materialmente la Costituzione.

I vigilantes, (ovvero le ronde) considerate onta e vergogna inaccettabile in ogni Paese democratico, entrano, escono e ritornano varie volte nello stesso giorno, nei progetti di decreti anti-violenza e anti-stupro, accolti da qualche cedimento di una opposizione sproporzionatamente mite e sottovoce. La discussione in corso sulla legge anti-intercettazioni, che non esiste nel mondo libero, si arricchisce ad ogni seduta della Commissione Giustizia, di nuovi emendamenti, come la condanna alla prigione dei giornalisti che divulgano notizie disponibili e legali. Il modello liberticida del dispotismo alla Putin si fa strada giorno dopo giorno, voto dopo voto, mentre la soglia di resistenza o rigetto dell'opposizione è troppo bassa o inesistente. L'idea stessa di ridisegnare l'intero modo di governare attraverso decreti legge immediatamente esecutivi, svuota il potere legislativo proprio mentre più intenso e più vicino al successo finale è il piano per eludere o far tacere la Magistratura.

L'introduzione del reato di clandestinità garantisce una persecuzione permanente contro chi riesce a sbarcare in Italia mentre tutte le vie legali sono precluse.

L'aggressione alla Costituzione è ormai continua e quotidiana. L'appello di Piazza Farnese vuol dire che gli italiani chiusi fuori dalla violenza di governo e dal disorientamento dell'opposizione politica, sanno con chiarezza e allarme di vivere in un Paese pericoloso per le libertà fondamentali, e ritengono che la Costituzione in tutte le sue parti vada difesa con la stessa determinazione con cui viene attaccata.

È ciò che diranno e faranno i cittadini in Piazza Farnese, a Roma, sabato 21 febbraio, alle ore 15. Intendono porre fine al lungo inverno della Costituzione.

ARTICOLI CORRELATI

© 2024 Eddyburg