L'entusiasmo di Vincenzo De Luca, sindaco diessino di Salerno, non conosce limiti: "È un'opera che vale la mia vita ", dice. "È un progetto di valore mondiale", insiste. Anzi: "Dev'essere la nostra piazza Plebiscito, il nostro Colosseo...". E non importa se con la solita flemma Vittorio Sgarbi dice che il progetto in questione è "una delle dieci cose più brutte al mondo", o se il presidente della Provincia Edmondo Cirielli (Pdl) la definisce "un'opera obbrobriosa, un palazzone di cemento che deturpa la prospettiva della città".
Dettagli. Il sindaco è innamorato dell'idea che una delle aree più pregiate di Salerno, quella che dal porto turistico corre sul lungomare verso la spiaggia di Santa Teresa, diventi una piazza da "circa 27 mila metri quadri". E ancora di più lo affascina il Crescent (dall'inglese "Luna crescente"): un gigantesco edificio alto 33,25 metri sul livello del mare e lungo 215 (incluse due torri previste alle estremità) che abbraccerà a semicerchio il piazzale e verrà interamente destinato ai privati: il che significa appartamenti, negozi e centinaia di parcheggi.
Una prospettiva disegnata dall'architetto catalano Ricardo Bofill, classe 1939, esponente di quella corrente postmoderna che abbina il classico alla contemporaneità. "Il risultato, a Salerno, sarà un mastodontico edificio che separerà il centro storico dal golfo", dice Alberto Cuomo, docente di Architettura all'Università di Napoli: "Un'operazione gestita senza il confronto con la popolazione e distante dallo spirito originale del piano regolatore". Accuse che il sindaco rimanda al mittente, tacciando di provincialismo chi non s'infiamma per la grandeur. Ma la vicenda non finisce qui. Perché non è il solito bisticcio tra architetti: è una storia in cui l'amministrazione comunale spende oltre 10 milioni di euro per acquistare il terreno dal demanio pubblico, e chi è preposto al controllo paesaggistico (la Soprintendenza di Salerno e Avellino) viene tacciato di inefficienza e conflitto d'interessi.
"Problemi che vengono da lontano", dice il comitato bipartisan No Crescent, 4 mila sostenitori tra professionisti, intellettuali e semplici cittadini: "Nel 1992, il consiglio comunale ha commissionato il nuovo piano regolatore a un altro spagnolo, l'architetto Oriol Bohigas. Il quale nel documento programmatico è chiaro: "L'area di Santa Teresa deve aprire decisamente la Salerno vecchia al mare". Inoltre, prosegue il comitato, "gli interventi sul lungomare sono sottoposti al vincolo costiero: le trasformazioni edilizie, cioè, devono ottenere l'autorizzazione del Comune e della Soprintendenza. Ma questo iter, per il Crescent, si è trasformato in un guazzabuglio".
Da qui la situazione si fa incandescente. Il 9 luglio 2009, il comitato No Crescent presenta un ricorso straordinario al presidente della Repubblica, poi trasferito su richiesta dei legali comunali al Tar di Salerno, che boccia in blocco l'operazione Santa Teresa-Crescent: dall'uso di questa ex area demaniale per una speculazione privata fino alla violazione della delibera provinciale 16 del gennaio 2009, che impone nelle aree come Santa Teresa ("di riqualificazione urbanistica e riequilibrio ambientale e funzionale") la costruzione di palazzi alti al massimo 10 metri e mezzo. Ma la notizia più clamorosa è un'altra: l'11 novembre, la Provincia di Salerno si schiera a fianco del comitato nel ricorso al Tar, scrivendo che "il Crescent è in contrasto con ciò che la Provincia, in qualità di ente preposto alla pianificazione di primo livello del "bene paesaggio", ritiene essere in linea con la conservazione e la tutela del paesaggio urbano". E il 21 dicembre, mentre la protesta cresce, anche Italia Nostra presenta un proprio ricorso.
Reazione del sindaco De Luca? Totale serenità. Appena può, continua a declamare in pubblico le meraviglie di piazza della Libertà. "Per fermarla dovranno spararmi", avverte. E a quelli che storcono il naso, dà degli "sfessati che parlano a nome del comitato dei fringuelli e dei pinguini". Il che non è il massimo dell'eleganza, e soprattutto non distoglie da un dettaglio sul soprintendente in carica Giuseppe Zampino.
Ovvero che il giorno in cui il Comune inoltra il progetto definitivo alla Soprintendenza (10 dicembre 2008), Zampino propone alla stessa amministrazione di organizzare una mostra convegno ("Architettura, economia e territorio") e allestire un Archivio dell'architettura contemporanea. Progetti che il sindaco De Luca scrive, in una nota ufficiale, di voler finanziare (con 504 mila euro, delibera la Giunta) il 2 marzo 2009: la stessa data in cui Zampino concede l'ok definitivo all'operazione Crescent. "È normale", chiedono i No Crescent, "che il soprintendente giudichi il progetto e intanto riceva finanziamenti dal Comune? ". No, dice il legale del comitato Oreste Agosto. E invoca "controlli da parte delle istituzioni".
Il video del Comitato No Crescent
Sul Crescent, in eddyburg, v. nella Cartella Città Oggi - Altre Città