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Teresa Giannico
Il Molise cambia: Via quel Vento!
3 Dicembre 2007
La questione energetica
Di Pietro: per l'eolico prima un piano nazionale. Facesse così anche per le altre Grandi Opere! Sembra così chiusa la vicenda del'impianto off-shore. Il manifesto, 15 marzo 2007 (f.b.)

«Le attività in corso riguardano una fase di pre-istruttoria, con la pubblicazione della richiesta e la raccolta di pareri e opposizioni, al termine della quale il ministero dei Trasporti deciderà se avviare l'iter autorizzativo vero e proprio. E' una fase, quindi, nella quale è ancora possibile operare e, a quanto hanno mostrato le istituzioni in questi giorni, cercare di bloccare l'iniziativa». E' questo l'essenziale emerso ieri nel vertice a Roma tra il ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, e il comandante della Capitaneria di porto di Termoli, Luca Sancilio. Al centro dell'incontro il progetto di Effeventi srl che vuole dar vita a un parco eolico al largo delle spiagge di Molise e Abruzzo.

«Se il mostro, con i suoi 54 pali al largo, si può bloccare, lo faremo», questa, a distanza, la risposta di almeno tre amministrazioni, quelle di Vasto (Chieti), Montenero di Bisaccia e Termoli (Campobasso), da dove sono subito partite delibere di consiglio e di giunta contro l'impianto offshore che «darebbe un colpo mortale all'economia turistica della costa e alla pesca». «Questa vicenda - afferma il ministro Di Pietro - ci segnala l'urgenza di definire a livello governativo un piano nazionale per l'energia del vento. Come già fatto per i rigassificatori, occorre che i ministeri interessati definiscano quanta potenza eolica può essere installata nel Paese, quali siano i siti più adatti, quali debbano essere le modalità di sfruttamento e chi possa realizzare i parchi. Come rappresentante dell'Idv - continua il ministro, originario di Montenero - sono favorevole allo sfruttamento di fonti di energia alternativa, ma questo deve avvenire nell'ambito di un quadro nazionale concordato. Non è possibile che un privato decida autonomamente le installazioni, senza un disegno complessivo e senza una concertazione con gli organi e gli enti pubblici interessati».

Parere negativo all'insediamento eolico, che ha creato il subbuglio in Italia, è giunto, dopo lunga sonnolenza, dalla Regione Molise, di centrodestra, che è rimasta per un pezzo in silenzio e che adesso reclama la «titolarità ad esprimere la valutazione di impatto ambientale sulla struttura in questione ed in particolare per le opere a terra». La decisione della giunta regionale è seguita ad una letteraccia, al presidente Michele Iorio, da parte del sindaco di Termoli, Vincenzo Greco, che ha invitato il governatore e i suoi assessori a bocciare il progetto del parco, perché «se a rilevare la presunta illegittimità della procedura sino ad ora intrapresa non sarà la Regione», qualsiasi altro no «sarebbe inutile». Greco ha pure ricordato che la Regione era al corrente del progetto da più di un anno e che attraverso un suo funzionario ha delegato a Roma, cioè ai ministeri competenti, qualsiasi decisione in merito: «E tutto ciò, purtroppo, - ha concluso il primo cittadino - richiama con tristezza alla mente la procedura che ha portato all'installazione a Termoli della turbogas della società Energia spa: anche lì c'è stata la latitanza della Regione».

Contro la posizione ufficiale della Regione protesta Legambiente. «E' un errore - sostiene Edoardo Zanchini, responsabile per l'energia e i trasporti dell'associazione ecologista - l'impianto va fatto. E la Regione, invece di arroccarsi su una posizione ideologica, dovrebbe attivarsi per il miglioramento del progetto, in particolare per quanto riguarda la riduzione dell'impatto dell'allacciamento dei cavi su dune e pinete. La sua rinuncia su questo fronte rappresenta una precisa responsabilità. Il Molise - sottolinea ancora - ha installato solo 54 megawatt di energia eolica. Il solare fotovoltaico è a zero e ora si bloccano le pale in mare. Come pensa di dare il proprio contributo alla lotta ai mutamenti climatici e all'adeguamento della politica energetica agli obiettivi di Kyoto?».

Gli rispondono i Ds: «Questa piccola nostra realtà - tuonano - è ormai divenuta un "grande obeso dell'energia", vittima sacrificale di un processo speculativo in cui nel passato è stata piazzata la centrale a ciclo combinato, poi le pale eoliche sono spuntate come funghi sui monti e per il futuro si vuole collocarle in acqua... E' necessario creare uno sviluppo diverso. Di energia elettrica, da queste parti, ce n'è fin troppa!».

Nota: sul tema dell'energia eolica, la Visita Guidata a Eddyburg (costantemente aggiornata) riassume in modo documentato il dibattito internazionale di questi anni riportato nel sito (f.b.)

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