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Valentino Parlato
Il lavoro in piazza
14 Novembre 2009
Articoli del 2009
Il lavoro e la piazza: le due dimensioni necessarie per ogni progresso civile, oggi indispensabili per contrastare il disastro. Il manifesto, 14 novembre

La manifestazione della Cgil, oggi a Roma, ("Il lavoro e la crisi: esigiamo le risposte") è un fatto politico importante per questa nostra Italia, sempre più mal ridotta.

Stiamo ai fatti. Ogni giorno che passa c'è un attacco e una limitazione dei principi democratici sanciti dalla Costituzione. Si è avviata una marcia verso un presidenzialismo autoritario, che vuole mettere in cantina il potere legislativo e quello giudiziario. E, di fronte a questa prospettiva evidente, c'è una sinistra politica a pezzi, che non costruisce un programma unitario, ma continua a dividersi e suddividersi, che non costruisce (e neppure lo tenta) un complesso di iniziative comuni.

In questa situazione, che non è di superficie, ma profonda (Gobetti scriveva di "autobiografia di una nazione"), la Cgil è l'unica valida forza di sinistra in campo con la capacità di sviluppare un suo dibattito interno sulle cose da fare. E ha un ruolo politico di primaria importanza, come altre volte nel passato, senza bisogno di ricordare Giuseppe Di Vittorio.

La Cgil ha il suo rapporto istituzionale e fondamentale con i lavoratori che l'attuale crisi mette in estrema difficoltà. Ci sono stati e ci sono i cambiamenti del mondo del lavoro come altre volte nel passato, ma questa volta più gravi. Si sono ridotti e si riducono sempre più i contratti a tempo indeterminato e siamo a una straordinaria crescita del precariato, cioè dell'isolamento o della solitudine dei singoli lavoratori. I grandi e straordinari cortei dei metalmeccanici degli anni caldi, della crescita economica e della contestazione, sono diventati più rari. C'è anche un problema dell'associazione sindacale dei lavoratori. Tutti ci dicono: stiamo uscendo dalla crisi, ma con più disoccupati.

Tutti questi nodi ci sono e vanno affrontati, proprio per questo la manifestazione di oggi può essere un inizio. Dopo la Cgil si tornerà in piazza, contro Berlusconi, il 5 dicembre, per una manifestazione nata dalle maglie di Internet, con l'adesione di Di Pietro e Rifondazione. Una occasione importante di partecipazione e di opposizione, in un momento di divisione interna alla maggioranza, come dimostra la bocciatura, ieri in senato, dell'emendamento su quella banca del Sud, voluta dal ministro Tremonti e bocciata dal presidente Schifani.

Dunque un inizio di ripresa sindacale, della politica e della sinistra. I grandi e antichi obiettivi dell'eguaglianza e della libertà tornano di attualità perché sono negati, tornano a essere praticabili e sono quanto mai necessari in una situazione nella quale anche il regime berlusconiano mostra segni di crisi. Il berlusconismo si conferma un aggregato di interessi particolari, che, in quanto tali, cominciano a confliggere tra loro.

Una situazione nella quale anche l'attuale potere manifesta segni di crisi accresce la pericolosità della situazione, di feudalizzazione della Repubblica, o, addirittura, di una peronizzazione.

Proprio per tutto questo siamo con la manifestazione di oggi della Cgil e anche di quelle che verranno.

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